Il vicepresidente di Mediaset non esclude del tutto in futuro un suo impegno in politica. "Adesso è una cosa che non sta né in cielo né in terra", ha premesso a margine della presentazione dei palinsesti 2014-2015, ma "mai dire mai" ha aggiunto con una battuta rivolta ai giornalisti che lo incalzavano.
Il figlio del leader di Forza Italia ha sottolineato che, al momento, gli mancano l'esperienza e la competenza necessarie. Ma soprattutto il campo è occupato da un potenziale concorrente come Renzi. Per Berlusconi junior i competitori del premier al momento non sono in grado di impensierirlo e se non emergerà una figura nuova, secondo lui, Renzi è destinato a vincere per 20 anni.
Pubblicità Mediaset. Il primo semestre del 2014 "è ancora negativo" per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria del gruppo Mediaset. Ha detto Pier Silvio Berlusconi a margine della presentazione dei palinsesti 2014-2015. "Stiamo facendo una battaglia per poter tenere i prezzi. Altri concorrenti seguono una politica di breve termine che rischia di fare danni più avanti. Per il secondo semestre la speranza e la sensazione è che da settembre qualcosa debba succedere, ma è presto per dirlo".
Berlusconi junior ha aggiunto che la diffusione di video su internet "ha grande importanza per quanto investitori cercano e vogliono" con la loro pubblicità, ma ha aggiunto che "la stragrande maggioranza" dei ricavi è ancora legata agli spot in tv.
Un contesto nel quale anche le reti televisive tematiche hanno ancora un peso ridotto, ma "contano sempre di più". Il vicepresidente ha detto inoltre che considera "un grandissimo successo" all21, il pacchetto da un minuto di spot trasmesso in contemporanea su sette reti del biscione: "viaggiamo sui 9 milioni di ascolti con picchi di 10, è sempre sold out, stiamo pensando a iniziative simili come all24".
Diritti tv. "Oggi la strategia di Mediaset prevede l'esclusiva assoluta sulla Champions League. Poi mai dire mai: dipende da come va il mercato, dalle offerte che possono arrivare". Berlusconi jr esclude, almeno per il momento, che la Coppa dei Campioni possa entrare in uno scambio con Sky.
Piuttosto, spiega rispondendo alle domande dei giornalisti alla presentazione dei nuovi palinsesti a Cologno Monzese, la società stima di guadagnare "centinaia, centinaia, centinaia di migliaia di abbonati" proprio puntando sulla Champions come contenuto esclusivo da sfruttare su tutte le piattaforme, "digitale terrestre e Internet sicuramente. Il satellite? E' una possibilità che abbiamo".
Il vicepresidente di Mediaset si dice comunque "soddisfatto" dell'esito della partita sui diritti contro "un gigante abituato a dominare", sottolinea senza citare Sky. Dopo il colpaccio sulla Champions, fronte su cui "ci siamo trovati a dover competere", Mediaset ha "subito un attacco diretto sul digitale terrestre" da parte della tv di Murdoch. "Le regole dicevano che i pacchetti A e B non si potevano acquistare insieme. Noi abbiamo fatto un'offerta massima accompagnata da altre solo difensive".
Dalla battaglia sulla serie A "Premium esce più forte di prima, con la Champions in esclusiva dal 2015 e le partite delle otto squadre più forti del campionato, che coprono il 90% dei tifosi, nel periodo 2015-2018". Certo, la prossima sarà "una stagione ottima per l'offerta free, con la Champions e l'Europa League, più complicata per Premium, ma dalla stagione successiva ci rifaremo".
Già costretta ad affrontare tagli da 620 milioni negli ultimi due anni, legati all'efficientamento dei costi, Mediaset punta ora a "coprire e se possibile superare" i costi dei diritti del calcio "mixando la conquista di nuovi abbonati e l'aumento dei prezzi degli abbonamenti. E' una sfida coraggiosa - sottolinea - ma le stime ci dicono che si può fare".
Tagli Rai. Berlusconi non entra nel merito del taglio da 150 milioni imposto dal governo alla Rai: "Negli ultimi due anni a Mediaset abbiamo tagliato 620 milioni: mi sembra che fare efficienza sia doveroso. Ma non mi esprimo su questioni come il canone o una o più reti senza pubblicità. Ho sempre sostenuto che il servizio pubblico debba esistere per motivi industriali e culturali, è importante per il Paese, per tenere alta l'asticella della competizione con tutte le altre aziende".
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