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Non sono e molto difficilmente potrei mai essere Charlie Hebdo, manco per sbaglio.
No, non fa ridere mai, non può far ridere, se vi fa ridere siete stupidi come dei pali, e a ben guardare non è concepita nemmeno per far ridere un essere umano, quella roba lì: è solo una schifezza gratuita, la trasposizione di un rutto dopo aver ingerito l’ostia in chiesa, di un pre adolescente viziato che si mette a strillare e fare gargarismi come un infante problematico al ristorante, imbarazzando i genitori.
Una cosa di quel livello, quella risma.
I vignettisti di CH, e manco da oggi, dovrebbero semplicemente e placidamente andare in pensione.
Arriva per tutti il momento, e per i creativi giunge quando ti ritrovi a questo livello, quando per fare le pernacchie ad un tizio musulmano che non ti piace lo descrivi come un maniaco sessuale e ubriacone che vaneggia “il profeta” sbirciando un culo, così, a gratis, random, senza alcun riferimento nemmeno ad un simulacro di realtà, di immaginazione, di qualcosa, solo per riempire degli spazi con qualche offesa e/o blasfemia.
Siamo ormai al di sotto dei livelli di un Ghisberto, e d’altronde ormai la saldatura cultural-posizionale di CH con le “istanze” tra le altre cose islamofobe di chi apprezza pure quelle di G. è evidente, luminosa, fosforescente.
Come lo è quella con una postura becero-destrorsa che non ha nulla a che fare né con il presunto e una volta rivendicato retroterra politico di CH, né con la grandemente sbandierata laicità.
È, molto prosaicamente, merda nel ventilatore.
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