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Finché si tratta di mandare gli ucraini al macello per preservare la propria eccezionalità e perseguire le proprie demenziali strategie, si può liberamente tuonare contro la Russia e cercare di piegarla, ma quando si rischia di far mancare il pancake a colazione allora la condanna di Putin e di Mosca si azzera e così si alzano le prime bandiere bianche sulle sanzioni. Gli Usa hanno deciso di equiparare i fertilizzanti russi ai prodotti essenziali ed umanitari pertanto li hanno tolti dalla lista nera delle sanzioni. Con la solita tracotanza dell’Egemone viene spiegato che il documento del ministero delle Finanze “è di natura extraterritoriale” il che significa che tutti gli alleati americani lo seguiranno”. Loro decidono per tutti insomma anche per larve europee che da vecchie farfalle si sono trasformate in vermi invertendo il consueto ciclo naturale. Secondo gli esperti, il motivo della decisione degli Stati Uniti è stata l’inizio della carenza nel mercato mondiale sullo sfondo di un’interruzione nella logistica delle forniture dalla Russia. Dal 1 marzo, le tre maggiori compagnie di trasporto marittimo di container – la Swiss Mediterranean Shipping Company (MSC), la danese Maersk e la francese CMA CGM – hanno interrotto il trasporto di merci dalla Federazione Russa. Tuttavia, “le vendite di fertilizzanti sono aumentate” e le spedizioni sono generalmente effettuate da navi più piccole provenienti da Paesi che non hanno imposto sanzioni alla Russia, poiché gli europei Europa cercano di evitare i rischi associati all’acquisto di fertilizzanti russi, ma senza però la possibilità di farne a meno.
Ora non ha importanza se gli Usa fingono di preoccuparsi per la fame nel mondo che in gran parte sono essi a causare con le guerre e le sanzioni: è la prima ammissione del fatto che l’occidente non è più in grado di escludere nessuno tranne se stesso. Così senza farlo sapere in giro – visto che l’unica vera arma che possiedono è l’informazione – tolgono le terribili sanzioni che sempre più si stanno rivelando un boomerang. Ma se io fossi in Putin ordinerei un embargo delle esportazioni di fertilizzanti oltre che di beni alimentari verso quei Paesi che ufficialmente mandano armi ai nazisti ucraini: da troppo tempo l’occidente pensa di fare le guerre con la pancia piena, anzi per riempirsi ancora di più la pancia, ma adesso è arrivato il momento in cui per condurre le proprio piraterie si dovrà far stringere la cinghia ai cittadini. Che di certo già così sono piuttosto sconcertati nonostante la continua valanga di menzogne, come per esempio quelle del governo tedesco che fino a ieri affermava che non avrebbe mai pagato in rubli il gas e di avere un piano di emergenza per sostituire le forniture russe. Il bluff era palese per non dire infantile visto che le riserve di gas richiedono tempo per essere accumulate e bisogna cominciare ad aprile per arrivare al 100% in vista della stagione invernale. Ma si è saputo che il prode cancelliere Scholz in realtà ha già chiesto a Putin, durante una conversazione telefonica, istruzioni scritte per pagare il gas in rubli come pare che abbia fatto lo stesso Draghi. Adesso esperti dei due Paesi incontreranno quelli russi per trovare un modo di pagare in rubli passando attraverso banche non sanzionate che cambiano gli euro in rubli, naturalmente con una commissione.
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