E’ ovvio che non sia cosi. Essere nella propria casa tutto il giorno significa quasi sempre non riuscire ad avere uno spazio per se.
Non poter tirare, molto spesso, mai un secondo il fiato.
Neanche quello minimo che in tempi normali forse ancora qualcuna di quelle oberate da impegni e doveri familiari, se non appunto da violenze domestiche fisiche e psicologiche, riusciva a ritagliarsi.
Se, infatti, il Covid-19 risulta parimente democratico nel colpire insindacabilmente ed a random chiunque indipendentemente da portafoglio o stato sociale, certo parimenti non lo è la cosiddetta quarantena.
Non lo è, molto banalmente, per spazi vitali diversi e per possibilità diverse.
La quarantena (sia pur doverosa ben inteso) non è democratica e non rende migliori e capaci di guardare con ottimismo ad un futuro diverso se vissuta nella gabbia anonima ed indifesa di una casa dove esistano violenze psicologiche e fisiche, in uno spazio nascosto ancora meno tutelato di un carcere. Leggo con tristezza nel cuore in questi giorni le testimonianze delle operatrici del 1522 sulle telefonate ricevute in questo periodo di quarantena. Quelle di quelle poche donne che sono riuscite a farle.
Le più, si riferisce, con la voce in bagno confusa volutamente nel rumore di una radio accesa per non farsi sentire, per esempio. Allora è importante divulgare che, annunciata anche sulla sua pagina Fb dalla Ministra Bonetti, parte proprio in questi giorni, dal 25 marzo, una campagna social chiamata “Libera puoi” promossa dal Dipartimento per le Pari opportunità a sostegno delle donne vittime di violenza. Questo consapevoli della difficoltà proprio della quarantena in situazioni che potrebbero acuire, per questa difficile emergenza causata dall’epidemia da Covid19, la vita di tante donne.
L’obiettivo prefissato è di promuovere il numero 1522, attivo h24 e, a mio parere decisamente la parte più utile ed importante, far conoscere l’app scaricabile anche dal cellulare. Una campagna per dire insieme che dalla violenza si può uscire e per far sapere che anche in questi giorni di emergenza ogni donna vittima di violenza può contattare il 1522 chiamando o scaricando, appunto, una semplice app sul proprio cellulare. Certo sono stati coinvolti personaggi famosi e sono presenti messaggi in questa campagna di Giuliano Sangiorgi, Emma Marrone, Paola Turci, Caterina Caselli Sugar, Vittoria Puccini, Fiorella Mannoisa, Paola Cortellesi, Anna Foglietta e Marco D’Amore ma, al di là di tutte queste presenze vip, per carità utili, l’obiettivo è far arrivare ovunque e in maniera semplice il fatto che - nonostante l’emergenza - il numero 1522 E’ ATTIVO 24 h su 24 ed è gratuito.
Questo, ovviamente, insieme alla domanda alla Ministra Bonetti sul “dopo”. Sul fatto se, poi, le associazioni sui territori e le operatrici specializzate operative in Italia continueranno ad essere supportate ed in grado di accogliere le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking. Insomma Ministra Bonetti, arriveranno e quando i fondi promessi? Si perché, Ministra, sbaglierò anche ma a me risulta che gli aiuti ai centri antiviolenza ed alle associazioni che li gestiscono promessi recentemente non siano ancora arrivati. Diciamo inoltre, e a gran voce, che in questi giorni non esiste autocertificazione mancante che possa impedire ad una donna di correre fuori casa a chiedere aiuto e che questo, oggi come non mai, rientra nello stato di necessità per cui una donna può e deve farlo!
Diffondiamo quindi il 1522. Ripetiamo che esiste la app da cellulare che permette di chattare! Riuscire a non parlare, mandando senza farsi sentire un messaggio di richiesta di aiuto può essere fondamentale! “C’è il numero 1522 ma c’è anche la app 1522 (su iOS e Android) per chattare con le operatrici e chiedere aiuto, h24” ci ricorda, infatti, Bonetti dalla sua pagina Fb. Allora che queste poche righe siano di servizio ricordandoci che fra torte, lieviti che non si trovano, meme divertenti e giorni che a qualcuno non passano c’e’ anche l’altra faccia della medaglia.
Quella dell’urlo trattenuto, del pianto che si nasconde nell’angolo più buio di una casa, di lividi che qualche mamma ha ancora piu’ difficolta’ a mascherare ai propri figli e anche di figli che queste violenze di ogni tipo vedono e subiscono, fra le pareti di quelle case di cui la sera notiamo solo una lontana luce accesa.
Esattamente come la nostra, dall’altra parte di una strada qualunque, in un qualunque paese. Un abbraccio, allora, a tutte queste donne, silenziose e ferite con l’augurio e la speranza che uscire da questo incredibile periodo voglia dire anche trovarle poi capaci di trasformare il loro silenzio in una voce nuova, consapevole e forte.
Quella voce che esse stesse non riescono più a sentire ma hanno dentro, si strozza nella gola e urla, oggi, solo prendendo a pugni il loro stomaco.
Il 1522 c’e’, è attivo e gratuito. Scaricate la app e, se a voi che avete letto fin qui fortunatamente non serve, divulgatelo e parlatene comunque. Come è che si dice? Non si può mai sapere la battaglia che vive dentro anche chi è accanto a noi e ci appare felice.
#1522 #iorestoacasa #liberapuoi
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