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Il ministro Speranza ha sospeso il decreto della discordia che sarebbe entrato in vigore il 30 ottobre. Lo ha anticipato La Stampa spiegando che il ministero ha fatto un passo indietro. Il 28 ottobre in effetti il ministro ha firmato un altro decreto che ne sospende l’efficacia “in attesa dei pareri dell’Isitituto superiore di sanità e del Consiglio superiore si sanità”.
La decisione sarebbe arrivata dopo un’interrogazione parlamentare fatta dalla deputata Giorgia Sportiello del M5S, in attesa degli ulteriori approfondimenti annunciati. La contraddizione è che si attendono i pareri dei due autorevoli istituti, che però sono gli stessi pareri ricevuti in maggio e agosto e sui quali il ministero si è basato proprio per includere le preparazioni a base di CBD nella tabella B dei medicinali.
Ora non si capisce perché gli istituti dovrebbero dare un parere differente. Fatto sta che nelle premesse del nuovo decreto, dopo aver sottolineato che i due istituti erano favorevoli ad inserire i preparati in tabella B, viene scritto che “l’inserimento nella citata Sezione B della Tabella medicinali del DPR 309/90 delle composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis e’ questione che necessita di ulteriori approfondimenti di natura tecnico-scientifica, richiesti, ai sensi dell’art. 2, comma 1, lettera e), n. 2 del DPR 309/90, all’Istituto superiore di sanita’ e al Consiglio superiore di sanità”.Ad ogni modo il settore e i pazienti possono tirare un sospiro di sollievo, ma solo per il momento. Resta infatti in sospeso la valutazione della Commissione Europea, che aveva stoppato le domande di chi aveva fatto richiesta per iscrivere i prodotti a base di CBD nell’elenco dei Novel food paventando l’ipotesi di considerare il CBD come uno stupefacente, e poi a dicembre dovrebbe esserci la ratifica da parte degli stati membri della decisione dell’OMS che ha riconosciuto le proprietà mediche della cannabis chiedendo di cambiare le tabelle in cui sono inseriti la pianta e i principi attivi.
Una possibilità per il nostro paese è quella che si apra un tavolo di confronto, come il ministero aveva scritto in una nota nei giorni scorsi.
Il decreto era stato previsto per autorizzare l’entrata in commercio dell’Epidiolex, un farmaco a base di CBD prodotto dall’azienda GW Pharmaceuticals, ma le conseguenze sarebbero state per tutto il settore degli oli al CBD, e forse anche per quello della cannabis light, che contiene alte percentuali del principio attivo. Come abbiamo scritto, gli altri paesi europei come Francia e Germania, hanno approvato l’immissione in commercio del farmaco, ma senza considerare il CBD come uno stupefacente, anzi, scrivendo in modo chiaro che non lo consideravano tale.
Redazione di Cannabisterapeutica.info
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