Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha pubblicato un rapporto che
suggerisce che il reddito di base sarebbe la proposta migliore per un
nuovo sistema di welfare per il sostegno delle famiglie a basso reddito
in India. Altre indicazioni simili sono suggerite sia per l’Indonesia
che per il Perù, dove il reddito di base risulterebbe vantaggioso
rispetto agli attuali sistemi di welfare molto carenti e per nulla
universali.
La relazione utilizza i dati
dell’indagine campionaria nazionale realizzata tra il 2011 ed il 2012 in
cui viene analizzato il sistema di distribuzione pubblica dei reddito
(PDS) in India, dove i sussidi per cibo (grano, riso, zucchero) ed
energia (combustibile) sono forniti a diversi livelli in base alle
difficoltà economiche di una persona in relazione alla soglia di
povertà. Questo sistema di welfare è risultato essere sia inefficiente,
con perdite nella catena di approvvigionamento-trasporto-distribuzione, e
ingiusto, in quanto circa il 20% delle famiglie a basso reddito non
riceve alcun sussidio.
L’analisi ha confrontato il PDS
con un modello di reddito base. L’analisi ha rilevato che un reddito di
base supera la PDS in termini di copertura, in quanto il reddito di base
è universale. Tuttavia, l’analisi ha dimostrato che l’introduzione del
reddito di base significherebbe una riduzione dell’ammontare economico
sopratutto per i gruppi a basso reddito. Nell’estremità inferiore della
scala del reddito, infatti, alcune famiglie guadagnerebbero in termini
di benefici relativi, mentre alcuni ci perderanno. Gli
autori hanno notato che il reddito di base porterebbe un vantaggio
nell’eliminare le attuali inefficienze. Hanno suggerito che i risparmi
proveniente dall’attuale sistema di welfare indiano, potrebbero essere
utilizzati per finanziare un reddito di base più generoso e che potrebbe
dunque mitigare le perdite nei decili dei redditi più bassi eliminando
cosi anche la fascia di coloro che con un reddito di base potrebbero
avere meno entrate. Un’altra analisi, con un reddito di base più
elevato, dimostra che vi sarebbe una percentuale maggiore di guadagni
rispetto a coloro che invece in precedenza potevano “rimetterci”. Questo
suggerisce che un reddito di base più elevato e sostenuto anche
dall’attuale spesa delle misure assistenziali esistenti, sarebbe più
vantaggioso. In alternativa, gli autori propongono anche di discutere di
introdurre un reddito di base e di accompagnarlo con programmi di
welfare aggiuntivi per le famiglie con più difficoltà economiche.
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