Quanto
ha rivelato la Caritas nei giorni scorsi a proposito di una di una rete
di traffico di organi umani a danno dei rifugiati siriani con basi
operative e snodi organizzativi tra la Siria, il Libano, la Turchia,
l’Egitto e la Libia ha dell’incredibile.
controlacrisi.org fabio sebastiani
Il traffico d’organi non è una
novità, certo. Desta però molto scalpore che con uno dei paesi coinvolti
l’Europa ha concluso un accordo sulla “gestione” dei rifugiati siriani e
con un altro, l’Egitto, l’Italia continua nella “diplomazia
dell’ambiguità”. E soprattutto, c'è tanta inquietudine nel fatto che il
traffico era già conosciuto agli investigatori europei. Il portale
Lookout News ha fornito nei giorni scorsi all’agenzia Dire la
ricostruzione di un'indagine condotta dalle autorita' italiane, e che
rivela l'esistenza di una rete transnazionale che coinvolge Nord Africa e
Europa.
Una confessione in tal senso era stata fornita agli investigatori italiani gia' da Atta Wehabrebi, un trafficante eritreo arrestato nel 2014 e condannato a cinque anni di carcere per il suo coinvolgimento in un naufragio che ha causato la morte di oltre 300 migranti al largo delle coste di Lampedusa: quei migranti che non possono pagarsi il posto sui 'barconi', secondo Wehabrebi vengono "comprati" da criminali egiziani per 15mila euro: "gli egiziani- ha raccontato- hanno tutta l'attrezzatura per prelevare gli organi" e per trasportarli "in borse termiche speciali". I corpi di coloro che non sopravvivono agli interventi vengono abbandonati lungo le coste egiziane oppure gettati in mare dagli scafisti durante il tragitto. Nell'aprile scorso su una delle spiagge di Alessandria sono stati trovati nove somali. I loro corpi erano sventrati, privi degli organi vitali.
A inizio luglio, la polizia italiana ha sventato un'organizzazione criminale specializzata nel traffico di organi tra Nord Africa, Italia e Europa: migranti acquistati per 15mila euro dai trafficanti, che poi espiantavano loro gli organi da rivendere sul mercato nero, per un giro d'affari di centinaia di migliaia di euro. A smantellare tale organizzazione - che trafficava anche droga - le squadre mobili della Polizia di Stato di Palermo e Agrigento, in collaborazione con gli agenti del Servizio centrale operativo (Sco) di Roma nell'ambito dell'operazione 'Glauco Tre': 38 gli arresti - 25 eritrei, 12 etiopi e un italiano - che hanno confermato come sulle sponde del Nord Africa gruppi di egiziani comprino dai trafficanti quei migranti che non hanno i soldi per pagare la traversata nel Mediterraneo, al fine di appropriarsi dei loro organi. Dalle indagini sarebbe emerso anche il coinvolgimento di esercenti in diverse citta' italiane che avevano collegamenti con potenziali clienti a Dubai e in Israele.
Ma chi sono i principali acquirenti di questi macabri prodotti? Secondo l'analisi del portale Lookout News, europei e russi - generalmente persone con grande disponibilita' economica - comprano gli organi al mercato nero, pur di ovviare alle liste d'attesa ospedaliere, lunghe ma legali.
Tale pratica coinvolge tutto il mondo, come dimostrano i numeri forniti dal programma Global Initiative to Fight Human Trafficking, e ora l'operazione 'Glauco Tre' e' servita a far emergere il network transnazionale che collega il Nord Africa ai Paesi europei. Un altro punto 'nevralgico' e' il confine tra Libia e Tunisia- come hanno riferito in forma anonima funzionari dell'Unhcr a Lookout News- a cui l'inizio del conflitto libico nel 2011 ha contribuito largamente. Da allora, Unhcr ha raccolto diverse testimonianze di migranti, spesso mutilati, provenienti soprattutto dall'Africa subsahariana. Arrivati in Libia dopo viaggi durati mesi per imbarcarsi alla volta delle coste italiane, centinaia di loro sono stati prelevati con la forza per essere torturati e subire il prelievo di organi, principalmente polmoni, reni e fegato.
Nel rapporto dal titolo 'Trafficking in human beings in conflict and post-conflict situations', reso noto nei giorni scorsi, Caritas ha raccolto testimonianze di siriani che, in quel Paese, hanno visto persone - finite in ospedale per altre ragioni - a cui e' stato tolto un rene senza previo consenso. Altri hanno invece riferito che, sulla strada verso il Libano, sono stati avvicinati e hanno subito minacce da parte di criminali che hanno cercato di convincerli a sottoporsi all'espianto.
