Alla fine i tecnici del Tesoro hanno dato ragione a Carlo Cottarelli. Ormai in odor d'uscita. I dubbi del commissario alla Spending review, sulle coperture necessarie alla riforma della Pubblica amministrazione, oggi trovano conferma negli uffici della Ragioneria di via XX Settembre. E Forza Italia si indigna: "Cose mai viste".
Da subito Cottarelli è rimasto perplesso davanti all'approvazione di questa norma contenuta nella riforma della Pubblica amministrazione, soprattutto per quanto riguarda il metodo di reperimento delle risorse: “Si sta diffondendo la pratica di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, attraverso tagli lineari delle spese ministeriali”, ha sbottato il commissionario alla spending review.
Oltre al ripristino di 'Quota 96' per gli insegnanti, a finire nel mirino del Mef sono anche le disposizioni sul pensionamento d'ufficio a 68 anni dei professori universitari. Oggi la legge Gelmini consente l'anticipazione obbligatoria a 70 anni. L'anticipazione di due anni costerebbe 34,2 milioni nel 2015 e dal 2015 al 2021 il costo è di circa 113 milioni. Per la cancellazione delle penalizzazioni introdotte dalla legge Fornero per le uscite anticipate dal lavoro, la relazione tecnica al decreto legge Madia ha stimato un esborso di un milione per 2014, tre milioni per il 2015 e 7 milioni per il 2016. I conti della Ragioneria prevedono 5 milioni per il 2014, 15 mln per il 2015 e 35 mln per il 2016. Infine secondo i tecnici del Tesoro la quantificazione di un milione di euro dal 2014 per i benefici alle vittime di atti di terrorismo sarebbe "sottostimata".
A questo punto, Forza Italia, capitanata da Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, e Rocco Palese, capogruppo azzurro in Commissione Bilancio alla Camera, bolla come "atteggiamento irresponsabile" quello del governo e della sua maggioranza, ricordando che "in Commissione Bilancio alla Camera questi nodi erano stati evidenziati dal nostro partito che aveva chiesto coperture certe e ben delineate. Adesso occorrerà cambiare nuovamente il testo, trovare le coperture necessarie per i provvedimenti contenuti nel decreto, approvarlo al Senato e rimandarlo, per un nuovo passaggio, alla Camera. Il tutto a causa della miopia con la quale il governo Renzi affronta le discussioni nelle Commissioni parlamentari e nelle Aule del Parlamento. Le Camere esistono per contribuire attivamente e costruttivamente alla legiferazione, non per ratificare gli errori degli esecutivi distratti e incompetenti". Adesso la polemica è anche politica, ma soprattutto, per Renzi, la preoccupazione deriva dalla burocrazia ministeriale. Quella che deve far tornare i conti.
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