mercoledì 25 agosto 2021

Arnesi di culto.

Pare ci sia un gran bisogno di “sacro”.

 

il Simplicissimus Anna Lombroso 

E i sacerdoti dei vari credo religiosi provvedono: i rappresentati della casta scientifica addetti al culto della vita fin dallo stato embrionale con legittime obiezioni di coscienza a intermittenza, offrono la  salvezza terrena e la sconfitta della morte tramite prodotto sperimentale  ora approvato dalla Fda, e siccome siamo nella Nato e esportiamo democrazia, siamo invitati a importare le loro procedure azzardate.

Quelli impegnati a fare proselitismo di virtù civiche raccomandano molto caldamente un passe-partout- anche per i dipendenti del pubblico impiego in ogni sito, a cominciare dalle mense –   per condurre una vita “normale”, quella di prima con l’aggiunta di imperiture restrizioni doverose, che certifichi l’avvenuta somministrazione  sancendo  l’appartenenza alla società e l’adesione alla religione di stato e autorizzando l’intolleranza e il linciaggio di chi si sottrae, al quale è diventato “corretto” augurare sofferenze e atroci agonie.

I clerici della teocrazia del Mercato propagano il Verbo della stretta del sistema di controllo sociale e di sorveglianza per garantire con la tutela sanitaria quella della competitività, della crescita e del rafforzamento della responsabilità d’impresa che deve permettere di emarginare chi non sa adeguarsi, chi non vuole attrezzarsi secondo i requisiti della distruzione creativa mirata a sviluppare l’immunità da pensiero critico e sterile disobbedienza, estendendo l’applicazione del lasciapassare come strumento di fertile ricambio in grado di selezionare i meritevoli e in attesa della desiderabile obbligatorietà vaccinale, auspicata dai sindacati.

Poi c’è l’altra Chiesa, e quella  promuove il turismo sacro virtuale grazie a un simpatico  gadget gratuito,  il libretto Rosario pro Terra Sancta “personalizzato con il tuo nome a casa tua, per posta dove si possono trovare  le preghiere del Rosario, i momenti che rievocano i momenti più importanti della vita di Gesù fatto uomo per la nostra salvezza, e vedere di persona i luoghi in cui si sono svolti i fatti più importanti della vita di Gesù”. “Sarà per te un modo davvero coinvolgente di pregare, recita lo spot, un pellegrinaggio della preghiera nei santuari che conservano la memoria dei fatti del Vangelo”.

Non è nuovo che durante eventi catastrofici che cambiano il corso della storia ci si rifugi nel culto, come racconta magistralmente Camus con il ritratto della folla di Orano che accorre alla prediche penitenziali del gesuita Paneloux, dei cui stilemi pare abbia fatto tesoro il presidente del consiglio, ricordando che la peste altro non è che un memento mori o una manifestazione della collera divina per i nostri insani comportamenti.

Le religioni e le ideologie che ne ispirano motivazioni e scelte sanno bene come ipnotizzare e narcotizzare con l’aiuto degli strumenti della superstizione, santini e patentini, scapolari e mascherine, salvacondotti e riconoscimenti che costituiscono altrettanti atti di fede.

Quello che stupisce invece è la presa che hanno su target che dovrebbero conservare un minimo di spirito critico e che invece si sono rivelati ancora più permeabili, mascherando il bisogno di omologarsi dietro a una ragionevolezza opaca.

È che c’è sempre una spiegazione di comodo dietro lo stare rincantucciati nella tana sprezzante dalla quale si osservano dibattersi quelli innegabilmente “inferiori” tanto da non saper discernere quando sarebbe necessario o doveroso scendere a patti e trovare dei compromessi in presenza  di una emergenza sulla cui portata in termini di diritti e libertà è disonorevole o almeno inappropriato sollevare dubbi.

