Da un lato preparare la federazione del centrodestra, con il riavvicinamento ad Angelino Alfano. Dall'altro lato dare battaglia sull'economia, nella consapevolezza delle difficoltà degli italiani e delle sfide che il governo dovrà affrontare nei prossimi mesi. Segue questi due binari la strategia post-assoluzione di Silvio Berlusconi, ancora ebbro di gioia per la sentenza in appello al processo Ruby. Secondo Il Messaggero, il Cavaliere ha le idee chiare su come cavalcare il tema economico nei mesi a venire.
"Io da subito farò il leader della battaglia economica degli italiani", avrebbe detto sia durante il pranzo con i figli che nei colloqui telefonici con i collaboratori più stretti. "Sarà una battaglia durissima [...]. Vengono tutti a piangere da me. I negozi chiudono, le imprese non ce la fanno, il fisco stra stritolando i lavoratori e i risparmiatori. Su queste cose, Renzi non c'è. E questo sarà il terreno su cui sfidarlo".L'idea è quella di rimanere fedeli al patto del Nazareno e andare avanti con le riforme, procedendo nel mentre alla costruzione di una "federazione del centrodestra" e di una efficace narrativa sull'economia. "Gli italiani hanno bisogno di una cura molto più forte di quella che sta somministrando il governo. Altro che 80 euro, ci vuole uno shock fiscale". E ancora, scrive sempre Il Messaggero: "In autunno Renzi deve trovare 20 miliardi di euro. E l'Europa gli sta con gli occhi addosso e con il fiato sul collo. Non basta Telemaco per convincere Merkel che l'Italia fa sul serio".
L'Europa, secondo Berlusconi, è l'altro tallone d'Achille del premier. "Renzi non riesce a farci contare davvero nei luoghi che contano", avrebbe detto il Cav in uno dei suoi ragionamenti. E sull'economia "si sta dimostrando incapace di tagliare la spesa pubblica. Si continua a usare, secondo la tradizione del Pd, la classe media come bancomat". Su questa falsariga il presidente di Forza Italia intende riprendersi il palcoscenico. Dimostrando a tutti, ancora una volta, di non essersene mai andato.
Sul fronte 'riconciliazione con Alfano', è Giovanni Toti (intervistato sempre dal Messaggero) a spiegare qual è la road map. "Stiamo parlando di una federazione di forze che si considerano, o almeno proclamano, alternative al centrosinistra alla guida del Paese. Alfano dice proprio questo e questo è l'obiettivo anche nostro. Alla fine di un percorso che, per quanto ci riguarda, può cominciare fin da subito, con una Consulta del centrodestra, una sorta di Stati Generali dei moderati italiani, da tenersi dopo l'estate". Secondo Toti, dunque, "la riunificazione delle forze moderate deve partire subito". La comune appartenenza di Fi, Ncd e Udc ai popolari europei, osserva il consigliere politico di Berlusconi, "è il punto di partenza".
Parlando della Lega, "per noi tutti i possibili alleati hanno pari dignità, ma Fi sceglie in primis gli italiani", dice Toti. "Noi non ci permettiamo di discutere l'alleanza tra la Lega e Le Pen in Europa, anche se abbiamo dei dubbi. Il segretario del Carroccio ci faccia la cortesia di non fare questioni sulla nostra appartenenza al Ppe".
Sull'eventualità di un passo indietro di Berlusconi, "semmai sta facendo un passo in avanti. È protagonista del processo di riforme che farà nascere la Terza Repubblica e, al contempo, è impegnato a ricostruire un centrodestra forte e vincente. Su tutto il resto, discuteremo con gli alleati quando e come questa federazione diventerà un fatto compiuto e secondo quali modalità verrà scelto il candidato premier", dichiara Toti. Quanto alla chiusura al dialogo con Fi da parte di alcuni esponenti del Nuovo centrodestra, "se qualcuno in Ncd vuole restare a fare la stampellina di Renzi, facesse pure".
In merito alle preferenze chieste da Alfano, "chi propone le preferenze a tutti i costi deve pesarne bene pregi e difetti, senza ipocrisie, ben sapendo - sottolinea - che non sempre premiano il rinnovamento e le persone migliori".
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