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Ci sono segnalazioni crescenti di vari tipi di ictus dopo la vaccinazione COVID-19. C’è un documento di revisione della letteratura scientifica pubblicato di recente (3 marzo scorso) che riassume tali segnalazioni con particolare attenzione ai dati di studi recenti e fornisce un resoconto del quadro clinico, della gestione e del trattamento.
Si legge nel documento: “La maggior parte
delle prove relative all’ictus dopo la vaccinazione COVID-19 sono casi
clinici, pertanto, l’incidenza dell’ictus dopo la vaccinazione COVID-19
non è nota con precisione.”
Alcune informazioni, però, sono emerse con chiarezza dalla revisione della letteratura: innanzitutto è risultato che la maggior parte dei pazienti colpiti da ictus dopo la vaccinazione contro il COVID-19 sono donne di età inferiore ai 60 anni e che, per lo più, avevano ricevuto la somministrazione di Astrazeneca (solo in casi minoritari di Johnson & Johnson).
La maggior parte degli studi analizzati dal documento di revisione riportano casi di trombosi del seno venoso cerebrale con o senza ictus ischemico o emorragico secondario e alcuni casi con trombocitopenia trombotica indotta da vaccino (VITT).
Il sintomo clinico più comune di trombosi del seno venoso cerebrale osservato dopo la vaccinazione COVID-19 è stato il mal di testa, ma, all’interno del documento, sono riportati altri sintomi da sottoporre a valutazione medica urgente se si sviluppano da 4 a 30 giorni dopo la vaccinazione: alterazioni visive, dolore addominale, nausea e/o vomito, mal di schiena, mancanza di respiro, dolore o gonfiore alle gambe, petecchie o facili lividi.
Gli autori precisano che il decorso clinico della trombosi del seno venoso cerebrale (CVST) dopo la vaccinazione COVID-19 può essere più grave della CVST non associata alla vaccinazione COVID e che la gestione della CVST dopo la vaccinazione contro il COVID-19 è impegnativa e differisce dal trattamento standard della CVST. Ad esempio, “l’eparina a basso peso molecolare è comunemente usata nel trattamento della CVST” – scrivono – “tuttavia può peggiorare gli esiti nella CVST associata a VITT”.
Per questo motivo i ricercatori concludono che sono necessari ulteriori studi ma, soprattutto, è urgente lo sviluppo di linee guida cliniche. Scrivono, infatti, a tal proposito: “I medici dovrebbero essere consapevoli del possibile ictus dopo la vaccinazione COVID-19 per garantire una diagnosi e un trattamento rapidi. E ancora: “Poiché la gestione è impegnativa, i casi dovrebbero essere gestiti da un team multidisciplinare di diverse discipline tra cui ematologia, neurologia, ictus, neurochirurgia e neuroradiologia.”
P.S.
L’ictus è una delle principali cause di morte e disabilità a livello globale.
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VB
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