Non
stiamo esagerando. E’ vero, l’orario di lavoro cui questi cinque
aguzzini obbligavano i propri dipendenti era un po’ troppo oltre i sogni
di Carlo Bonomi, neo-presidente di Confindustria. Il quale avrà
certamente apprezzato “l’iniziativa”, un po’ meno le modalità pecorecce
dell’iper-sfruttamento, perché certe cose – appena meno sfrontate – si
possono ottenere in altri modi più “puliti” e a prova di irruzioni
poliziesche.
E’
vero, anche l’età di alcuni dipendenti sforava di parecchio persino i
programmi di Elsa Fornero e quella crescita dell’età pensionabile che
solo la pandemia – alla fin fine – ha bruscamente interrotto.
Però “fare impresa”, in questo sistema, è esattamente questa cosa qui.
Chissenefrega
della salute dei dipendenti, vengano a lavorare nonostante il contagio,
tanto se si ammalano li posso sempre curare nel mio ospedale e farmi
pagare la retta dallo Stato (grazie alla privatizzazione della sanità e
alla “concorrenza pubblico-privato” in stile Lombardia).
Certo,
bisogna essere padroni di una certa levatura, come quei Rocca di
Bergamo che possiedono sia la Tenaris (acciaieria per tubature
petrolifere) che l’Humanitas (ospedale privato nell’epicentro
dell’epidemia). Gente che del dipendente non butta via niente: prima si
prende il prezzo della la salute, poi anche della malattia…
Questi
cinque invece erano poco più che caporali da campagne del Sud e del
Nord; gente tosta, decisa, “apprezzabile” nella sua spinta al profitto,
ma che solo alla prossima generazione avrebbe partorito “imprenditori
che sanno stare a tavola senza ruttare”.
Stesso
disprezzo per la vita, la salute, i diritti, un salario decente.
Diversità nei modi e soprattutto nelle relazioni di alto bordo.
Questa è però l’essenza di un padrone, non altro.
Lombardi pure questi, naturalmente…
Qual’è la notizia? Leggete qui sotto, è fonte Ansa.
I
militari del Comando provinciale di Lodi, su ordine della Procura della
città lombarda, hanno eseguito numerose perquisizioni ed un’ordinanza
di custodia cautelare nei confronti di cinque componenti di una famiglia
di imprenditori le cui aziende hanno più di 150 dipendenti. Le accuse
sono di associazione a delinquere, sfruttamento del lavoro, estorsione
ed evasione fiscale L’operazione – in cui sono stati impegnati oltre 100
finanzieri e che ha portato anche al sequestro di beni per un importo
oltre 20 milioni di euro.
Costringevano
i dipendenti a turni fino a 18 ore, tanto che un autista di un camion
uccise un 78enne che stava attraversando la strada sulle strisce
pedonali. I cinque imprenditori, tutti appartenenti alla stessa
famiglia, titolari del gruppo Plozzer, attivo nel trasporto di merci
deperibili, sono indagati (uno ai domiciliari, gli altri con l’obbligo
di firma) nell’ambito dell’operazione Spartaco della Guardia di Finanza
di Lodi. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata allo
sfruttamento dei lavoratori, estorsione, evasione fiscale e riciclaggio.
Drammatiche
le intercettazioni delle conversazioni tra autisti costretti a guidare
anche per 18 ore continue dai titolati del gruppo Plozzer finiti sotto
indagine in un inchiesta della Procura di Lodi. In una, raccolta dai
militari della Gdf, uno dei conducenti esclama: “No, io sto male, mi
stavo addormentando sul volante. Io non vado ad ammazzarmi o ad
ammazzare altra gente”. “E’ da giugno che non scendo dal camion, mi sto
arrugginendo qua e ho 75 anni” dice un altro. L’anno scorso, uno degli
autisti vessati uccise un anziano che stava attraversando sulle strisce
pedonali a Lecco.
Alcuni
dipendenti della ditta di autotrasporti Plozzer “per poter dormire sui
camion che avrebbero utilizzato la mattina dopo” pagavano una cifra di
200-300 euro al mese ai loro “datori di lavoro”. Lo si evince
dall’ordinanza di custodia cautelare a carico di cinque dei titolari
dell’azienda di autotrasporti. (Ansa)
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