Apertura in rialzo per lo spread a 298 punti dopo la chiusura a 285 venerdì scorso con una variazione che supera il 4%. Il diffreinziale tra Btp e Bund ha anche sfondato quota 300 per poi ritornare a 295. Apertura in rosso per Piazza Affari: l’indice Ftse Mib avvia gli scambi a 20.163 punti (-0,90%), l’All Share a 22.273 (-0,81%). L’avanzata dello spread affossa ancora una volta le banche, tra i titoli peggiori del listino: Banco Bpm cede il 3,2%, Unicredit il 3%, Intesa il 2,8%, Ubi Banca il 2,5%. Tensioni attese dopo la lettera della Ue, di venerdì 5 ottobree, in cui si parlava di seria preoccupazione per la “deviazione del percorso di bilancio”. Il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il titolare agli Affari economici Pierre Moscovici, nella missiva di risposta inviata al ministro dell’Economia Giovanni Tria dopo la presentazione della nota di aggiornamento del Def, hanno chiesto “alle autorità italiane di assicurare che il documento programmatico di bilancio sia rispettoso delle regole fiscali comuni e aspettiamo di vedere i dettagli delle misure che potrà contenere. Nel frattempo, come negli anni e nei mesi scorsi, restiamo aperti ad un dialogo costruttivo, aggiungono Dombrovskis e Moscovici, auspicando dunque che i contenuti delineati nella nota siano modificati nella legge di Bilancio che va inviata a Bruxelles entro il 15 ottobre”.
Ieri il vicepremier Luigi Di Maio aveva puntato il dito contro opposizioni e sistema mediatico. C’è un tentativo di “far cadere il nostro governo il prima possibile” aveva detto commentanto l’avviso di bocciatura della manovra M5s-Lega. Alla vigilia di due settimane decisive per la composizione della legge di bilancio quindi la tensione è altissima. Fissata l’asticella del 2,4% di deficit, resta il nodo delle coperture e una trattativa tutta interna alla maggioranza su come comporre le singole misure.
Dovrebbe svolgersi martedì una riunione per scrivere la risoluzione di maggioranza sulla nota di aggiornamento al Def, da votare in Aula giovedì. Il partito della ‘prudenza’, numeroso soprattutto nella Lega, vorrebbe inserire lì una rassicurazione per l’Ue. Ma la partita si giocherà soprattutto sulla legge di bilancio, da varare entro metà ottobre ma ancora in gran parte da definire. M5s spinge le sue misure. Ma la Lega vuole evitare di scontentare le imprese del Nord, sua prima base elettorale. E lavora non solo per rendere il reddito di cittadinanza il meno “assistenziale” possibile, ma anche per limitare gli effetti “iniqui” della pensione di cittadinanza ed evitare ricadute come quelle emerse in alcune simulazioni, secondo cui sarebbe negativo il saldo tra abolizione di Iri e Ace e introduzione della flat tax al 15% per le piccole partite Iva e mini-Ires.
Quanto alla manovra, il vicepremier ha anticipato che il reddito di cittadinanza potrebbe arrivare via decreto, perché sia subito operativo. E spiega che parte dell’assegno potrebbe trasferirsi all’impresa che assume, come sgravio alla formazione. Annuncia che a “quota 100” si accompagnerà un turn over “1 a 2” nelle partecipate pubbliche. E promette “15 miliardi di investimenti”, oltre che l’abbassamento del tetto di Impresa 4.0, iper e superammortamento per aiutare le piccole imprese, soprattutto al Sud. Infine, lancia una misura a forte impronta pentastellata: “Una norma della manovra fermerà i trasferimenti alle Regioni per i vitalizi“: o li aboliscono o se li pagano.
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