Sabato 18 gennaio, Giuseppe Salomè ha bersagliato l'auto del Cavaliere all'uscita della sede Pd in via del Nazareno a Roma. Ha spiegato al Fatto Quotidiano le ragioni del suo gesto: "La scelta di Renzi è una follia. Questo è stato il partito di Berlinguer! Pensavo di trovare centinaia di compagni incazzati e invece c'erano una cinquantina di contestatori"
Sul Fatto Quotidiano del 19/1/14 è detto – a pag. 4 – che l’auto di Berlusconi, avvicinandosi all’entrata laterale del Pd (per l’incontro col suo segretario Renzi) “si becca un paio di uova provenienti da una sparuta truppa di G. Mascia e Popolo Viola che si spiaccicano sul cofano al grido ‘Vergogna! Vergogna!’”. E c’è anche la foto di un uovo sfranto sul lunotto posteriore dell’auto. Ora – dato che sono l’autore del lancio delle due uova – tengo a precisare che non faccio parte di nessuna truppa del Mascia (che non so chi sia) e del Popolo Viola o di altri gruppettini analoghi.
Sono, invece, un vecchio di 85 anni, convintamente marxista che, dopo una vita di lotte per la sinistra di classe (F.G.S./Psdi; Psi: Pci; RC; Com.It.), si ritrova senza un partito marxista, grazie alla distruzione che Craxi fece del Psi, e Occhetto, D’Alema, Veltroni, Fassino, Violante e complici vari hanno fatto del Pci, cioè del vero, grande e unico partito riformista, democratico italiano. A seguito di tale distruzione ci ritroviamo ora con un Pd (che è una nuova Dc) che è finito (…). Questa disgustosa realtà è stata aggravata quando – dopo l’Epifania – si sono diffuse le “voci” su un incontro che il Renzi voleva avere col Berlusconi! Voci che si sono concretizzate: il 18/1, alle ore 16, presso la sede della Direzione del Pd, a via del Nazareno; di un partito che avrebbe (o dovrebbe avere) tra i suoi vecchi storici dirigenti uomini come Enrico Berlinguer e Aldo Moro! E questa scelta mi è sembrata una vera profanazione, un insulto folle… E a questo punto mi è esplosa una tale rabbia, una tale indignazione che mi sono detto che dovevo esternarla in qualche modo; e così mi è venuta l’idea di fare una cosa che non ho mai fatto in vita mia e, cioè, il lancio di uova contro il Berlusconi e il Renzi.
Così mi sono messo quattro uova nelle tasche del cappotto e alle 15:30 ero al Nazareno, dove pensavo di trovare centinaia di compagni ferocemente incazzati (a cominciare da quelli del partito di M. Rizzo che in mattinata avevano concluso il loro congresso in via dei Frentani), fronteggiati da centinaia di celerini. E invece, tra via del Bufalo, via della Mercede e L.go di S. Andrea delle Fratte, c’erano un centinaio scarso di carabinieri, con 4/5 pulmini; una cinquantina di patetici contestatori vocianti… Ora, data la strettezza delle strade sopracitate, e lo schieramento dei cc, ho pensato che non mi sarebbe stato possibile nessun lancio ma, all’arrivo del corteo di Berlusconi il cordone si è dovuto aprire e, così, mi sono infiltrato potendo, però, lanciare solo due uova verso il lato destro e il vetro posteriore; solo due perché sono stato bloccato – senza violenza – da un maresciallo che, guardandomi incredulo, mi ha detto: “Ma che fa? Si fermi! Mi consegni un suo documento”. Gli ho consegnato la mia carta d’identità, l’ha controllata e mi ha detto “stia fermo qui”…
Dopo una decina di minuti è tornato e mi ha ridato il documento, scuotendo la testa. Dato che avevo ancora due uova ho pensato di attendere l’uscita del Berlusconi per utilizzarle, ma siamo stati allontanati – con una certa pesantezza – dai cc che ci hanno sospinto verso San Silvestro e verso P.za Mignanelli; e così non mi è stato possibile farlo. Sono, comunque, rimasto in loco fino alle 19:30, spostandomi di fronte al portone della direzione del Pd, per utilizzare le uova rimastemi ma poi è uscita la voce che il Renzi aveva fatto la conferenza stampa all’interno della Direzione e che non si sapeva quando e se sarebbe uscito dal portone principale. E così me ne sono andato. Questa, in estrema sintesi, è la cronaca del mio gesto, scaturente da una delusione cosmica sull’assurda situazione politica italiana. E ora resto in attesa delle sue conseguenze legali, restando più che mai contento di averlo fatto.
Giuseppe Salomè
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