lunedì 20 gennaio 2014

Legge elettorale, la minoranza Pd pronta a dire no in direzione alla proposta di Matteo Renzi.


Sulle liste bloccate e l'impossibilità di scegliere il proprio rappresentante in Parlamento, la minoranza del Pd è pronta a dare battaglia. Anche votando contro alla proposta sulla riforma della legge elettorale che il segretario Matteo Renzi presenterà lunedì pomeriggio alla direzione del partito.

legge elettorale pdAll'indomani dell'incontro tra il sindaco di Firenze e Silvio Berlusconi, in cui pare si sia trovata "profonda sintonia" su un modello spagnolo modificato proprio con liste bloccate e senza preferenze, in casa democrat sale la temperatura. E i 35 che la scorsa settimana si erano astenuti potrebbero decidere, in un incontro in programma prima della direzione, di dire no al loro leader.
Lo afferma in modo chiaro all'HuffPost l'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano: "Se la proposta di Renzi in direzione prevede le liste bloccate e non dà la possibilità agli elettori di scegliere il proprio rappresentante anche tramite le preferenze, io credo che si debba votare contro". E aggiunge: "La soluzione delle 'parlamentarie' adottata la volta scorsa dal Pd non può più funzionare, anche perché i soliti noti vanno nei listini sottraendosi così a qualsiasi voto democratico".

Lo stesso pensa il bersaniano Alfredo D'Attorre: "Do per scontato un voto contrario - dice ad HuffPost - se si propongono liste bloccate che sono inaccettabili". L'ex responsabile per le Riforme continua: "Mi pare che siamo davanti a una doppia capitolazione: il Pd abdica al doppio turno e alla scelta dei propri parlamentari". D'Attorre non risparmia una stoccata a Renzi: "Non credo che il segretario abbia ottenuto 2 milioni di voti alle primarie per riformare la legge elettorale con un mini Porcellum".
Riprende l'idea di consultare gli iscritti sul sistema di voto, lanciata già da Stefano Fassina, l'ex responsabile Giustizia Danilo Leva: "Bisognerebbe chiedere a loro cosa ne pensano - dice -. Renzi non ha ottenuto un mandato in bianco e ha l'onere di indicare un percorso unitario: quello del segretario è un lavoro complicato". Mentre non si sbilancia sul voto contrario in direzione: "Dobbiamo ancora valutare - spiega - lo faremo prima dell'inizio della direzione".
Critico anche il presidente dell'assemblea del Pd, Gianni Cuperlo: "Credo che sia importante e irrinunciabile - evidenzia - restituire ai cittadini elettori la possibilità di scegliere il loro rappresentante". Lo sfidante di Renzi alle ultime primarie aggiunge: "Il segretario si è limitato a indicare i criteri ispiratori di governabilità e a togliere il potere di veto a quello che lui, se non sbaglio, ha definito i piccoli partiti: vedremo in sede di direzione il testo e il merito".

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