La teoria dell'evoluzione non solo sta alla base di tutte le scienze biologiche ma ha anche un immenso potere predittivo. Negli ultimi tempi in paesi come Israele, Turchia e India è sotto attacco e rischia di essere cancellata dai programmi scolastici. In questo articolo il direttore del Museo di Storia Naturale di Londra invita a difendere l'evidenza scientifica e il dibattito razionale.
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Nelle ultime settimane sono arrivate notizie preoccupanti sia da Israele sia dalla Turchia a riguardo del fatto che la teoria dell'evoluzione di Darwin è stata cancellata dai programmi scolastici. In Turchia si è ritenuto che il concetto di evoluzione (che in Inghilterra viene insegnato alle scuole elementari) vada oltre le capacità di comprensione degli studenti di scuola superiore. In Israele gli insegnanti sostengono che molti studenti non vengono nemmeno a conoscenza dell'evoluzione; il ministro dell'istruzione sta gentilmente suggerendo agli insegnanti di concentrarsi su altri argomenti di biologia.
Queste notizie seguono le stupefacenti dichiarazioni fatte quest'anno dal ministro per l'educazione superiore in India. Satypal Singh ha affermato che Darwin “si sbagliava sul piano scientifico” e ha richiesto che la teoria dell'evoluzione venisse rimossa dai programmi scolastici perché nessuno “ha mai visto uno scimmione trasformarsi in un essere umano”.
Si può risultare propensi a ritenere trascurabili questi attacchi al più grande contributo che Darwin ha dato alle scienze naturali. D'altronde nessun'altra teoria scientifica ha attirato lo stesso livello di fervente ostilità e detrazione, per lo meno non per più di 150 anni. Ma questo significherebbe non cogliere la particolare urgenza di migliorare la nostra comprensione scientifica del mondo naturale e di capire come proteggerlo al meglio per il futuro.
La teoria dell'evoluzione darwiniana non solo sta alla base di tutte le scienze biologiche, ha anche un immenso potere predittivo. Dalla comprensione dell'emergenza di organismi resistenti agli antibiotici, ai modi in cui specie differenti possono rispondere al riscaldamento globale (potrebbero diventare nuovi flagelli così come sostenibili risorse di cibo), la salute e la prosperità umane dipenderanno da decisioni informate dalle evidenze evoluzionistiche.
Al Museo di Storia Naturale, abbiamo una collezione unica di più di 80 milioni di campioni che vanno da fossili di 2,7 miliardi di anni fa fino a campioni raccolti nel 2018. Studiati dai nostri 350 scienziati e da migliaia di ricercatori che provengono ogni anno da tutto il mondo, questa collezione fornisce dati che fungono da standard di riferimento fondamentale per misurare i cambiamenti sia nella forma che nella diversità della vita nel corso di milioni di anni. La fantastica diversità e la composizione molecolare della vita passata e presente nella nostra collezione è una chiara, concreta, accumulata evidenza dell'evoluzione.
E nonostante questo, l'evoluzione viene ancora messa in dubbio. A parte le resistenze di natura religiosa, un motivo che porta al dubbio sembra essere l'inimmaginabile scala degli eventi che descrive. Per comprendere l'evoluzione, occorre accettare il concetto di tempo profondo, un immenso arco di tempo non umano in cui la storia dell'umanità su questo pianeta rientra a mala pena. Darwin stesso disse: “quale infinito numero di generazioni, che la mente non può afferrare, devono essersi succedute nel lungo dispiegarsi degli anni!”
Da quello che possiamo vedere dalla nostra esperienza al museo, la colpa va in parte attribuita al termine “teoria”. Questo viene usato in modo intercambiabile con idea, impressione, intuizione, congettura, tutti termini che implicano l'assenza di prove. Eppure, sin dalla sua comparsa nel XIX secolo, la teoria evoluzionistica è stata accuratamente sottoposta a scrutini e test rigorosi in una vasta gamma di discipline scientifiche da decine di migliaia di scienziati in tutto il mondo. Ed è considerata una legge scientifica irrefutabile.
Dunque com'è che dovremmo rispondere a manifesti o ingannevoli tentativi di minare questo vitale concetto scientifico? Dobbiamo certamente insegnarlo nelle scuole come nucleo centrale di qualsiasi programma di scienze. E dobbiamo far sentire la nostra voce per difendere l'evidenza scientifica e il dibattito razionale. Ma più ancora, dobbiamo ispirare i bambini con l'assoluta meraviglia e varietà della natura, e accendere la loro curiosità nei confronti del mondo che sta loro intorno. Queste idee sono al cuore di tutto il nostro lavoro di coinvolgimento del pubblico al Museo di Storia Naturale, perché crediamo che riconnettersi con la natura e mettere i nostri visitatori nella posizione di capire come le scelte che facciamo possono impattare sul mondo in cui viviamo, siano compiti urgenti e vitali.
Ad alcuni può sembrare un impegno troppo serio, ma di certo non è
noioso. Nel primo spettacolo mai andato in scena in un teatro al museo, The Wider Earth ricostruisce il pericoloso viaggio di Darwin a bordo del Beagle
e riporta alla vita, attraverso burattini intricati, un po' della fauna
esotica che ha incontrato. I campioni che ha raccolto in quel viaggio
avrebbero ispirato la sua teoria dell'evoluzione e cambiato il modo in
cui noi oggi comprendiamo il mondo. Molti di quei campioni sono ora
all'interno della nostra collezione, vengono usati per la ricerca
scientifica globale e sono a disposizione dei visitatori per essere
visti da vicino nel nostro tour della collezione “dietro le quinte”.
* articolo pubblicato mercoledì 3 ottobre su The Guardian - traduzione di Francesco Suman
(17 ottobre 2018)
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