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Il debito pubblico mondiale salirà a livelli mai visti prima. È quanto previsto dal Fondo Monetario Internazionale che stima una media del 105% del rapporto debito pubblico su PIL tra tutti gli Stati del mondo. Si tratta della conseguenza delle politiche economiche adottate per contrastare gli effetti delle restrizioni dovute alla diffusione del Covid 19.
Le banche centrali stanno immettendo nel sistema quantità enormi di soldi
In tutto il mondo infatti le attività economiche sono state bloccate durante la primavera e stanno subendo adesso nuove chiusure. Miliardi di euro persi che sono stati in parte compensati dall’immissione massiccia di liquidità da parte delle banche centrali. In pratica lo Stato emette titoli del tesoro sul mercato con la garanzia che questi verranno comunque comprati dalle banche centrali, a prescindere dall’offerta ricevuta dagli operatori privati, quelli che comunemente sono chiamati “mercati”
.È quello che sta facendo la Federal Reserve che nella sola scorsa primavera ha acquistato titoli del tesoro per oltre 2 trilioni di dollari. È quello che sta facendo la Banca Centrale giapponese i cui acquisiti di titoli di Stato porteranno il debito pubblico del Paese al 270%. Perfino la Banca Centrale Europea sta seguendo in parte questa linea con il programma PEPP, Pandemic emergency purchase programme, che ha previsto l’immissione di 1350 miliardi di euro in tutto il continente.
L’elevato debito pubblico è l’unico rimedio alla crisi
Con le restrizioni in aumento e nessuna previsione sulla data della loro fine, questa strategia monetaria dovrà per forza di cose continuare ancora per molto tempo. Risulta quindi evidente che il virus sta facendo crollare una ad una tutte le credenze su cui si è fondata la politica economica dominante in occidente negli ultimi anni. Siamo sempre stati infatti abituati a sentirci dire che il debito pubblico, se giunto oltre una certa soglia, avrebbe portato i Paesi a gambe all’aria, al fallimento e al default.
Oggi invece questa credenza è stata ribaltata, il debito pubblico può rappresentare infatti adesso l’unica salvezza per piccole e medie imprese, liberi professionisti e cittadini in generale. Non solo. Questa straordinaria azione da parte delle banche centrali sta rivelando un altro grande assunto: e cioè che la disponibilità di denaro presente in circolazione non dipende da particolari congiunzioni astrali dovute al caso, ma dipende esclusivamente da precise scelte politiche.
Il crollo dei miti del neoliberismo
Il denaro si può creare dal nulla e in quantità illimitate e se in futuro qualche politico dovesse pronunciare la fatidica frase “Non ci sono soldi”, dovremmo a quel punto ridergli in faccia ricordando i trilioni di euro creati con un click durante la crisi del Covid. Crolla così anche il mito dell’inflazione, la paura atavica dei tedeschi, secondo cui troppo denaro in circolo genererebbe un aumento incontrollato dei prezzi.
Oggi in Europa, con la BCE che pompa soldi nel sistema, l’inflazione è arrivata a malapena all’1,2% e il livello ideale dovrebbe essere il 2%. Questa crisi ha quindi messo alla prova tutta l’impalcatura economica che ci ha governato negli ultimi 30 anni e che oggi, di fronte ad una prova storica, ha miseramente fallito. Ora toccherà a noi tenere a mente tutte le lezioni apprese durante questa crisi per fare in modo che nessuno in futuro ci possa venire a dire che il debito pubblico è una colpa che ricade sulle generazioni future.
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