martedì 22 luglio 2014

Gaza, 605 morti. Idf: “Uccisi 183 terroristi” Unicef: da inizio guerra morti 121 bambini.

Sette palestinesi sono rimasti uccisi stamattina in nuovi raid aerei. Tra le vittime, una famiglia con quattro donne. Fonti giornalistiche locali stimano che a Gaza gli sfollati siano 135 mila. Colpi di avvertimento contro la redazione di Al Jazeera. Il segretario di Stato Usa al Cairo per i colloqui di pace. Il patriarca latino di Gerusalemme: "E' un massacro inutile".

Sale a quota 605 il numero dei morti palestinesi nella Striscia di Gaza, 3.700 i feriti. Il portavoce militare israeliano fa sapere che dall’inizio dell’operazione terrestre l’esercito israeliano ha detto di aver colpito 1.388 obiettivi e di aver ucciso 183 “terroristi”.  Nelle ultime 24 ore i raid aerei di Israele hanno colpito 70 obiettivi, tra cui cinque moschee, uno stadio sportivo e la casa di un leader militare di Hamas. Negli ultimi raid nel nord del territorio palestinese, morto l’ennesimo bambino e tre donne, una delle quali incinta. Secondo l’Unicef, dallo scoppio del conflitto 121 minori palestinesi sono stati uccisi a Gaza; due su tre hanno meno di 12 anni. L’Onu afferma che “a Gaza non vi è letteralmente nessun posto sicuro per i civili”. 

