sabato 5 luglio 2014

Legge Elettorale "Italicum": Pier Luigi Bersani e Gianni Cuperlo fanno fronte comune contro la legge elettorale: "Va cambiata".

BERSANI CUPERLOIl fronte è comune e ha un obiettivo solo: cambiare l'Italicum blindato dal patto tra Renzi e Berlusconi. A capo i due principali leader della minoranza Pd: Gianni Cuperlo e Pier Luigi Bersani. Due che, seppur silenziosamente, da tempo stanno cercando di organizzare intorno alle loro leadership quella parte di partito poco o per nulla renziana. 

La chiusura di ogni possibile, per ora, trattativa sulla nuova legge elttorale sancita dall'incontro di ieri a palazzo Chigi tra il Premier e l'ex Cav ha messo in subbuglio una parte del partito per nulla contenta dell'impianto della legge. I motivi? la questione delle liste bloccate e il senato non elettivo. Per capire le reali intenzioni e gli umori di questa parte del Pd basta leggere le dichiarazioni firmate proprio dai due leader: Cuperlo e Bersani.
Il primo in ordine di tempo è stato l'ex segretario dem che dai microfoni di Sky ha fatto capire quale deve essere la priorità: "L'italicum - ha spiegato - va modificato, lo Capisce anche un bambino. Ci sono le soglie, le liste civetta che prendono voti ma non deputati. E poi bisogna fare in modo che il cittadino possa scegliersi il deputato. Le democrazie - ha aggiunto che funzionano non sono le democrazie padronali".

Bersani non usa molti giri di parole per spiegare il suo dissenso: "Il combinato disposto - spiega - porta a questo esito: un capo, chiuso in una stanza, nomina i deputati dell'unica camera elettiva e i consiglieri regionali indirettamente. Attraverso il premio di maggioranza nomina il presidente della repubblica, i membri della corte costituzionale e del csm. Vogliamo scherzare? - conclude - la Camera, che diventa l'unica camera elettiva, dovrà occuparsi credo degli equilibri generali del sistema. Semplificare e basta non significa far funzionare".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Gianni Cuperlo che a ospite di "Un giorno da pecora" su Radio due ha paventato rischi di costituzionalità: "Se noi licenziamo l'Italicum così com'è uscito dalla camera, io credo che ci siano margini di rischio di costituzionalità di quella legge".
La risposta di Guerini. Alle "intemperanze" della minoranza ha risposto il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini: "La partita - ha spiegato - delle riforme è decisiva per migliorare la qualità e l'efficienza delle nostre istituzioni e per confermare la credibilità che l'Italia si sta sempre più conquistando in Europa. Tutto il Partito democratico, forte dello straordinario consenso ricevuto dai cittadini, è e sarà impegnato per raggiungere l'obiettivo in tempi certi e secondo le linee approvate dai suoi organismi dirigenti".

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