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Sempre più studi dimostrano che le persone vaccinate hanno almeno la stessa carica virale o addirittura significativamente più alta di quelle che non sono state vaccinate e adesso è stato chiarito che tale carica può anche essere centinaia di volte superiore rispetto alle persone che non fatto le fatidiche iniezioni di preparati genici spacciati per vaccini: questo li rende dei super diffusori assoluti tra cui ovviamente figurano spesso proprio i medici o comunque i componenti del personale sanitario. Uno studio prestampato su The Lancet e condotto dal prestigioso gruppo di ricerca clinica dell’Università di Oxford proprio dentro un ospedale al cui personale non è stato permesso di uscire per due settimane, ha scoperto che le persone vaccinate, ma infettate con la variante Delta hanno una carica virale nelle loro narici anche 251 volte maggiore rispetto ai non vaccinati diventando così dei super diffusori sia presintomatici che asintomatici.
Per giunta gli anticorpi neutralizzanti indotti dal vaccino risultano inferiori dopo la seconda dose, ma soprattutto si è notato che non c’è alcuna associazione tra i livelli di anticorpi neutralizzanti indotti dal vaccino e la carica virale (cioè l’infettività) o lo sviluppo di sintomi nel corso dell’infezione. Quindi anche i titoli anticorpali alti da vaccino, che sono spesso propagandati come una panacea, non fanno la differenza e non fermano la diffusione del virus.Le alte cariche virali associate alla positività sembrano aver facilitato la trasmissione tra operatori sanitari completamente vaccinati che circa due mesi dopo l’iniezione del preparato Oxford / AstraZeneca hanno comunque acquisito la variante Delta, e grazie alle altissime concentrazioni virali l’hanno diffusa ovviamente ai colleghi, ma anche ai pazienti non vaccinati e ai loro familiari. Questo coincide ora con una serie di altri studi, come quello in Wisconsin o del CDC in Massachusetts .
La mancanza di una correlazione tra i livelli di anticorpi neutralizzanti e le esposizioni virali di picco suggerisce che il vaccino non riduce affatto l’infettività il che già di per sé dovrebbe fornire l’evidenza della totale inutilità o addirittura nocività dei passaporti vaccinali: infatti un tale aumento della carica virale non è stato finora mai osservato in persone non vaccinate. Ciò confuta l’affermazione della “pandemia dei non vaccinati”, attualmente in libero spaccio presso le edicole dobe si concreta la massina concentrazione di stupidità e malafede. Se non sapessimo che tutto questo serve per operazioni politico – sociali ed ha poco a che vdere con la salute pubblica diremmo che la narrazione vaccinale è frutto di pura idiozia oltre che di profitti miliardari. Del resto non è affatto un mistero la circostanza che le persone “vaccinate” possano avere alte cariche virali e diffonderle: la vaccinazione nella parte superiore del braccio non è adatta a generare una difesa immunitaria nel tratto respiratorio superiore, cosa che è all’origine dell’insuccesso di molti tentativi di vaccinazione per malattie dell’apparato respiratorio e della scarsissima efficacia delle vaccinazioni antinfluenzali. Peraltro sappiamo da altri studi che il sistema immunitario innato nelle persone vaccinate è indebolito , sia contro Sars-Cov-2 che contro batteri e funghi: di conseguenza, queste alte cariche virali possono insorgere nelle persone vaccinate e trasformarle in super diffusori, ma possono anche portare a conseguenze più gravi rispetto a quelle non vaccinate. Il fatto che i vaccini proteggano contro evoluzione più serie della malattia si ribella sempre di più una balla clamorosa anche se nessun gruppo di studio ha il coraggio di dirlo apertamente fa per timore di essere bannato per sempre da Big Pharma.
Insomma con quest’ultima ricerca abbiamo un pezzo importante del puzzle che spiega perché l’epidemia della variante delta sia così diffusa: gli individui completamente vaccinati agiscono come potenti super-diffusori dell’infezione rilasciando quantità concentrate di virus nell’ambiente circostante e alimentano nuove riacutizzazioni. Gli operatori sanitari vaccinati possono essere quasi certi di infettare i loro colleghi e pazienti, mentre la vaccinazione continua non farà che peggiorare questo problema, specialmente con medici e infermieri che si prendono cura dei pazienti a rischio; e lo si vede già in Israele, dove anche poco dopo la terza dose sono stati riscontrati numerosi contagi, oltre a ricoveri e decessi di persone anziane e malate, cioè alto rischio che avrebbero dovuto essere rafforzate dalla terza inoculazione e invece hanno ricevuto il colpo di grazia.
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