Chi non è senza peccato scagli anche pietre però modifichi la propria strategia.
Lino Balza “Movimento di Lotta per la salute Giulio A. Maccacaro” Sezione di Genova.
Non
intervengo a difesa di Beppe Grillo (eppure al quale sono personalmente
legato) o del movimento Cinquestelle (eppure al quale fui esternamente
partecipe e resto simpatizzante), ma per evidenziare che le responsabilità del Forum dei Movimenti dell’Acqua (eppure dei quali fui tra i primi attivisti) non sono nei confronti del popolo italiano minori di quelle attribuite ai grillini,
giustamente attribuite: l’appannamento della stella dell’acqua
pubblica. Due sono infatti le imputazioni al gruppo dirigente romano
dei Movimenti dell’acqua.
Il peccato capitale fu compiuto proprio
all’indomani della vittoria dei referendum 2011 (al plurale: non c’era
solo l’acqua ma soprattutto il nucleare) quando ebbe un ruolo determinante nella sconfitta epocale del Movimenti ecopacifisti,
eredi del già sconfitto Movimento operaio negli anni ’80. Precisamente,
in quell’irripetibile momento storico il Forum aveva tutte le carte in
mano - dimensione, organizzazione, autorevolezza e soldi dei rimborsi
elettorali - per attivare finalmente il processo di unificazione dei
Movimenti italiani: gli “Stati generali per il governo dei beni comuni”
chiesti da me, Riccardo Petrella ecc. Ebbene, rifiutando di sciogliersi
nei Movimenti, soprattutto con i Notav, di trasferirsi da Roma in
Valsusa, ha dissolto un immenso ma disperso patrimonio di ‘democrazia
partecipata’ composto da mille vertenze sul territorio, ha depauperato
una forza politica straordinaria potenzialmente in grado di farsi
Soggetto politico di governo nazionale dei Beni Comuni.
Una occasione
storica irripetibile: la vittoria clamorosa è stata irrimediabilmente
buttata per egoismi e incapacità di analisi strategica di alcuni
burocrati romani. Questa tesi, dagli stessi assai contestata, è
diffusamente contenuta nel libro “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e la ricordo solo come una occasione storica irripetibile.
Piuttosto
giova ripetere l’altra conseguenza del “peccato capitale” del 2011,
questa sì evitabile ancora oggi. La politica per “l’acqua pubblica bene
comune” del Forum purtroppo continua a riferirsi prevalentemente alla
questione di ripubblicizzazione e gestione di acquedotti e tariffe,
mentre è assente per quanto riguarda l’assetto idrogeologico e la
manutenzione e la rinaturalizzazione del territorio, soprattutto
l’emergenza dell’inquinamento delle falde acquifere e dei fiumi..
Soprattutto! Cosa me ne frega delle tariffe, fosse anche gratuita
l’acqua: cosa me ne frega se è inquinata e mi fa morire?!
Questa colpevole assenza è oggi clamorosa rispetto all’emergenza ecosanitaria dei PFAS
che già investe centinaia di migliaia di persone in Veneto e in
Piemonte per le falde rispettivamente avvelenate da Miteni a Trissino e
da Solvay a Spinetta Marengo, e che si estenderà in tante altre parti
d’Italia. I dati epidemiologici su morti e malattie sono drammatici.
Mentre si manifesta sotto le finestre di Grillo, in questo momento ad
Alessandria con Friday For Future stiamo manifestando sotto i balconi di
Provincia e Prefettura. Invero noi lanciammo l’allarme PFOA per le
acque italiane addirittura già nel 2008: allarme un po’ trascurato che
oggi è esploso in tutta la sua drammaticità, ma sul quale non tutti
sono presenti e attivi come si dovrebbe (come invece hanno cominciato a
fare i Cinquestelle!). Invito perciò innanzitutto ad una maggiore
consapevolezza, a cominciare dalla necessaria informazione: allo scopo
sul Sito www.rete-ambientalista.it gestito
dal “Movimento di Lotta per la salute Giulio A. Maccacaro” in 225
“post” sono consultabili tutte le informazioni su Pfoa/Pfas.
Lino Balza “Movimento di Lotta per la salute Giulio A. Maccacaro” Sezione di Genova.
*** Con riferimento al Coordinamento Ligure dei Movimenti per l’Acqua - Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. Sabato
20 febbraio, Genova. Al mattino manifestazione sotto la casa di Beppe
Grillo.. Conferenza stampa. Al pomeriggio incontro pubblico con Roberto
Melone - Coordinamento Ligure Movimenti per l’Acqua, Corrado Oddi -
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Padre Alex Zanotelli –
Missionario Comboniano, Pino Cosentino – Comitato Acqua Bene Comune
Genova, Simona Bombieri – Comitato Acqua Pubblica Torino.
In risposta a Lino Balza
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Le riflessioni di Lino Balza, a margine dell'iniziativa
di contestazione del Movimento 5 Stelle, attuata dal Forum Italiano dei
Movimenti per l'Acqua con la riconsegna della stella dell'acqua pubblica
a Beppe Grillo, merita una risposta mirata alla duplice critica che
viene portata avanti.
Partiamo dalla prima, ovvero, all'aver determinato la
sconfitta epocale dei movimenti ecopacifisti all'indomani della vittoria
referendaria per non aver intrapreso la strada dell'unificazione dei
movimenti (curiosamente spiegata da Lino Balza come trasferimento del
movimento dell'acqua in Val di Susa e suo scioglimento dentro il
Movimento No Tav) che, a suo dire, era nelle cose, ma fu impedito da un
gruppo di burocrati romani del movimento.