I loro filosofi dedicatisi ultimamente a fare le pulci a colleghi, sostengono la moralità ancor più della costituzionalità dello stato di eccezione perché per periodi limitati nel tempo, scrive ad esempio Roberto Esposito, alcune libertà “quando potenzialmente nocive alla salute”, possono essere momentaneamente sospese, “in questo caso la dichiarazione dello stato di emergenza punta non a un mutamento rivoluzionario o reazionari, ma al ripristino delle condizioni di  partenza”.

Deve essere una bella soddisfazione in attesa di “ripristinare le condizioni di partenza” – che all’inizio della pandemia anche loro dichiaravano essere all’origine di tutti mali, smantellamento del welfare, tagli alla sanità, ricerca regalata alle multinazionali farmaceutiche, inquinamento e cancellazione della prevenzione –    sospendere il giudizio su governi “tecnici” extraparlamentari ed extrademocratici, per non disturbare il manovratore intento a proteggere la salute  e sul cui impegno volto alla tutela dell’interesse generale pare non sia lecito sollevare dubbi, così da poter stare al davanzale, guardare il mesto passeggio di disoccupati, sfrattati, discriminati, precari, rider e pony che mescolandosi a ristoratori evasori, commercianti spregiudicati, baristi trasgressori, rottami nostalgici, non meritano solidarietà.

Dovevamo aspettarcelo quel fenomeno  che qualche eretico illuminato ha definito con indulgenza “deficit di critica”, da quando i naufraghi della “sinistra”, hanno ritrovato il gusto delle firme in calce per sottoscrivere l’appello contro gli agguati al Conte 2, quando con sussiegosa severità hanno partecipato della criminalizzazione delle attività all’aria aperta, della spericolata sfrontatezza deli untori, quando milioni di lavoratori viaggiavano e si “esponevano” ai rischi propagandati dalla narrazione pandemica al chiuso e assembrati.

Dovevamo aspettarcelo quando hanno ritenute eccessive le preoccupazioni per la militarizzazione del territorio e della campagna vaccinale nelle mani di un generale che aveva messo a punto le sue tattiche in Afghanistan, quando a qualsiasi dubbio sollevato sui burattinai dei questa opera al nero si rispondeva con le accuse di risibile complottismo estesa a Chomsky,  quando le limitazioni alla libertà – innegabili- venivano intese come temporanee misure di servizio a garanzia della salute in attesa di una più estesa medicalizzazione della società, con il sostegno di referenze personali inattaccabili: uso della mascherina, distanziamento sociale a mo’ di uomo superiore alla Hofmannsthal, vaccinazioni plurime.

Dovevamo aspettarcelo con l’orchestrazione della campagna di denigrazione dei negazionisti, dei novax, dei terrapiattisti, in piazza o sul web, dando un appoggio non proprio indiretto a quelli che fino a una anno e mezzo fa incarnavano il nemico o almeno rappresentavano la cartina di tornasole per sapere di stare dalla parte giusta: Europa non riformabile (che peraltro dovrebbe insinuare il dubbio sull’obbligatorietà del Green pass), Confindustria (che a marzo dell’anno scorso veniva criticata per l’invito alle riaperture e oggi guardata con compiacimento se vuol usare il lasciapassare come strumento semplificativo per rapidi estromissioni dal posto di lavoro), Draghi (il banchiere del diavolo redento causa Covid), quindi contro di loro.

Andateveli a vedere i siti del pensiero antagonista che ha rinunciato al pensiero e all’antagonismo tutto in una volta con tanto di certificato medico, pronti  darvi lezioni sulle gerarchie delle priorità politiche sociali ridicolizzando chi vede nelle misure governative suggerite da altre entità sovranazionali un pericolo e una condanna che peraltro non li risparmierà, perché l’unico totalitarismo non condannato dall’Europarlamento discriminerà anche questi avanzi piccoloborghesi che hanno fatto della lotta di classe uno stilema letterario da purgare con l’ideologia del politicamente corretto, che non si rassegnano a essere oggetto del processo di proletarizzazione che minaccia le loro comode e calde case, i loro treni a lunga percorrenza, i loro incarichi prestigiosi,  le loro assicurazioni e i loro fondi e il culto del loro beato egoismo.

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