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La mera accusa di aver scritto con la bomboletta di “fare come la
Francia” è costata una perquisizione, il sequestro di computer e
telefonino, e l’apertura di un procedimento contro un giovane attivista
di Potere al Popolo di Siena.
La sproporzione tra le misure repressive adottate da magistratura e
Digos e il presunto fatto addebitato al ragazzo, è indicativo del
significato meramente intimidatorio dell’iniziativa.
Che Tribunali e Digos di provincia abbiano poco da fare è noto, che
cerchino di riempire i tempi morti prendendo di mira i giovani che fanno
attività politica sarebbe ridicolo se non fosse lo specchio dei tempi.
In realtà hanno paura che i giovani prendano coscienza e si attivino
perché consapevoli che alle nuove generazioni hanno poco da offrire come
prospettiva, ragione per cui si sceglie la strada dell’intimidazione –
anche con misure sproporzionate – per mandare un segnale.
Come Potere al Popolo esprimiamo la nostra solidarietà al compagno e
siamo convinti che tentativi di intimidazione poliziesca come questo non
otterranno alcun risultato.
Ai giovani e agli studenti vanno date risposte concrete sul piano del
diritto allo studio, del reddito, del futuro, e non perquisizioni
all’alba.
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