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La
slavina cognitiva non ha fine, si autoalimenta e s’ingrossa, travolge
sempre nuovi domini: in questi giorni l’Inps, a corto di morti, persino
di quelli da spacciare come vittime del virus tenta di arruolare
decessi che nei mesi scorsi non sono stati attribuiti al Covid persino
in un contesto impazzito in cui ogni altra malattia era stata abolita
per decreto e contemporaneamente il governo e il suo minculpop di
giornali e televisioni tenta di vendere l’arrivo di soldi gratuiti
dall’Europa, donati a profusione e senza condizioni. Sono come due
piatti della bilancia che non tornano e che possono essere tenuti in
equilibrio solo con la quotidiana distribuzione di menzogne: un’epidemia
para influenzale trasformata in peste in virtù della quale si è
letteralmente affondata l’economia del Paese e il ristoro finanziario
proveniente dalla Ue che dovrebbe bilanciare il danno. Anche qui le
cifre ballano sulla cassa del morto come nell’Isola del tesoro e si
sparano cifre mostruose come i 500 miliardi del Recovery Found per
impressionare l’uomo della strada e consolarlo delle perdite immediate o
in agguato nel prossimo futuro. Ma intanto si tratta di miliardi che
vanno divisi tra 27 Paesi e nell’arco di sette anni: se si pensa che la
Germania e la Francia da sole e attraverso i loro strumenti bancari
pubblici stanno gettando nella mischia rispettivamente 990 e 400
miliardi, ci si può rendere che qui si sta parlando di spiccioli.
Per giunta la generosa elargizione non di denaro a fondo perduto, ma
di prestiti sia pure a tassi minimi, ma basati sui contributi che diamo
per il bilancio della Ue in un’infame partita di giro, non sarà affatto
priva di condizioni, ma richiederà “politiche economiche sane e un
programma ambizioso di riforme” il che ci porta a nuovi draconiani tagli
di spesa pubblica. Insomma ci daranno soldi per gli ospedali a patto di
eliminare la sanità pubblica ed assieme ad essa anche una nuova
mattanza in fatto di pensioni, di diritti di lavoro e di cittadinanza.
La stessa identica cosa vale per il Mes riguardo al quale è stata
sparata la balla della non condizionalità, quando essa è chiaramente
indicata nei trattati per cui non potrebbe essere eliminata nemmeno
volendo: l’unica cosa è che essa non sarà attuata immediatamente come se
questo fosse il punto saliente della questione. Ciò che ci aspetta è
chiaro: si pretende che l’Italia con una politica di tagli assurdi e di
disinvestimenti riesca a migliorare il rapporto debito – Pil,
semplicemente spendendo meno. Naturalmente è una sciocchezza perché le
spese pubbliche fanno parte del Pil e dunque diminuendole il prodotto
lordo cala già di per sé senza contare il venir meno del moltiplicatore
di quelle spese. Dunque meno soldi pubblici, meno pil , non viceversa,
come la Grecia dimostra ad abundantiam e come sanno benissimo a Berlino
il cui piano è solo di non versare mezzo euro agli altri e possibilmente
di appropriarsi degli asset ancora profittevoli oltre che di una parte
del risparmio privato dello Stivale.
Il fatto è che il governo, per non dire l’insieme del milieu
politico, consapevole di aver perso la testa, di aver trasformato il
Paese in una sorta di appestato planetario, di aver voluto fare il primo
della classe in un contesto narrativo pandemico ambiguo per non dire
inconsistente, adottando le più rigide e peraltro più assurde e
diseguali regole di fermo sociale ed economico, adesso deve trovare una
via d’uscita o quanto meno una suggestiva bugia per non dire agli
italiani che i due mesi di fermo e altri di mezzo pil con la quasi
totale ablazione di una delle voci più importanti della nostra economia,
ovvero il turismo, ci hanno riducendo sul lastrico ed esponendo ad ogni
ricatto, che siamo insomma in caduta libera. La formazione di corridoi
turistici, che saltano il nostro Paese come meta e addirittura come
tappa disegna perfettamente lo stato delle cose, quello di una
terribile estate italiana. Certo si poteva ricorrere alla Cassa depositi
e prestiti in maniera molto più ampia di quanto non sia sia fatto, come
strumento strategico e come manifesto di riappropriazione di
un’autonomia nazionale, come stanno facendo Germania e Francia con
strumenti analoghi o trovare qualche marchingegno adatto allo scopo ma
un governo dotato di minima sagacia avrebbe approfittato della
narrazione pandemica per sganciarsi dalle regole europee dell’austerità e
costringere l’Europa a cambiare o suicidarsi. Ma non era certo questo
il governo che lo poteva o lo voleva fare , essendo quello fiduciario di
Bruxelles e tuttavia adesso si deve attaccare ancora di più al virus
per prendere tempo e distribuire soldi a pioggia, ai soliti noti, dalla
Fiat ai Benetton, annaspando nella sua stessa mediocrità senza fondo e
sperando come qualche ricercatore legato alla cordata dei vaccini, che
l’epidemia continui e che si perpetuino quelle condizioni di paura e di
confusione che permettono di nascondere la realtà. Poi per tutti
arriverò l’inverno del nostro scontento, quello nel quale bisognerà
ballare coi lupi senza niente da mangiare.
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