martedì 1 luglio 2014

Renzi, le parole e i fatti. Giustizia, Matteo Renzi presenta i 12 titoli della riforma. Per i capitoli, a settembre, dopo la "discussione modello PA"

RENZINessun testo presentato. Ma un elenco di dodici punti, su cui il governo avvia “un confronto”. Poi si decide: “La scommessa è discuterne per due mesi. Come marchio di fabbrica abbiamo scelto la partecipazione. Sulle riforme abbiamo chiesto ai cittadini, sulla pubblica amministrazione anche. Lo stesso metodo vale sulla giustizia”

huffingtonpost.it
È una manovra ad aggirare l’ostacolo quella che Matteo Renzi spiega al termine del consiglio dei ministri sulla giustizia (nel corso del quale il governo ha anche indicato l'ex ambasciatore Ue Nelli Feroci come come successore di Tajani per prossimi quattro mesi e dato l'ok allo smaltimento del relitto della nave Costa Concordia a Genova). Con l’obiettivo di creare consenso attorno alla riforma più complicata. Dopo giorni di stop and go, in cui si sono manifestate a via Arenula difficoltà legate alle resistenze dell’Anm su responsabilità civile e intercettazioni. E dopo che, pure dentro l’esecutivo, è emersa una frattura più profonda del previsto sul falso in bilancio. Da un lato Orlando che più volte ha annunciato che la norma di fatto sterilizzata da Berlusconi sarebbe stata reintrodotta senza se e senza e senza ma, ripristinando la perseguibilità d’ufficio del reato. Dall’altro il ministero di Federica Guidi, che ha dato voce ai timori di Confindustria.
È questa la difficoltà che sta dietro la scelta di guadagnare tempo. E di ricorrere allo stesso metodo di ascolto e confronto seguito per la pubblica amministrazione.
Stesso metodo e stesso indirizzo a cui mandare idee e contributi rivoluzione@governo.it. Dunque nessun ddl presentato, anche se – assicurano il premier e il guardasigilli Orlando – il governo ha già pronti nei cassetti i testi dei singoli provvedimenti (come a dire: la scelta di metodo non è un rinvio). Su tutto, tranne che sul tema più divisivo, le intercettazioni. Un modo per sottolineare come l’esecutivo sia davvero interessato al confronto, in primo luogo con i giornalisti, sollecitati più volte dal premier a non essere solo meri spettatori della riforma.
I dodici punti illustrati rappresentano altrettanti titoli di una riforma organica della giustizia: norme sul processo civile, riforma del Csm, responsabilità civile sul modello europeo (“non sul modello dell’emendamento Pini”), reintroduzione del falso in bilancio, norme sull’autoriciclaggio. E, appunto, intercettazioni, non per quanto riguarda il loro utilizzo nella fase di indagini ma su tutti gli aspetti che riguardano la tutela della privacy. Li illustra Renzi a modo suo, rendendoli comprensibili ai tutti, nella conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri. Processo civile: “L’obiettivo è velocizzare con il passaggio dai tribunali pieni di scartoffie alla rivoluzione tecnologica”. Riforma del Csm: “Chi giudica non nomina, chi nomina non giudica”. Responsabilità delle toghe: “Se un magistrato che sbaglia per dolo o colpa grave è giusto che ci sia la responsabilità civile”. Intercettazioni: “Nessuno vuole bloccare le intercettazioni dei magistrati. Piuttosto c’è un limite alla pubblicazione quando alcuni magistrati le passano ai giornalisti?”.
Titoli, di una riforma su cui si conosceranno le reali intenzioni del governo solo a settembre, al termine dei due mesi di confronto. Il che, e non è un dettaglio, consente non solo di cercare condivisione con Anm, avvocati, operatori del settore, ma anche di stare alla finestra a vedere che combina il Parlamento. Dove sulle materie più sensibili si rischia il falò. A partire dalla responsabilità civile dei magistrati, in discussione al Senato, il famoso ddl Buemi. Ma anche sulla prescrizione, dove alla Camera si discute il ddl Ferranti. Insomma, il governo annuncia, lasciando che il Parlamento si occupi delle materie più complicate. Se si procede, si va avanti il Parlamento. Altrimenti, si cacciano i testi dai cassetti. A settembre però.

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