mercoledì 3 ottobre 2018

India: ricerca del FMI sostiene il reddito di base

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Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha pubblicato un rapporto  che suggerisce che il reddito di base sarebbe la proposta migliore per un nuovo sistema di welfare per il sostegno delle famiglie a basso reddito in India. Altre indicazioni simili sono suggerite sia per l’Indonesia che per il Perù, dove il reddito di base risulterebbe vantaggioso rispetto agli attuali sistemi di welfare molto carenti e per nulla universali.
La relazione utilizza i dati dell’indagine campionaria nazionale realizzata tra il 2011 ed il 2012 in cui viene analizzato il sistema di distribuzione pubblica dei reddito (PDS) in India, dove i sussidi per cibo (grano, riso, zucchero) ed energia (combustibile) sono forniti a diversi livelli in base alle difficoltà economiche di una persona in relazione alla soglia di povertà. Questo sistema di welfare è risultato essere sia inefficiente, con perdite nella catena di approvvigionamento-trasporto-distribuzione, e ingiusto, in quanto circa il 20% delle famiglie a basso reddito non riceve alcun sussidio.

L’analisi ha confrontato il PDS con un modello di reddito base. L’analisi ha rilevato che un reddito di base supera la PDS in termini di copertura, in quanto il reddito di base è universale. Tuttavia, l’analisi ha dimostrato che l’introduzione del reddito di base significherebbe una riduzione dell’ammontare economico sopratutto per i gruppi a basso reddito. Nell’estremità inferiore della scala del reddito, infatti, alcune famiglie guadagnerebbero in termini di benefici relativi, mentre alcuni ci perderanno. Gli autori hanno notato che il reddito di base porterebbe un vantaggio nell’eliminare le attuali inefficienze. Hanno suggerito che i risparmi proveniente dall’attuale sistema di welfare indiano, potrebbero essere utilizzati per finanziare un reddito di base più generoso e che potrebbe dunque mitigare le perdite nei decili dei redditi più bassi eliminando cosi anche la fascia di coloro che con un reddito di base potrebbero avere meno entrate. Un’altra analisi, con un reddito di base più elevato, dimostra che vi sarebbe una percentuale maggiore di guadagni rispetto a coloro che invece in precedenza potevano “rimetterci”. Questo suggerisce che un reddito di base più elevato e sostenuto anche dall’attuale spesa delle misure assistenziali esistenti,  sarebbe più vantaggioso. In alternativa, gli autori propongono anche di discutere di introdurre un reddito di base e di accompagnarlo con programmi di welfare aggiuntivi per le famiglie con più difficoltà economiche.

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