mercoledì 30 marzo 2022

Bologna: arriva il “credito sociale digitale”. Patente a punti per cittadini virtuosi, come a Pechino

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Piano piano, a piccoli passi, come già avevano anticipato diversi “complottisti”, i crediti sociali, eccellenza del Made in China, vengono esportati anche nel cosiddetto mondo libero. Il Green Pass è stato solo l’inizio.

E’ esattamente quello che sta accadendo a Bologna dove il Comune presenta la patente digitale per i cittadini obbedienti, con un “portafoglio del cittadino virtuoso“.

In cosa consiste tale portafogli? “Il cittadino -spiegano – avrà un riconoscimento se differenzia i rifiuti, se usa i mezzi pubblici, se gestisce bene l’energia, se non prende sanzioni dalla municipale, se risulta attivo con la Card cultura”. Certo, “nessuno sarà costretto a partecipare” intanto però la cosa è accaduta e ricorda in maniera preoccupante i crediti sociali cinesi.

E sarà un caso che in Italia questa cosa dei crediti sociali venga introdotta proprio a partire dalla regione rossa per antonomasia? Perché Bologna è stata preceduta di poco, in questa non brillante idea, dal Comune di Fidenza che ha introdotto la patente a punti per le case popolari: questa misura è ancora più agghiacciante perché prevede lo sfratto di persone indigenti.

All’assegnatario della casa popolare vengono dati cinquanta punti, che possono aumentare o diminuire a seconda del comportamento. Ad esempio, il dare cibo ai piccioni prevede la decurtazione di dieci punti, ospitare persone senza il permesso del Comune fa perdere addirittura venticinque punti. Se un assegnatario termina i punti viene sbattuto fuori senza tanti complimenti. Ovviamente questo grazie alla delazione: questo sistema è stato anticipato dal cosiddetto controllo del vicinato che, soprattutto in tempo di pandemia, più che segnalare sospetti criminali ha portato alle gesta di Alessandro Gassmann che denuncia i vicini per una festa.

Ma se non ci si deve stupire che l’Italia, ancora innamorata dei vecchi totalitarismi rossi e neri, si sia mostrata molto ricettiva verso il totalitario controllo della popolazione Made in China, stupisce e inquieta che questo metodo piaccia anche ad una nazione tradizionalmente libertaria come il Regno Unito, e soprattutto venga fatta propria da Boris Johnson che, come un classico conservatore di marca anglosassone, non dovrebbe guardare di buon occhio la longa manus dello Stato nel privato.

Il primo ministro di Sua Maestà vuole ficcare il naso nelle abitudini alimentari inglesi grazie ad un’app che controllerebbe la spesa nei supermercati. E chi sceglierà opzioni salutari come frutta e verdura sarà premiato con punti che daranno diritto a sconti.

Quello di Johnson, come quello del Comune di Bologna, è un credito sociale “soft” basato più sul premio che sulla punizione, mentre quello di Fidenza è più sullo stile cinese, ovvero punitivo. Sta di fatto che sia in versione soft che in versione hard questo ha un sapore orwelliano.

Lo Stato vuole tornare a controllare i cittadini. Questo riporta a tempi oscuri, che però sono rimpianti dalle nomenklature statali: i tempi del totalitarismo

ANDREA SARTORI

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