sabato 30 maggio 2020

L’Eurogruppo comanda, ma non è “responsabile” di quel che decide.

Pochi giornali fanno caso a certe notizie, se non per sparare un (piccolo) titolo acchiappavoti. Però è il caso di farci caso, perché illuminano il “quadro giuridico-istituzionale” in cui tutti – noi “cittadini europei” – viviamo. 
 



Altrimenti, quando ci attiviamo e “facciamo politica”, rischiamo di prendere lucciole per lanterne e pensare che “i poteri” con cui fare i conti siano quelli che in realtà non contano poi granché.
La notizia di oggi è da affezionati cultori delle istituzioni europee, diciamolo subito. Il noto club chiamato “Eurogruppo”, che riunisce i ministri finanziari dell’eurozona e partorisce di fatto le principali scelte economiche per i singoli Paesi, sarebbe giuridicamente irresponsabile.
Tradotto in lingua corrente, qualsiasi danno combini non gli si può fare causa per ottenere un risarcimento.
Per lo meno, questa è la posizione espressa dall’avvocato generale (il “difensore” dell’Unione Europea, in pratica) presso la Corte di giustizia europea, Giovanni Pitruzzella. Personaggio interessante, per capire come venga selezionato l’establishment continentale. Ma lo vedremo dopo.

Si stava discutendo una causa intentata da diversi “risparmiatori” che si erano ritenuti pesantemente danneggiati dalle decisioni dell’Eurogruppo, appunto, riguardanti alcune banche cipriote che nel 2012 avevano fatto richiesta di assistenza finanziaria. L’Eurogruppo di allora le ha “consigliate” di rivolgersi a famigerato Mes (Meccanismo europeo di Stabilità, peraltro appena costituito), “nell’ambito di un programma di aggiustamento macroeconomico”. Il seguito è facilmente immaginabile.

In pratica intervenne la Troika (UE, Bce e Fondo monetario internazionale), che impose il meccanismo del bail in, per cui a pagare i guai delle banche furono chiamati non solo gli azionisti (com’è logico e doveroso), ma anche obbligazionisti e normali titolari di conto corrente (seppure di “un certo livello”).
Di qui il ricorso per ottenere da parte dell’Eurogruppo un risarcimento per il pesante haircut subito senza aver alcuna responsabilità nelle scelte di quelle banche.
Se vi sembra complicato, pensate a Banca Etruria ed altre che hanno seminato scandali e perdite anche in Italia. Il meccanismo è praticamente identico.
Bene. Se la Corte europea dovesse accettare la tesi di Pitruzzella, l’Eurogruppo verrebbe elevato al rango di monarca assoluto, legibus solutus, che può prendere qualsiasi decisione senza esserne penalmente responsabile e quindi citabile in giudizio.
La cosa sorprendente è che questo ruolo a tutti gli effetti “sovrano” gli deriverebbe da uno statuto legale non solo incerto, ma indefinibile
Secondo l’Avvocato generale Pitruzzella, infatti, l’Eurogruppo non è un organo della Ue, ma semplicemente un gruppo “informale che non ha competenze proprie né il potere di sanzionare l’inottemperanza dei suoi partecipanti per la mancata attuazione degli obbiettivi politici convenuti”.
Ma se non è un organo della Ue, a che titolo prende decisioni sulla testa e la pelle di quasi mezzo miliardo di persone?
Sarebbe invece un semplice “organismo intergovernativo”, una specie di ponte tra governi nazionali e il livello dell’Unione, “qualificato come esterno al quadro giuridico Ue” dal Trattato di Lisbona. Nonostante alle sue riunioni sia formalizzata la presenza di membri della Bce e della Commissione (il “governo” europeo).
Un ircocervo giuridico-legale con cui si era scontrato il più noto dei suoi temporanei componenti, il ministro greco delle finanze nel primo governo Tsipras, Yanis Varoufakis. Il quale, durante un pesante confronto con i “colleghi falchi” Wokfgang Schaeuble e Jeroen Dijsselbloem (Germania e Olanda, of course) chiese un parere legale sul funzionamento dello stesso Eurogruppo, obbligando così i funzionari a cercare la risposta nei trattati.
[Questo] ha creato un po ‘di un scompiglio. Per circa 5 a 10 minuti la riunione si è interrotta, impiegati, funzionari stavano parlando tra di loro, sul loro telefono cellulare, e infine qualche funzionario, qualche esperto giuridico, mi si è rivolto e ha detto le seguenti parole: “Beh, nella legge non esiste l’Eurogruppo, non vi è alcun trattato che ha istituito questo gruppo”.
Abbiamo così un gruppo inesistente che ha il massimo potere di determinare la vita degli europei. Non è responsabile verso nessuno, dato che non esiste nella legge; nessun verbale è redatto; è riservato. Quindi nessun cittadino saprà mai ciò che viene detto lì dentro… Queste sono decisioni quasi di vita e di morte, e nessun membro deve rispondere a nessuno.”
Cinque anni dopo, l’arringa di Pitruzzella va a sancire questa “irresponsabilità legale” di un organismo informale, illegale ma tecnicamente decisivo (elabora le soluzioni finanziarie che poi la Commissione e tutta la Ue adottano).
Al massimo, conclude l’Avvocato generale, le cause possono essere intentate contro il Consiglio Europeo (il vertice dei capi di Stato e di governo), la Commissione (il “governo”, ora presieduta da Ursula von der Leyen) oppure la Bce.
Vedremo a sentenza. Di certo non si può dire che organismi di questo tipo siano “democratici”, anche se formati da esponenti designati da governi eletti. Se poi al nullo tasso di democraticità ci si aggiunge l’irresponsabilità legale, ecco che il fantasma del sovrano assoluto prende forma fisica.
P.s. Giovanni Pitruzzella, Avvocato generale presso la Corte di giustizia europea, ha inanellato nella sua carriera una serie di cariche da far paura:
professore di diritto costituzionale all’Università di Palermo;
professore di diritto costituzionale e della concorrenza all’Università LUISS Guido Carli a Roma;
consigliere giuridico del governo italiano (1993-1996);
professore di diritto pubblico all’Università di Cagliari (1986-1997);
presidente della commissione per l’applicazione dello statuto speciale della Regione Sicilia (1998-2002);
consigliere giuridico del Ministero della Salute italiano (2008-2011);
membro, poi presidente, della Commissione di garanzia del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali (2006-2011, è la famosa “commissione antisciopero” incaricata di rendere impraticabile nei fatti un diritto costituzionale dei lavoratori);
designato dal presidente della Repubblica, nell’aprile 2013, come uno dei dieci saggi della Commissione per le riforme istituzionali, economiche e sociali e, nel giugno dello stesso anno, nominato dal Primo ministro come membro del gruppo di esperti chiamato a proporre un progetto di riforme costituzionali;
presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato italiana (2011-2018).
Iscritto dalla nascita, par di capire, alla “classe dirigente”. A prescindere.

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