martedì 24 agosto 2021

PETER DOSHI (BMJ): “L’EFFICACIA DEL VACCINO PFIZER È MOLTO BASSA. CORRERE NON SERVE”

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La Food and Drug Administration ha dato l’autorizzazione definitiva al vaccino Comirnaty della Pfizer/Biontech oppure no? La notizia errata dell’ok definitivo da parte dell’ente regolatore statunitense si era diffusa ieri.
Come è possibile leggere invece in una lettera ufficiale, interna alla FDA, tecnicamente c’è stata una ri-emissione dell’uso d’emergenza del prodotto farmaceutico che viene fatta periodicamente. L’autorizzazione all’uso emergenziale sarà effettiva fino a quando ne sussisteranno le condizioni e fino a quando non sarà revocata. Che il vaccino resti autorizzato in via emergenziale lo si evince anche dal sito dell’FDA: “Il vaccino continua ad essere disponibile per l’uso d’emergenza anche per i bambini tra i 12 e i 15 anni e per la somministrazione di una eventuale terza dose in persone immunocompromesse“.

Certo, questa ulteriore ri-emissione potrebbe essere un passaggio per accelerare i tempi di un’autorizzazione definitiva del siero Pfizer per cui il termine della fase di sperimentazione è fissato al 2023.

Dopo la comunicazione dell’FDA, il British Medical Journal ha pubblicato un editoriale firmato dal capo redattore Peter Doshi, dal titolo “La FDA pensa che questi dati giustifichino un’approvazione definitiva del vaccino Covid-19?”.

In chiusura Doshi ha chiesto che la FDA renda pubblici i dati e richieda studi adeguati e controllati con verifiche periodiche a lungo termine prima di dare l’autorizzazione definitiva al vaccino.

Dallo scorso anno abbiamo sentito da Pfizer e Moderna che l’efficacia del vaccino è del 95% ma, come sapranno anche i più entusiasti, misurare l’efficacia a due mesi di distanza non ci dice molto sulla durata dell’immunità”, si legge nell’editoriale di Doshi.

Lo scienziato ricorda che il problema dell’immunità che svanisce si presenta anche con i vaccini anti-influenzali. Studi scientifici hanno dimostrato “l’assenza di efficacia di tali vaccini dopo appena tre mesi, il che significherebbe che somministrare un vaccino troppo presto non porterebbe a nessuna protezione nel momento in cui il virus influenzale arriverà”.

Nell’articolo Doshi ha riportato anche i dati del Ministero israeliano secondo i quali a inizio luglio il vaccino Covid-19 ha avuto una caduta dell’efficacia al 64% e a fine luglio al 39% quando è diventata predominante la variante delta.

Questa efficacia è molto bassa” ha scritto in maniera cristallina Doshi. “Infatti, secondo i requisiti dell’FDA, un vaccino per essere approvato deve avere un’efficacia di almeno il 50%”.

Intanto proprio in Israele, il primo ministro ha comunicato che, a seguito delle crescenti ospedalizzazioni di persone vaccinate con doppia dose, sarà necessaria la terza: un ulteriore indizio che i vaccini Covid hanno un’efficacia limitata nel tempo e che non coprono dalle varianti. A questo punto è lecito pensare che potrebbe essere necessaria anche una quarta e chissà quante altre dosi perché il virus continuerà a mutare.

Imporre a queste condizioni l’obbligatorietà del vaccino, come si inizia a paventare in Italia, pone seri dubbi sulla compatibilità di tale imposizione con il rispetto della persona umana come sancito nell’articolo 32 della Costituzione.

Forse è bene stare ad ascoltare uno studioso come Peter Doshi che ha concluso così il suo articolo: “Rallentate e fate decidere alla scienza. Non ci sono ragioni legittime per correre a concedere la licenza a un vaccino per il coronavirus”.

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