Non si fermano i raid, 135mila sfollati
I raid sono proseguiti nella notte. Batniji ha aggiunto che i colpi di artiglieria hanno danneggiato diverse case lungo il confine orientale della Striscia, mentre 19 pescherecci sono stati incendiati da colpi sparati dalle navi della marina israeliana nel Mediterraneo. Sospinti dagli intensi bombardamenti, molte migliaia di abitanti dei rioni di Sheikh Zayed e di Tel Zaatar, a nord di Gaza, sono fuggiti nella notte dalle loro abitazioni. Fonti giornalistiche locali stimano che a Gaza gli sfollati siano 135 mila90 mila dei quali ospiti dell’Unrwa, l’ente dell’Onu per i profughi.
Israele respinge la tregua umanitaria dell’Onu
Il governo di Gerusalemme ha respinto la richiesta di una tregua umanitaria avanzata dalle Nazioni Unite. Il Coordinatore delle attività del governo israeliano nei Territori, Yoav Mordechai, ha formalmente comunicato all’inviato delle Nazioni Unite Robert Serry che Israele respinge la proposta di una tregua umanitaria. Lo affermano alti funzionari israeliani citati dal quotidiano israeliano Hàaretz.
Spari sulla sede di Al Jazeera a Gaza
Due colpi di avvertimento sono stati esplosi dalle forze armate israeliane contro l’ufficio di Al Jazeera a Gaza. Lo fa sapere la stessa emittente, precisando che l’esercito ha confermato di avere sparato e che nell’edificio ci sono anche alloggi residenziali. L’ufficio è stato evacuato e i civili, in preda al panico, sono scappati. Nel palazzo, riporta il giornalista di Al Jazeera sul posto, si trovano anche uffici di Associated Press.  Al momento non risultano feriti. Pronta la risposta di Israele: “Non prendiamo di mira i giornalisti“. Così Mark Regev, portavoce del premier Benjamin Netanyahu, nega che l’esercito del suo Paese abbia sparato colpi contro l’edificio, anche se un corrispondente dell’emittente presente sul posto, Tamer al-Misshal, ha detto di essere sicuro “che gli spari provenissero da Israele e non da Hamas”.
Patriarca di Gerusalemme: “A Gaza è massacro”“Quello che sta succedendo non è una guerra, ma un inutile massacro, che non farà avanzare nemmeno di un passo Israele verso la pace e la sicurezza”. Sono parole molto dure quelle di Michel Sabbah, patriarca latino di Gerusalemme. Al contrario, con tutti questi sacrifici umani, i cuori di israeliani e palestinesi si sono riempiti di nuovo odio”. Secondo Sabbah, “l’unica via per uscire dalla spirale della violenza è affrontare la questione di fondo, cioè l’occupazione israeliana dei Territori palestinesi. Ci sarà pace e sicurezza solo quando Israele riconoscerà la libertà e la sovranità dello Stato palestinese”. Ma per arrivare a questo risultato, continua il patriarca, “dovremo aspettare una nuova generazione di capi israeliani. Gli attuali leader credono solo nella forza militare. Hanno armi sofisticate per uccidere, e nessuna forza per fare la pace”.
Il 15° giorno: bombe su donna incinta, profughi e famiglia palestinese-tedesca
A due settimane dall’inizio del conflitto, il 15° giorno di guerra si è aperto con una nuova strage. Sette palestinesi sono rimasti uccisi stamattina in nuovi raid. Quattro donne tra le vittime, cui si aggiungono altre quattro palestinesi uccise nel pomeriggio, una delle quali incinta. Bombe anche sul campo profughi di Nuseirat. Il ministro degli Esteri di Berlino fa sapere che una famiglia palestinese-tedesca è morta nelle ostilità. Sull’altro fronte, sette dei razzi palestinesi sono stati intercettati dai sistemi di difesa nei ciel di Ashdod, sirene risuonano a Tel Aviv. Sale anche il numero delle vittime israeliane: 29 militari e due civili uccisi. Un soldato è stato dichiarato disperso. Dopo l’esame dei corpi di un blindato israeliano colpito domenica a Sajaya (Gaza), l’esercito israeliano è riuscito a ricomporre solo sei delle sette salme. Mentre gli sforzi di identificazione proseguono, il settimo militare è definito per il momento “disperso”. Fonti governative egiziane fanno sapere che “sono 2230 i palestinesi che hanno attraversato il confine tra Striscia ed Egitto” da quando è  stato aperto il valico di Rafah.
Egitto, Lega araba e Stati Uniti: proseguono le trattative di pace
Non appena arrivato al Cairo, il segretario di Stato Usa John Kerry ha incontrato Ban Ki-moon per colloqui incentrati sulla situazione nella Striscia: nel pomeriggio  il segretario generale delle Nazioni unite incontrerà il premier israeliano Netanyahu. Kerry ha avuto un faccia a faccia anche con il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shukri. Previsti anche incontri con il presidente egiziano Abdel-Fattah Al-Sisi e il presidente della Lega araba Nabil Elaraby.  Kerry ha assicurato 47 milioni di dollari in aiuti umanitari ai civili di Gaza. ”Lavoreremo per vedere se c’è un modo per arrivare non soltanto a qualche tipo di cessate il fuoco – ha detto il segretario di Stato, che ha annunciato che resterà un giorno in più nella capitale egiziana – ma anche per iniziare una discussione sulle questioni che stanno alla base”.
Amnesty: “Il bombardamento dell’ospedale è l’ennesimo crimine di guerra di Israele” 
“Quello contro l’ospedale Al-Aqsa è l’ultimo di una serie di attacchi nei confronti o nei pressi delle strutture mediche di Gaza, che stanno lottando per fronteggiare l’emergenza di migliaia di feriti, da quando l’8 luglio Israele ha lanciato la sua offensiva militare”, ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. Il bombardamento dell’ospedale si aggiunge all’elenco dei possibili crimini di guerra che richiedono, secondo Amnesty International, un’urgente indagine internazionale indipendente:  “Prendere di mira strutture mediche è sempre ingiustificabile. Questi attacchi sottolineano la necessità che l’Onu disponga una rapida e imparziale indagine internazionale”.
Roma, Parigi, Berlino: “No all’antisemitismo”In una dichiarazione scritta congiunta i ministri degli Esteri di Italia, Francia e Germania, hanno condannato i recenti episodi di antisemitismo avvenuti in occasione delle manifestazioni anti-israeliane e pro-palestinesi che si sono tenute nei giorni scorsi in diversi Paesi europei. “Niente, compreso il drammatico confronto militare in corso a Gaza” giustifica “l’ostilità nei confronti degli ebrei”, sottolineano i ministri, “La persecuzione antisemita e le aggressioni alle sinagoghe non devono trovare posto nelle nostre società in Europa”.

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