Infine, il report riferisce anche di combattenti ribelli che, poiche' rimasti feriti, sono stati trasportati in un ospedale nella citta' turca di Kilis - prossima al confine - da cui pero' alcuni non sono sopravvissuti. I loro cadaveri sono stati ritrovati altrove, privi degli organi interni. Quest'ultimo fatto trova conferma in un rapporto dell'Unhcr realizzato nel 2014. La conclusione avanzata dalle ong e' che il peggiorare della crisi siriana e l'aumento del flusso dei profughi stia aumentando anche il traffico di organi da immettere poi sul mercato nero.
Una confessione in tal senso era stata fornita agli investigatori italiani gia' da Atta Wehabrebi, un trafficante eritreo arrestato nel 2014 e condannato a cinque anni di carcere per il suo coinvolgimento in un naufragio che ha causato la morte di oltre 300 migranti al largo delle coste di Lampedusa: quei migranti che non possono pagarsi il posto sui 'barconi', secondo Wehabrebi vengono "comprati" da criminali egiziani per 15mila euro: "gli egiziani- ha raccontato- hanno tutta l'attrezzatura per prelevare gli organi" e per trasportarli "in borse termiche speciali". I corpi di coloro che non sopravvivono agli interventi vengono abbandonati lungo le coste egiziane oppure gettati in mare dagli scafisti durante il tragitto. Nell'aprile scorso su una delle spiagge di Alessandria sono stati trovati nove somali. I loro corpi erano sventrati, privi degli organi vitali.
A inizio luglio, la polizia italiana ha sventato un'organizzazione criminale specializzata nel traffico di organi tra Nord Africa, Italia e Europa: migranti acquistati per 15mila euro dai trafficanti, che poi espiantavano loro gli organi da rivendere sul mercato nero, per un giro d'affari di centinaia di migliaia di euro. A smantellare tale organizzazione - che trafficava anche droga - le squadre mobili della Polizia di Stato di Palermo e Agrigento, in collaborazione con gli agenti del Servizio centrale operativo (Sco) di Roma nell'ambito dell'operazione 'Glauco Tre': 38 gli arresti - 25 eritrei, 12 etiopi e un italiano - che hanno confermato come sulle sponde del Nord Africa gruppi di egiziani comprino dai trafficanti quei migranti che non hanno i soldi per pagare la traversata nel Mediterraneo, al fine di appropriarsi dei loro organi. Dalle indagini sarebbe emerso anche il coinvolgimento di esercenti in diverse citta' italiane che avevano collegamenti con potenziali clienti a Dubai e in Israele.
Ma chi sono i principali acquirenti di questi macabri prodotti? Secondo l'analisi del portale Lookout News, europei e russi - generalmente persone con grande disponibilita' economica - comprano gli organi al mercato nero, pur di ovviare alle liste d'attesa ospedaliere, lunghe ma legali.
Tale pratica coinvolge tutto il mondo, come dimostrano i numeri forniti dal programma Global Initiative to Fight Human Trafficking, e ora l'operazione 'Glauco Tre' e' servita a far emergere il network transnazionale che collega il Nord Africa ai Paesi europei. Un altro punto 'nevralgico' e' il confine tra Libia e Tunisia- come hanno riferito in forma anonima funzionari dell'Unhcr a Lookout News- a cui l'inizio del conflitto libico nel 2011 ha contribuito largamente. Da allora, Unhcr ha raccolto diverse testimonianze di migranti, spesso mutilati, provenienti soprattutto dall'Africa subsahariana. Arrivati in Libia dopo viaggi durati mesi per imbarcarsi alla volta delle coste italiane, centinaia di loro sono stati prelevati con la forza per essere torturati e subire il prelievo di organi, principalmente polmoni, reni e fegato.
Nel rapporto dal titolo 'Trafficking in human beings in conflict and post-conflict situations', reso noto nei giorni scorsi, Caritas ha raccolto testimonianze di siriani che, in quel Paese, hanno visto persone - finite in ospedale per altre ragioni - a cui e' stato tolto un rene senza previo consenso. Altri hanno invece riferito che, sulla strada verso il Libano, sono stati avvicinati e hanno subito minacce da parte di criminali che hanno cercato di convincerli a sottoporsi all'espianto.
Infine, il report riferisce anche di combattenti ribelli che, poiche' rimasti feriti, sono stati trasportati in un ospedale nella citta' turca di Kilis - prossima al confine - da cui pero' alcuni non sono sopravvissuti. I loro cadaveri sono stati ritrovati altrove, privi degli organi interni. Quest'ultimo fatto trova conferma in un rapporto dell'Unhcr realizzato nel 2014. La conclusione avanzata dalle ong e' che il peggiorare della crisi siriana e l'aumento del flusso dei profughi stia aumentando anche il traffico di organi da immettere poi sul mercato nero.
Nessun commento:
Posta un commento