mercoledì 2 luglio 2014

Classe Dirigente. Riforme, resta l'immunità per senatori e deputati. Maria Elena Boschi: "Anche Forza Italia e Lega hanno votato a favore".

La commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un emendamento dei relatori alle riforme che ripristina l'attuale immunità sia per i deputati che per i senatori. Resta l'immunità prevista dall'articolo 68 della Costituzione anche per i 'nuovi' Senatori della Repubblica.

BOSCHI E', infatti, passato in commissione affari costituzionali l'emendamento dei relatori che, rispetto al testo base la ripristina. L'emendamento è passato a larga maggioranza. Si è astenuto il senatore Fi Augusto Minzolini. Proposte di modifica in questo senso erano stata avanzate dalle diverse forze politiche. "La decisione - spiega il ministro per le riforme Maria Elena Boschi - ha avuto una maggioranza molto larga. Anche Forza Italia e Lega hanno votato a favore". Il testo andrà in aula il 9 luglio.
Un'immunità "in forma molto ridotta dopo la riforma del'92 che resta a presidio della libertà di esercizio delle funzioni" dei parlamentari, spiega la presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro.
"Noi abbiamo avuto una discussione generale molto ricca e un'indagine conoscitiva con molti costituzionalisti. Che il testo della nostra Costituzione restasse inalterato è stata una richiesta largamente avanzata. Tutti hanno confermato la necessità che restasse l'autorizzazione della camera di appartenenza per essere sottoposti a perquisizione, arresto e intercettazioni".
Non bisognava aspettare che si decidesse il modo in cui i nuovi senatori vanno eletti? Per Anna Finocchiaro è una questione "infondata". L'immunità, ribadisce, resta a presidio della libertà di esercizio delle funzioni "tant'è che è prevista anche per i giudici costituzionali e per i nostri ambasciatori quando si trovano all'estero", a prescindere dall'eleggibilità o meno.

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