Ma sì, basta con questa storia della democrazia... Basta con la pretesa di avere qualcuno che ti rappresenti direttamente – scelto da te – nelle istituzioni o addirittura nel sindacato... Avrai dei rappresentanti scelti da noi, “professionali”, inamovibili. E se non faranno davvero i tuoi interessi, beh, faranno quelli della controparte. Ma “per il bene del paese”...
Redazione Contropiano
E
se avevate capito che Susanna Camusso poteva essere scavalcata nel
rapporto con Matteo Renzi e gli altri terminali della Troika che guidano
il nuovo Pd, beh, anche su questo è bene che vi rendiate conto della
realtà: sull'andare a destra Susanna non sarà mai seconda a nessuno.
Non
ne siete ancora convinti? E allora guardatevi il regolamento attuativo
del protocollo del 31 maggio 2013 e del 28 giugno 2011, firmato appena
due giorni fa. Doveva essere un atto quasi formale, una semplice
conferma di altre autentiche infamie, e invece è diventato occasione di
un ulteriore giro di vite contro la possibilità che i lavoratori possano
avere in futuro una rappresentanza vera. Del resto, se Renzi spinge per
decisioni “rapide” i tre complici storici – Camusso, Bonanni e
Angeletti – non potevano certo dare l'impressione di essere “lenti” nel
rispondere alla “sfida della modernizzazione”.
Per
Cisl e Uil non c'è problema, visto il controllo dispotico esercitato
sulle rispettive organizzazioni dai due segretari. Per la Cgil, in piena
tensione congressuale, i problemi sono esplosi subito. E dire che - a
parte la minoranza capeggiata da Giorgio Cremaschi, allargatasi per
l'occasione ad altri pezzi importanti dell'organizzazione – i due
storici simboli della “quasi opposizione di sinistra” (Maurizio Landini e
Gianni Rinaldini) avevano fatto molto più di quanto potevano per sopire
le contraddizioni con la segretaria generale; fino a non presentare
alcun documento alternativo, ma soltanto alcuni “emendamenti”, che in
una battaglia congressuale pesano al massimo come dei “distinguo”
rispetto a una linea pienamente accettata.
La
Camusso coglie la posizione di debolezza in cui si sono così cacciati i
due popolari avversari interni e piazza una delle sue solite decisioni
in solitario, firmando vincoli e accordi senza alcuna discussione
collegiale (che per un'organizzazione che dice di avere oltre 5 milioni
di iscritti sarebbe quanto meno obbligatorio, se non altro a livello di
Direttivo Nazionale). E rivendica: "Con il varo del regolamento attuativo,
si dà piena attuazione all'accordo del 31 maggio dello scorso anno
sulla rappresentanza e sulla democrazia sindacale. Si determina la reale
misurazione della rappresentanza di ogni organizzazione sindacale e si
rende evidente e trasparente quanto e chi rappresentano. Cgil, Cisl, Uil
e Confindustria dimostrano in questo modo di sapersi rinnovare e di
dare trasparenza e regole democratiche alla propria azione negoziale, di
favorire la partecipazione dei lavoratori con il voto per i delegati e
sugli accordi.
Ora gli addetti delle imprese aderenti a Confindustria avranno un potente strumento democratico per decidere della propria vita lavorativa. Mi auguro che presto anche con le altre associazioni datoriali si possa raggiungere questo importante traguardo che costituisce il modello per dare finalmente piena attuazione al dettato costituzionale".
Ognuno
potrà agevolmente verificare quanto questo nuovo accordo consenta di
misurare “realmente la rappresentanza di ogni organizzazione sindacale”,
dato che per poter “concorrere” a ogni tornata elettorale bisognerà
aver sottoscritto preventivamente il “quadro di regole” fissato con il
31 maggio, che esclude qualsiasi ricorso a scioperi in futuro, sanzioni
per organizzazioni e singoli lavoratori che dovessero comunque farlo,
deroghe ad libitum per le imprese dalle norme contrattuali, ecc.
Insomma, un'autentica prigione dove è vietato pensare, agire,
difendersi.Ora gli addetti delle imprese aderenti a Confindustria avranno un potente strumento democratico per decidere della propria vita lavorativa. Mi auguro che presto anche con le altre associazioni datoriali si possa raggiungere questo importante traguardo che costituisce il modello per dare finalmente piena attuazione al dettato costituzionale".
Una gabbia in cui si è sentito improvvisamente stretto anche Maurizio Landini: "Visitando il sito www.cgil.it, apprendo che la segretaria generale della Cgil ha firmato il testo di un accordo con alcuni contenuti mai discussi in nessun organismo della nostra organizzazione. Ciò che doveva essere un regolamento attuativo dell'accordo tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria sulla rappresentanza si trasforma in un nuovo accordo. Da una prima lettura si evidenzia che il nuovo accordo prevede sanzioni verso le organizzazioni sindacali o i lavoratori eletti, si introduce l'arbitrato interconfederale in sostituzione dell'autonomia delle singole categorie sindacali e compaiono elementi di limitazioni delle libertà sindacali anche in contrasto con la recente sentenza della Corte costituzionale sulla Fiat. Tutto ciò rende evidente l'urgenza e la necessità di una convocazione immediata del direttivo della Cgil e, nel rispetto dello Statuto della nostra organizzazione, di procedere alla consultazione degli iscritti interessati dall'accordo. Lunedì, intanto, si riunirà la segreteria nazionale della Fiom-Cgil per esprimere un giudizio più compiuto sull'accordo, anche in vista del Comitato centrale già convocato per il 16 gennaio."
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