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La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto l'amministrazione giudiziaria, ossia il commissariamento, di Uber Italy srl, la filiale italiana del gruppo americano, per caporalato, in particolare per lo sfruttamento dei rider addetti alle consegne di cibo per il servizio Uber Eats.
"La mia paga era sempre di 3 euro a consegna indipendentemente dal giorno e dall'ora".
Lo ha messo a verbale un rider che ha lavorato per il servizio Uber Eats, come emerge dal decreto con cui è stata commissariata la filiale italiana.
Per i giudici di Milano, Uber, attraverso società di intermediazione di manodopera, avrebbe sfruttato migranti "provenienti" da contesti di guerra, "richiedenti asilo" e persone che dimoravano in "centri di accoglienza temporanei" e in "stato di bisogno".
Per l'accusa, l'emergenza Covid e l'esplosione dei servizi di consegna a domicilio "potrebbe aver provocato anche reclutamenti a valanga e non controllati" di fattorini, in un "regime di sopraffazione" di soggetti "reclutati in una situazione di emarginazione sociale", aggravata "dall'emergenza sanitaria a seguito della quale l'utilizzo dei rider è progressivamente aumentato a causa dei restringimenti alla libertà di circolazione".
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