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La legge per lo sviluppo della canapa in Sardegna è stata approvata all’unanimità per puntare sulla coltivazione di questo vegetale ed affrontare le sfide del futuro per i settori dell’agricoltura e dell’economia sostenibile in generale e quella giovanile in particolare, passando per la coltivazione dei campi incolti e per il recupero di quelli inquinati.
Il testo mette insieme due proposte di legge: la n.226 presentata dal Partito Sardo d’Azione (primo firmatario Piero Maieli) e la n.228 presentata dal Movimento 5 Stelle (primo firmatario Alessandro Solinas) e lo scopo è la promozione della filiera agroindustriale e agroalimentare della canapa sativa con specifico riferimento alla sua coltivazione e trasformazione nel territorio regionale.
Particolare valore verrà dato anche al ruolo strategico della canapa nella bonifica dei terreni inquinati, nel contrasto del dissesto idrogeologico, nella bioedilizia e nella bioenergia. In Sardegna infatti era stato portato avanti, sempre a livello regionale, un progetto per studiare le proprietà della canapa anche in questo settore.
Canapa in Sardegna, le reazioni del Consiglio regionale all’approvazione della legge
Pietro Maieli ha sottolineato l’importanza di sostenere e promuovere “la coltivazione e la trasformazione della canapa legale nel territorio sardo e la sua commercializzazione all’interno della filiera agroindustriale”, ma anche del “ruolo strategico nella bonifica dei terreni, nel contrasto del dissesto idrogeologico, nella fitodepurazione dei siti inquinati, nella bioedilizia e nella bioenergia”.
Alessandro Solinas, che ha sottolineato anche gli aspetti economici di questo settore dell’agricoltura in costante espansione: “Sono molti i giovani coinvolti che in qualche caso stanno convertendo le aziende di famiglia – ha detto in Aula l’esponente M5s -. È un’attività che consente, inoltre, di espandere l’attività agricola ai terreni incolti”.
Michele Cossa ha ricordato che “la cannabis è un prodotto industriale importante che si presta a molti utilizzi, tutti ecosostenibili, e che valorizza le risorse della nostra Isola: la terra e il clima”.
Canapa e sequestri: chiesto un tavolo regionale
Massimo Zedda ha sottolineato l’importanza, sul tema dei diritti civili, delle sollecitazioni che arrivano al Governo dalle amministrazioni locali. Per questo l’ex sindaco di Cagliari ha chiesto che il testo “venga mandato a tutti gli altri Consigli regionali, che non hanno ancora adottato un testo di legge sul tema, affinché siano le Regioni a sollecitare una discussione a Roma”.
Infine il consigliere Daniele Cocco (Leu) ha proposto di “istituire un tavolo tecnico che metta insieme legislatori regionali e nazionali e che dia l’opportunità ai nostri giovani di poter coltivare la canapa legale senza rischiare di incorrere in problemi giudiziari”.
Il riferimento è alla recente direttiva della procura della Repubblica del tribunale di Cagliari sulle indagini nel mondo della coltivazione di cannabis legale ha messo in subbuglio una realtà dalle notevoli prospettive e nella quale molti giovani sardi stavano investendo, sulla quale proprio Maieli si era espresso così: “Eventuali impedimenti alla coltivazione, alla trasformazione della canapa e alla sua successiva commercializzazione, che possano in qualche modo frenare lo sviluppo di una filiera di qualità, avrebbero come conseguenza disincentivare i giovani agricoltori, e non solo, ad avviare la propria attività”.
Canapa in Sardegna: obbligo di segnalare la semina
“E’ un ottimo traguardo”, sottolinea a Canapaindustriale.it Piero Manzanares, presidente dell’associazione Sardinia Cannabis, “è una legge che si discosta dalla 242 (la legge nazionale sulla canapa, nda), perché ad esempio qui in Sardegna ci sarà l’obbligo di segnalare la semina. Servirà per avere sotto controllo le coltivazioni che ci saranno, anche per agevolare i controlli delle forze dell’ordine. Ci sarà un database dove tutti comunicheranno la coltivazione di canapa che si può differenziare per seme, fibra o fiore, perché si è parlato anche di infiorescenze, e le forze dell’ordine saranno automaticamente informate. E quindi, come già avviene per la produzione di latte, ci saranno dei controlli. Si instaurerà anche un tavolo tecnico per trovare delle soluzioni ed eventuale creare dei disciplinari di produzione. L’importante è che si affronti il tema, cosa che ad oggi non era avvenuta. Fino ad oggi c’erano delle procure, come quella di Cagliari, che effettuavano sequestri che l’agricoltore poteva solo subire, speriamo che anche da questo lato le cose inizino a cambiare”.
Mario Catania
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