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Complimenti agli amici de la Fionda che hanno fatto luce sull'ennesimo, incredibile, atto di mistificazione sulle vicende ucraine.
Persino Wikipedia, in teoria superpartes, rimuove la strage di Odessa: non è più la strage nazista di chi ha preso il potere a Kiev con il golpe del 2014 all'interno della sede di un sindacato. No diventa un rogo, appiccato non si sa da chi e come, a seguito di confuse circostanze di scontri tra fazioni.
Magari un fenomeno di autocombustione o una cicca buttata accesa?
Il nazismo deve essere negato, "i nazisti sono buoni",
come ci dice Gramellini nel servizio pubblico, la storia deve essere
riscritta.
E la strage di Odessa deve essere rimossa.
"A livello di fenomenologia di massa, a sette anni dal
massacro di Odessa, uno dei rischi è quello di una rimozione non solo
individuale, ma anche collettiva, di quanto commesso dai criminali
nazisti del Settore Destro (Pravy Sektor), il 2 maggio 2014 nella città
sul Mar Nero", scriveva nel 2021 Sara Reginella su l'AntiDiplomatico.
Ma la rimozione psicologica e la censura evidentemente, oggi, non bastano più.
La Strage di Odessa è troppo scomoda, le foto urlano, negano la nuova narrazione di rivalutazione del nazismo.
Il 2 maggio del 2014 furono bruciate vive dai neonazisti ucraini presso la Casa dei Sindacati di Odessa 48 persone.
Una carneficina, così come subito testimoniava Panorama (non certo la Pravda):
Frange paramilitari nazionaliste, compresa la famosa
Pravyj Sektor, circondarono l'edificio e appiccarono il fuoco.
Nell'incendio trovarono subito la morte 42 persone (34 uomini, 7 donne e
un ragazzo di diciassette anni). I pochi che riuscirono a fuggire alle
fiamme furono linciati dai militanti neonazisti che circondavano il
palazzo. Tra le vittime del massacro furono trovate anche persone
colpite da armi da fuoco e mutilate con armi da taglio.
Nel mondo al contrario in cui viviamo la
memoria storica è la base da cui ripartire. La base valoriale per
ricostruire un paese in macerie a livello politico, sociale, culturale. E
non smetteremo mai di ricordare Vadim Papura, un giovanissimo comunista
ucraino, di 17 anni, che morì arso vivo nel rogo della Casa dei
sindacati di Odessa, appiccato da milizie neonaziste ucraine. Orde
utilizzate per realizzare e consolidare il colpo di stato del 2014.
"Ricordate l'assalto alla CGIL dello scorso anno da parte di Forza
Nuova. Immaginate che quell' assalto si fosse concluso con un rogo e la
morte di decine di persone innocenti. Immaginate che quel manipolo fosse
parte di un'orda utilizzata per un colpo di Stato violento in Italia.
Che cosa avreste detto? E perché non un solo ricordo di quel tragico
evento di 8 anni fa in queste ore?", si domandava giustamente Francesco
Della Croce recentemente.
Partiamo tutti insieme da queste risposte.
Agata Iacono
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