venerdì 19 agosto 2016

Spazio, biotech, terapie: il futuro in 20 domande.

Scientific American ha interpellato astrofisici, filosofi, neurologi, biologi: tra progressi scientifici e tecnologici ecco come sarà il nostro domani.

repubblica.it
Spazio, biotech, terapie: il futuro in 20 domandeChe ne sarà di noi? Come esseri umani, abbiamo cambiato il pianeta Terra e stiamo trasformando la nostra stessa specie, siamo consapevoli del potere che scienza e tecnologia ci hanno dato, ma anche dei rischi che comporta il loro uso dissennato. E allora, stretti tra conquiste della conoscenza e possibili catastrofi imminenti, ci chiediamo: cosa ci riserverà il futuro? Un esercizio, quello della previsione a lungo termine, al quale in genere chi fa ricerca si sottrae.

Questa volta però, venti scienziati sono stati al gioco e hanno risposto ad altrettanti interrogativi formulati da Scientific American, che all'iniziativa ha dedicato il numero di settembre, replicato il prossimo novembre da Le Scienze, l'edizione italiana del mensile Usa.

Si va dalla possibilità di colonizzare lo spazio, alla scomparsa del sesso, dal rischio estinzione per la nostra specie, alla cura per l'Alzheimer: venti grandi domande sul futuro dell'umanità. Le risposte? Talvolta allarmanti, spesso rassicuranti, in qualche caso divertenti. Come quella del cosmologo britannico Martin Rees a cui è stato chiesto se l'umanità ha un futuro al di fuori della Terra. "Chi immagina una migrazione di massa dal nostro pianeta rimarrà deluso" spiega Rees. "Il Polo Sud o la vetta dell'Everest sono assai più ospitali di qualunque altro luogo nel Sistema solare. Forse tra cent'anni ci saranno avventurieri che usando la robotica e le biotecnologie si adatteranno a vivere in ambienti ostili come Marte. Ma allora ci troveremo di fronte a una nuova specie: viaggiare nello spazio è un'impresa da post-umani". E chissà se Rees ha pensato al collega Stephen Hawking, da anni paralizzato su una sedia a rotelle e costretto a comunicare attraverso un computer, che invece sostiene la migrazione dalla Terra come unica via di salvezza per la nostra specie.


Anche alla Nasa smorzano gli entusiasmi. Creeremo colonie nello spazio? "Se pensiamo all'invio di esseri umani per lunghi periodi su altri pianeti, questo potrebbe accadere nei prossimi 50 anni" risponde Catharine A. Conley, responsabile del settore Planetary Protection dell'Agenzia spaziale americana. "Ma se si immaginano colonie capaci di autosostenersi e di essere indipendenti dalla Terra ci vorrà molto più tempo, ammesso che saremo mai in grado di farlo".

Dal cosmo all'altro grande mistero che la scienza esplora: il cervello. Sapremo sconfiggere malattie come l'Alzheimer, l'autismo o la schizofrenia? Reisa Sperling, della Harvard Medical School, prevede che nei prossimi dieci anni, se non una cura definitiva, si faranno grandi progressi nelle terapie dell'Alzheimer: "Ritardare di 5 anni l'insorgenza della demenza, oltre a cambiare la vita dei pazienti, permetterebbe ai sistemi sanitari di risparmiare il 50%". "Schizofrenia e autismo non hanno ancora cause chiare" spiega Michael Gazzaniga, dell'Università della California di Santa Barbara. "Ma nei prossi anni esploreremo nuove strade che potrebbero portare a una cura".

A proposito di cure: si riuscirà a garantire a tutti una adeguata assistenza sanitaria? "Sì, purché si investa in personale medico capace di raggiungere le comunità più isolate del Pianeta" risponde Raj Panjabi. L'organizzazione Last Mile Health, che Panjabi ha contribuito a fondare, attualmente ha 300 operatori sanitari che assistono altrettanti villaggi in Liberia.

Scientific American ha anche chiesto se il sesso finirà per scomparire e che tecnologie useremo per rilevare le nostre emozioni. Alla prima domanda ha risposto, in maniera tutto sommato confortante, Henry Greely, direttore del Centro di legge e bioscienze a Stanford: continueremo a farlo, anche se i bambini si concepiranno in tanti altri modi. Più inquietante la risposta di Rosalind Picard, del Mit di Boston, al secondo quesito. Indosseremo sensori che, captando le nostre emozioni recenti, sapranno prevedere come staremo nel weekend: felici o depressi?

E la Terra come starà? Siamo ancora in tempo per salvarla assicurano gli esperti consultati dal magazine Usa. Certo, continuiamo a distruggere habitat naturali condannando alla fine molte specie. Ma alla domanda "possiamo evitare una estinzione di massa?" il decano dei biologi americani Edward O. Wilson risponde "sì, a patto di trasformare metà del Pianeta in una riserva naturale".

E l'Homo sapiens sopravviverà? Saremo ancora qui tra 500 anni? "È molto probabile" risponde Carlton Caves, fisico all'Università del New Mexico. "Perfino le minacce più grandi, una guerra nucleare o catastrofi collegate ai cambiamenti climatici, non ci spazzeranno via completamente. E se anche dovessimo essere insidiati dalla nostra progenie elettronica, i robot, basterà staccare loro la spina". Sembra un film, ma è il futuro.

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