lunedì 2 marzo 2020

La Commissione Europea abbraccia l’opensource per le sue comunicazioni

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E’ sempre un’ottima cosa quando una realtà molto visibile abbraccia l’utilizzo di una piattaforma open-source, soprattutto perchè introduce questo concetto a persone che, magari, non ne hanno mai sentito parlare e che, di conseguenza, potrebbero mostrarsi poi interessate ad esplorare questo vasto vasto mondo.
Se poi questa realtà è così importante come la Commissione Europea, allora le cose si fanno interessanti.
Da un articolo uscito su PoliticoPro si viene a sapere che proprio l’ente europeo ha introdotto ai suoi collaboratori Signal, come strumento alternativo a WhatsApp per le comunicazioni. Via il closed-source di Zuckerberg, dentro l’open-source di Moxie Marlinspike e Brian Acton (quest’ultimo, già fondatore di WhatsApp).
Per chi non lo conoscesse Signal è un’applicazione open-source di messaggistica con crittografia end-to-end, balzata agli onori di cronaca perchè utilizzata da Edward Snowden ed altri attivisti, giornalisti e ricercatori che hanno la privacy come punto fisso.
Parte della strategia di cybersecurity implementata dall’unione europea è proprio quella di risolvere i casi di data leaks (fughe di dati) che hanno colpito diversi diplomatici europei, cercando di sensibilizzare non solo atteggiamenti che garantiscano la sicurezza, ma anche l’uso di software ad-hoc.
Signal has been selected as the recommended application for public instant messaging.
Signal è stata selezionata come applicazione raccomandata per la messaggistica istantanea pubblica.
Questo quanto pubblicato ad inizio Febbraio in una nota interna della commissione, ed è innegabile che l’utilizzo di un sistema open-source permetta di “guardare sotto il cofano” così da essere sempre sicuri del comportamento dell’applicazione.
Se però, come riporta netzpolitik.org, l’European External Action Service (EEAS – Servizio europeo per l’azione esterna – di fatto il ministero degli esteri europeo) sta sviluppando una applicazione apposta, allora la fiducia non è proprio totale.
Sembra il lavoro vada avanti da settembre 2019, praticamente in segreto – il che implica anche la non condivisione del codice. Cosa che a noi sembra davvero una contraddizione.
Ma forse la contraddizione non c’è, per davvero: visto che fare un fork di Signal per farlo lavorare da server privati sembra essere piuttosto facile, la strategia è usare Signal per le comunicazioni generali e un suo derivato per quelle interne, più delicate.
Se siete curiosi potete provare Signal anche voi scaricandola direttamente dal sito, o magari la state già usando con soddisfazione? Fateci sapere nei commenti.

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