In realtà, va detto che le fughe in avanti proposte a suo tempo al movimento per l'acqua furono duplici: da una parte chi, come Lino Balza, spingeva per un'unificazione dei movimenti; dall'altra chi, come Ugo Mattei, aveva addirittura proposto la costituzione del partito dell'acqua.
Entrambe, ad avviso dell'insieme del movimento per l'acqua (vorremmo a tal proposito ricordare che le decisioni politiche sono sempre state appannaggio del Coordinamento Nazionale a cui tutti i territori hanno assiduamente partecipato e contribuito, altrimenti non si capirebbe il successo avuto), non tenevano conto della natura del movimento per l'acqua, né della natura degli altri movimenti sui beni comuni esistenti, per i quali la progressiva alleanza poteva nascere solo dall'esperienza concreta e non da decisioni prese a tavolino da fantomatici “gruppi dirigenti”.
Non sempre “i desiderata” corrispondono alla realtà e soprattutto mai la seconda può essere piegata ai primi: se “il Soggetto politico di governo nazionale dei beni comuni” fosse stato logico e consequenziale all'esperienza del movimento per l'acqua e a quelle degli altri movimenti, sarebbe avvenuto e nessun “burocrate romano” avrebbe potuto ostacolarla. Il resto sono fantasie e, come si dice, stanno a zero.
Ma veniamo alla seconda critica mossa al movimento per l'acqua: quella di pensare all'acqua solo in termini di “pubblico, privato, comune” e non all'insieme della problematica di tutela del bene comune. Qui l'accusa sembra veramente gratuita, sia perché, fin dalla proposta di legge, scritta collettivamente e presentata nel 2007 con oltre 400.000 firme, il tema dell'acqua era stato affrontato nel suo complesso, sia perché dentro tutte le vertenze territoriali legate alla tutela della risorsa idrica e alla lotta all'inquinamento della stessa sono proprio gli attivisti e i comitati per l'acqua ad essere in prima fila.
Certo, non con la diffusione reticolare e la potenza espresse negli anni che hanno portato alla vittoria referendaria, ma con tutta l'energia e l'intelligenza collettiva di cui quella straordinaria esperienza li ha resi capaci..
Nello specifico della questione PFAS la gratuità è manifesta perchè non tiene in considerazione che i comitati locali, a partire da quelli direttamente coinvolti in Veneto (quello vicentino, quello veronese e quello padovano), sono da sempre tra i promotori della mobilitazione e anche a livello nazionale nel 2018 abbiamo prodotto una video-inchiesta e un dossier "In Italia, l'acqua è un diritto?" che si occupa del tema, oltre al fatto che nell'attuale processo penale ci siamo costituiti come parte civile.
Servirebbe molto di più? Sicuramente. Ma questo è un problema che riguarda tutt@ quell@ che non hanno rinunciato a voler cambiare il mondo, non il solo movimento per l'acqua.
28 Febbraio 2020.
In realtà, va detto che le fughe in avanti proposte a suo tempo al movimento per l'acqua furono duplici: da una parte chi, come Lino Balza, spingeva per un'unificazione dei movimenti; dall'altra chi, come Ugo Mattei, aveva addirittura proposto la costituzione del partito dell'acqua.
Entrambe, ad avviso dell'insieme del movimento per l'acqua (vorremmo a tal proposito ricordare che le decisioni politiche sono sempre state appannaggio del Coordinamento Nazionale a cui tutti i territori hanno assiduamente partecipato e contribuito, altrimenti non si capirebbe il successo avuto), non tenevano conto della natura del movimento per l'acqua, né della natura degli altri movimenti sui beni comuni esistenti, per i quali la progressiva alleanza poteva nascere solo dall'esperienza concreta e non da decisioni prese a tavolino da fantomatici “gruppi dirigenti”.
Non sempre “i desiderata” corrispondono alla realtà e soprattutto mai la seconda può essere piegata ai primi: se “il Soggetto politico di governo nazionale dei beni comuni” fosse stato logico e consequenziale all'esperienza del movimento per l'acqua e a quelle degli altri movimenti, sarebbe avvenuto e nessun “burocrate romano” avrebbe potuto ostacolarla. Il resto sono fantasie e, come si dice, stanno a zero.
Ma veniamo alla seconda critica mossa al movimento per l'acqua: quella di pensare all'acqua solo in termini di “pubblico, privato, comune” e non all'insieme della problematica di tutela del bene comune. Qui l'accusa sembra veramente gratuita, sia perché, fin dalla proposta di legge, scritta collettivamente e presentata nel 2007 con oltre 400.000 firme, il tema dell'acqua era stato affrontato nel suo complesso, sia perché dentro tutte le vertenze territoriali legate alla tutela della risorsa idrica e alla lotta all'inquinamento della stessa sono proprio gli attivisti e i comitati per l'acqua ad essere in prima fila.
Certo, non con la diffusione reticolare e la potenza espresse negli anni che hanno portato alla vittoria referendaria, ma con tutta l'energia e l'intelligenza collettiva di cui quella straordinaria esperienza li ha resi capaci..
Nello specifico della questione PFAS la gratuità è manifesta perchè non tiene in considerazione che i comitati locali, a partire da quelli direttamente coinvolti in Veneto (quello vicentino, quello veronese e quello padovano), sono da sempre tra i promotori della mobilitazione e anche a livello nazionale nel 2018 abbiamo prodotto una video-inchiesta e un dossier "In Italia, l'acqua è un diritto?" che si occupa del tema, oltre al fatto che nell'attuale processo penale ci siamo costituiti come parte civile.
Servirebbe molto di più? Sicuramente. Ma questo è un problema che riguarda tutt@ quell@ che non hanno rinunciato a voler cambiare il mondo, non il solo movimento per l'acqua.
28 Febbraio 2020.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
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