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“SALVA STATI” – I PAESI DEL NORD VOGLIONO IMPORCI IL MES SUL
MODELLO TROIKA. L’ITALIA SI OPPONE: “VE LO POTETE TENERE…” TUTTO
RINVIATO DI 2 SETTIMANE L’UNIONE È SPACCATA IN 2 FAZIONI
(di
Marco Palombi – Il Fatto Quotidiano) – L’Unione europea si presenta a
quello che doveva essere un appuntamento storico divisa come forse mai.
Se il Consiglio europeo di ieri pomeriggio, la riunione (in
videoconferenza) dei capi di Stato e di governo, non è finito a pesci in
faccia è perché il mercato ittico era stato consumato tutto per la
riunione tra gli ambasciatori dei vari Paesi europei a Bruxelles che
precede il Consiglio: l’Ue non ha una strategia comune per rispondere
alla recessione innescata dal coronavirus e, per la prima volta, vede un
conflitto aperto tra una maggioranza all’interno del board della Bce e i
Paesi guida dell’Unione, cioè il blocco del Nord o, riassumendo, la
Germania. Il Consiglio si è concluso buttando la palla avanti. Come ha
fatto sapere al termine Giuseppe Conte, ai “cinque presidenti”
(Commissione, Consiglio, Eurogruppo, Bce e Parlamento) “è stato affidato
il compito di tornare con una proposta entro 10 giorni”. L’Italia, per
una volta, ha puntato i piedi e il comunicato finale è un brodino che
sancisce solo che tutti sono d’accordo sul fatto di non essere
d’accordo: viene dato mandato all’Eurogruppo di trovare una soluzione
entro due settimane.
Per capire serve un breve riassunto. Il lockdown mondiale farà
crollare la ricchezza prodotta nel mondo e anche in Europa. La cosa è
senza precedenti in questa forma e richiede una enorme risposta da parte
degli Stati per far sì che il dopo-virus non sia peggio della pandemia.
In Eurozona questo compito è complicato dalla struttura dei Trattati,
che impediscono un intervento diretto della Banca centrale. La Bce,
però, ha già varato un programma di acquisti sul mercato da almeno 750
miliardi che al momento ha stabilizzato gli spread. Problema: ci sarà
bisogno di più soldi. Chi può darli? Si è cominciato a parlare del Mes,
l’ex fondo salva-Stati, che però concede prestiti solo se ci si impegna a
ridarli a tappe forzate (le famose “condizionalità”) tagliando spese e
aumentando tasse: un suicidio. Il ricorso al Mes, però, consente a chi
lo chiede l’intervento diretto della Bce: sempre con le
condizionalità-capestro però.
L’Italia allora ha proposto di far intervenire il Mes “senza
condizionalità” e due giorni fa, insieme ad altri otto Paesi (Francia,
Spagna, Portogallo, Grecia, etc), ha lanciato persino una forma di
“eurobond”. La Germania e gli altri Paesi del Nord (Austria, Finlandia,
etc) hanno detto (al solito) no: i Trattati non si cambiano, le
condizionalità restano e non ci sarà alcuna “mutualizzazione” del
debito. E qui veniamo a ieri: l’Eurogruppo (i ministri delle Finanze
dell’euro) aveva preparato una bozza di accordo secondo le richieste di
Berlino (il sito del Fatto Quotidiano l’ha pubblicata ieri in
esclusiva), ma l’Italia e gli altri hanno detto no. Per questo sono
volati gli stracci.
Teoricamente, a coprire le emissioni di debito aggiuntivo degli Stati
– tanto più che il Patto di stabilità è sospeso – basterebbe la Bce, ma
il board è spaccato e la presidente Christine Lagarde non sa fin dove
potrà spingersi (anche le banche della sua Francia sono assai in
difficoltà). Il livello di scontro è tale che i vertici della Bce hanno
affidato alla Reuters, loro voce “non ufficiale”, un duro attacco a
Berlino & C: “La Bce non intende impiegare il programma di emergenza
Omt, ritiene che sia uno strumento inappropriato per contrastare la
crisi da coronavirus”.
Altrettanto irrituale la veemenza delle parole di Conte: “Nessuno
pensa a mutualizzare il debito: ciascun Paese risponderà per il
proprio”, “qui si tratta di reagire con strumenti innovativi e adeguati a
una guerra che, per essere vinta, va combattuta insieme”.
Quanto al ricorso al Mes, la posizione italiana sembra diventata un
no secco (il che pare contraddire, dunque, il lavoro di Roberto
Gualtieri in seno all’Eurogruppo, sede in cui un veto italiano non è
stato mai prospettato in questi giorni): “Se qualcuno pensa ai
meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato, allora
voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché
l’Italia non ne ha bisogno”.
L’Ue attualmente sono insomma almeno due, se non tre (il blocco
dell’Est, al momento in traballante alleanza coi nordici): raggiungere
un compromesso politicamente accettabile da tutti pare al momento
impresa assai difficile, anche per cinque presidenti. “Le conseguenze
del dopo Covid-19 vanno affrontate domattina, non nei prossimi mesi”,
dice Conte ai colleghi. Il premier italiano è convinto di avere il
coltello dell’alleanza con la Francia (e gli altri) dalla parte del
manico in questo momento: le ostilità, però, sono appena iniziate.
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