mercoledì 25 agosto 2021

Classe Operaia. Mangiano per terra come cani: gli effetti del pass per i lavoratori.

La foto dei magazzinieri dell’Ikea che mangiano per terra come animali ci riporta indietro di un paio di secoli in quanto a diritti del lavoro. Dice la Cisl che “non è dignitoso”, noi ci permettiamo di rettificare con un più chiaro e sentito: “è vomitevole”.

 (pressreader.com) – di Silvia Truzzi – Il Fatto Quotidiano

Come si sa il problema è che chi non ha il Green pass non può accedere alla mensa aziendale, in virtù del decreto 6 agosto. 

A Ferragosto il governo ha specificato con una “Faq” che sì, intendevano proprio dire che anche per accedere alle mense aziendali bisogna avere il Green pass, come negli altri luoghi di somministrazione di cibi e bevande al chiuso. 
Nella stessa sezione si può leggere che invece se sei cliente di un albergo puoi accedere ai servizi di ristorazione, anche al chiuso, senza avere la certificazione verde (sempre che il ristorante non sia accessibile anche a clienti che non soggiornano nella struttura, nel qual caso bisogna avere il Green pass). 
La logica sfugge. 

Ma trovare un po’ di raziocinio in questa surreale situazione in cui il vaccino non è obbligatorio, però bisogna avere il Green pass per accedere a servizi ed esercitare diritti, è impresa ardua. Adesso si parla di un’estensione anche per accedere ai supermercati (a quando per il Pronto soccorso?). Ti dicono che serve per “incentivare” la campagna vaccinale: una moral suasion piuttosto invasiva e codarda, non priva di profili di incostituzionalità. Si può andare al lavoro senza Green pass, ma per usufruire di un diritto bisogna averlo. Dunque i dipendenti possono avere contatti tutto il giorno, ma sedersi distanziati a mensa no. Senza dire che i vaccini non garantiscono una protezione completa dall’infezione, quindi è ben possibile che un vaccinato sia contagioso (e questo è il vero problema che riguarda il Green pass in generale).

A gran voce si chiede che sindacati e Confindustria (sul Corriere, sul Sole 24 Ore che poi è il quotidiano di Confindustria) trovino un’intesa per evitare queste poco edificanti scene di “pranzi al sacco”. S’invoca anche la repentina costruzione di tensostrutture dove gli sventurati sprovvisti di vaccino possano mangiare, elevandosi dal grado di quadrupedi a quello di essere umani. Ma sono pannicelli caldi (ancorché all’Ikea dovrebbe essere piuttosto semplice reperire gazebi e tavoli). Il punto è che questa non è materia che possa essere gestita da una negoziazione tra le parti sociali, visto che il governo ha preso disposizioni nel decreto 6 agosto: è ovviamente una responsabilità dell’esecutivo e del Parlamento, che non si possono sottrarre perché in gioco ci sono sicurezza, salute pubblica, diritti personalissimi e non da ultimo quello al lavoro fondamento della Repubblica.

Leggendo le “Faq” del governo però sembra che il diritto dei lavoratori a una pausa pranzo “umana” sia più comprimibile del diritto del cliente del ristorante. Una curiosa inversione di priorità costituzionali: sarà che il governo dei migliori è più sensibile alle esigenze dei consumatori (e dei padroni, come dimostra la vicenda della mancata proroga del blocco dei licenziamenti, a fine maggio) che a quelli dei lavoratori. A proposito di Costituzione: è previsto, con riserva di legge, che in caso di emergenza sanitaria si possano rendere obbligatori trattamenti sanitari.

Ecco, sarà bene provvedere a una legge dello Stato e piantarla con questa logica attendista: tra poco il Paese riaprirà e la moral suasion non è più un’opzione. Sono i migliori, è ora di dimostrarlo.

Nessun commento:

Posta un commento