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La più antica rivista di medicina del mondo e tuttora una delle più prestigiose, il British medical journal ha pubblicato un articolo che costituisce un vero e proprio atto di accusa contro il modo di proteggere la salute oggi, modo che si è squadernato in tutta la sua nefandezza durante la narrazione pandemica. Si tratta di un intervento che riguarda le basi stesse della scienza e dunque anche della scienza medica che dovrebbe essere adottato come testo scolastico e che in ogni caso fa comprendere molto bene il miserabile presente vaccinopatico e come sia stato facile imporlo in beffa alla realtà. L’attacco è a tutto tondo e comincia dove spesso tutto comincia, ovvero dalla scuola: biochimica e fisiologia vengono insegnati all’inizio dei corsi e non sono realmente compresi dai più, sebbene siano di importanza essenziale per quasi tutti i trattamenti: così mentre i medici più anziani sono ancora in grado di fare una diagnosi al tatto e all’auscultazione, quelli più giovani non ci provano nemmeno , preferiscono guardare il computer per vedere cosa richiedono le “linee guida” o ordinare online costosi esami spesso inutili.
Ma il problema generale che viene trattato è l’abbandono delle basi scientifiche della medina moderna: “L’introduzione della medicina basata sull’evidenza è stato un cambio di paradigma inteso a porre la medicina su una solida base scientifica. Tuttavia, la validità di questo paradigma dipende da dati affidabili provenienti da studi clinici, la maggior parte dei quali sono condotti dall’industria farmaceutica e pubblicati per conto di accademici di alto livello. Il rilascio di documenti dell’industria farmaceutica precedentemente riservati ha fornito alla comunità medica informazioni preziose sulla misura in cui gli studi clinici sponsorizzati dall’industria vengono travisati. Fino a quando questo problema non sarà risolto, la medicina basata sull’evidenza rimarrà un’illusione. Una scienza di genuina integrità sarebbe quella in cui i praticanti non si aggrappano a ipotesi convenienti , ma prendono sul serio i risultati degli esperimenti più rigorosi. Tuttavia, questo ideale è minacciato dalle società in cui gli interessi finanziari prevalgono sul bene comune. La medicina è in gran parte dominata da un piccolo numero di grandi aziende farmaceutiche in competizione per la quota di mercato, ma virtualmente unite nei loro sforzi per espandere quel mercato”.
E’ esattamente quello che possiamo osservare oggi nel pieno della tempesta pandemica che è stata sostanzialmente alimentata grazie a dati senza validità e alla manipolazione di quelli validi: “Il progresso scientifico è ostacolato dalla proprietà dei dati e della conoscenza perché l’industria sopprime i risultati negativi degli studi, non segnala gli eventi avversi e non condivide i dati grezzi con la comunità di ricerca accademica. I pazienti stanno morendo a causa dell’impatto negativo degli interessi commerciali sull’agenda della ricerca, sulle università e sulle autorità di regolamentazione. La responsabilità dell’industria farmaceutica nei confronti dei suoi azionisti significa che le sue strutture di potere gerarchico, la fedeltà ai prodotti e la propaganda delle pubbliche relazioni devono avere la precedenza sull’integrità scientifica”.
Naturalmente dal momento che anche l’università è stata investita da fondi privati per ricerche “orientate” il marcio si nasconde anche lì: “Sebbene le università siano sempre state istituzioni elitarie che potevano essere influenzate dalle fondazioni, hanno da tempo affermato di essere custodi della verità e della coscienza morale della società. Tuttavia, di fronte a finanziamenti governativi insufficienti, hanno adottato un approccio di mercato neoliberista e stanno attivamente cercando finanziamenti farmaceutici a condizioni commerciali. Di conseguenza, i dipartimenti universitari diventano strumenti dell’industria: attraverso il controllo aziendale dell’agenda di ricerca e la ghostwriting di articoli di riviste mediche e la formazione medica continua, gli accademici diventano agenti per la promozione di prodotti commerciali”
Chi non crede che la medicina sia scesa così in basso dovrebbe dare un’occhiata alle dichiarazioni dei rettori delle Università o delle facoltà di medicina e dei rappresentanti delle associazioni mediche. Si comportano come venditori nell’industria farmaceutica e usano tutte le loro forze per negare il successo dei trattamenti del Covid, in maniera da spingere sulla vaccinazione obbligatoria. E ” mentre le università non riescono a correggere le false rappresentazioni della scienza da tali collaborazioni, i critici del settore affrontano il rifiuto dei giornali, le minacce legali e la potenziale distruzione delle loro carriere. Il mantenimento di istituzioni volte a promuovere l’obiettività e l’imparzialità scientifica (es. laboratori pubblici, riviste scientifiche indipendenti e congressi) è interamente alla mercé del potere politico e commerciale In questo modo l’interesse personale prevarrà sempre sulla razionalità dell’evidenza”.
La rivista alla fine di questo articolo che distrugge la medicina legata al denaro propone di correttivi, come ad esempio la proibizione di finanziamenti da parte delle case farmaceutiche delle autorità di regolamentazione ( Cdc, Ena, Fda e compagnia) ; la tassazione delle aziende farmaceutiche per consentire il finanziamento pubblico di studi indipendenti; infine dati di studio anonimizzati a livello di singolo paziente, pubblicati insieme ai protocolli di studio su siti web opportunamente accessibili, in modo che terze parti, auto-nominate o incaricate dalle agenzie di tecnologia sanitaria, possano valutare rigorosamente la metodologia e risultati dello studio. Tutte cose che purtroppo non possono essere realizzate nell’attuale dittatura sanitaria che tutto vuole tranne che una vera medicina.
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