Il conto alla rovescia è partito. E questa volta nulla sembra poterlo fermare in extremis come avvenuto fino a oggi.
(Andrea Bassi – il Messaggero)
Tra una settimana esatta nelle caselle postali e in quelle virtuali degli italiani inizieranno ad arrivare le 20 milioni di cartelle esattoriali la cui notifica era stata sospesa a marzo del 2020, all’inizio della pandemia. Questa volta, come detto, salvo improbabili sorprese, non arriverà nessun nuovo stop.
LE TAPPE
Non ci sono decreti all’ordine del giorno dove imbarcare un nuovo rinvio delle scadenze. E il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha fissato la prossima riunione con i sottosegretari e i vice ministri per fare il punto in vista della legge di Bilancio solo a martedì prossimo, il primo settembre, proprio il giorno della ripartenza della macchina della riscossione.
Al Tesoro ritengono un nuovo slittamento non fattibile. Scavallare la scadenza del 31 dicembre prossimo comporterebbe la necessità di trovare alcuni miliardi di euro per coprire il nuovo congelamento. Ma questo non significa che il tema delle cartelle esattoriali sia uscito dall’agenda del governo.
L’intenzione è quella di agire su due fronti. Il primo riguarda l’Agenzia delle Entrate – Riscossione. A settembre non invierà tutti e 20 i milioni di cartelle che si sono accumulati nei suoi cassetti. Ne partiranno al massimo un milione, un milione e mezzo. La ragione sarebbe che la capacità operativa dell’Agenzia è sostanzialmente questa.
Il che, tra l’altro, significa che per consegnare tutti e 20 i milioni di cartelle ci vorrà almeno un anno e mezzo. Ma in realtà c’è anche un altro motivo. Le cartelle arretrate che dovranno essere consegnate sono atti in buona parte formatisi durante la pandemia.
Atti, insomma, che in una certa misura andranno a colpire quelle stesse imprese o quei stessi cittadini che il governo nei mesi scorsi ha indennizzato e aiutato stanziando miliardi. Una via d’uscita, che non sia un nuoco congelamento delle cartelle, va trovata. E quella che sembra più alla portata di mano è una quarta operazione di rottamazione.
LA STRATEGIA
Le giustificazioni sarebbero diverse. La prima, come detto, è che la notifica dei 20 milioni di atti insieme alla ripresa dei pignoramenti, potrebbe intaccare il clima di fiducia nel Paese che sta alimentando la ripresa. Ma c’è anche una seconda, e forse più forte ragione, per attrezzare una nuova operazione di pace fiscale.
A luglio di quest’ anno, il ministro dell’Economia Franco, ha depositato in Parlamento una proposta di riforma della riscossione. Che contiene molte novità, tra le quali una semplificazione della rateizzazione delle cartelle, oltre a una revisione dell’aggio.
Oltre a uno svuotamento del cosiddetto magazzino delle vecchie cartelle, quelle dal 2000 ad oggi mai riscosse e che da sole valgono quasi mille miliardi di euro. Dunque, se fino ad oggi le prime tre rottamazioni sono state fatte in tempi normali e solo con la promessa di una riforma della riscossione, adesso la ragione sarebbe che i tempi non sono normali e che la riforma è davvero alle porte. La rottamazione-quater potrebbe essere dunque inserita all’interno della manovra di bilancio. I termini sono tutti ancora da decidere.
Una delle ipotesi è che si sgravino gli atti non solo dalle sanzioni e dagli interessi, ma anche dall’aggio della riscossione, anche considerando che nella riforma quest’ ultimo dovrebbe scomparire. Intanto a fine luglio l’Agenzia delle Entrate – Riscossione ha già presentato una guida per la ripresa dei pagamenti.
Tra le altre cose ricordando che i versamento oggetti di sospensione potranno essere rateizzati, ma bisognerà presentare domanda prima della fine di settembre. Oltre alle cartelle è già ripreso, con il primo versamento il 2 agosto, il pagamento delle rate delle rottamazioni.
Entro il 31 agosto andrà pagata la rata scaduta il 31 maggio 2020 (rottamazione-ter), entro il 30 settembre le rate scadute il 31 luglio 2020 (rottamazione-ter e saldo e stralcio) ed entro il 31 ottobre la rata scaduta il 30 novembre 2020 (rottamazione-ter). Poi, il 30 novembre, scade il termine per il pagamento delle rate di febbraio, marzo, maggio e luglio 2021.
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