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Vecchi di mille anni
Nell'incontro con gli amici del Webinar di R2020, condotto dalla brava Elena Tioli, si parla di un sacco di cose relative a come, invecchiando, il capitalismo, seppure in aumento di ferocia, dia chiari segni di senescenza. L'evidentissimo ritorno a formule di sopruso e dominio di secoli or sono, seppure innervate su dispositivi tecnologici inediti e miracolosi, rivela una perdita di tono psicofisico impressionante. La famosa forza propulsiva è venuta a mancare anche al capitalismo, chi l'avrebbe detto. Se ne potrebbe trarre che, stavolta, il paradigma, costituendo una chiara regressione al già provato - e superato - in altre circostanze stroriche, sia destinato a fallire. A perdersi come uno smarrito attempato che vagola di qua e di là - in effetti mena colpi all'impazzata sfracassando qualsiasi cosa attorno a lui - e non ritrova la via per casa.
In preda a un delirio di onnipotenza (il vecchio matto che si ritiene Napoleone, è un classico) di paura e di odio sanguinario, scampato al manicomio criminale, questo manipolo di Golem ultracentenari è riuscito a mantenersi alla guida dell'Occidente solo in virtù di un gravissimo accidente: la nostra inconsapevole condivisione della malattia senile di cui sopra. Da tempi remotissimi ci è stata instillata la stralunata idea che chi esercita il potere se lo merita, rappresenta il modello, la sa più lunga di noi "per grazia di dio e volontà del popolo" (al quale nessuno l'ha mai chiesto). Ne consegue che irrazionalità, assurdità, nonsense, che segnano la demenza senile dei gerontocrati, sono arrivate a infettare le masse. Perfino più dell'ultima invenzione di tale demenza: il Covid. Anche perchè è venuto a mancare quell'antidoto di lucidità e logica che le masse avevano riposto nei propri rappresentanti, purtroppo inaffidabili e che, fino a qualche tempo fa, ci aveva trattenuto dal rincoglionimento.
Medioevo prossimo venturo
Dal panno al colera al farmaco infettivo
E solo così che si assiste inerti, date le sinapsi sbrindellate, alla pulizia etnica che un aggressore spietatissimo conduce da 70 anni contro un popolo nostro vicino e amico da millenni. Allo stesso modo ci si fa sparare in corpo e si fa sparare in corpo a figli e genitori, un qualcosa che frutta trilioni a pochi e non offre ai tanti la più pallida idea di cosa gli succederà dopo. Nessuna meraviglia. Non siamo noi, popoli millenari dell'Occidente, coloro che si sono dati per guida e taumaturgo quella nazione che per prima inaugurò il sistema di sostituire se stessa, costi quel che costi, a chi c'era prima e ai suoi diritti inalienabili? C'è da meravigliarsi che ora costoro infliggano la stessa pratica a noi e,.nella fregola senile dell'autodafè, a se stessi, sostituendo ai roghi dei villaggi, ai cannoni, al 7°Cavalleggeri, alle vesti intrise di colera e al whisky, un po' di organismi geneticamente modificati?.
Sei immune? Beccati questo! Te lo dice il punteggio.
Nel Webinar ho parlato di "guerra dei vecchi (dopo eliminati altri vecchi, quelli chiusi in case senza parco e piscina) ai bambini, ai ragazzi" e ne ho menzionato alcune forme, a partire dall'annientamento dell'istruzione. L'intervento anti-giovani avviato con le mascherine, ora si esalta con il vaccino che Pfizer ha fatto e che, ovviamente, la Federal Food and Drug Administration negli USA e l'Agenzia del Farmaco Europea (Direttrice Omer Cooke, ex-lobbista di Pfizer e Moderna) hanno approvato. E' provato che tra gli zero e i 18 anni si è immuni alla nota infezione per il 99,980%. Quale sfaccettatura della demenza senile ha determinato - e a noi ha fatto accettare - che questi bimbi e ragazzi debbano essere iniettati e radiati dall'immunità donata dalla natura? Stupisce allora che la proposta di Letta, fatta così, per darsi un tono, di una tassarella di successione sulle eredità dei satrapi, per farne una dotazione ai diciottenni dispersi nel vuoto, sia stata polverizzata da Draghi con queste parole: "Non è l'ora di prendere agli italiani" ( intesi come miliardari) ?
Vi offro una guida. Già illustrata nel Webinar. Traete voi le conclusioni. C'è questo criterio di valutazione degli scienziati, in testa quelli che si occupano di salute. Si chiama "Indice H", dal nome, Jorge Hirsch, del suo inventore, è universalmente riconosciuto è basato sul numero e sul valore delle ricerche e sul prestigio professionale delle pubblicazioni. Chi supera la valutazione 100 può dirsi membro dell'élite scientifica. Chi supera 150 nè costituisce il vertice, come i francesi Luc Montagnier (contestatore del virus e del vaccino e Premio Nobel), o Didier Raoult. O come i primi firmatari della "Great Barrington Declaration" negli USA, contraria all'attuale gestione dell'infezione, cui hanno poi aderito decine di migliaia di medici.
Sotto i 100 si mantiene una certa rilevanza. Intorno ai 50 si entra nel girone dei meschinelli. Ecco, allora, il punteggio degli autorevoli e televisionissimi che, sia nel Comitato Tecnnico Scientifico, sia fuori, hanno determinato per noi vita e salute: Rezza 59, Galli 51, Crisanti 49, Capua 48, Ricciardi 39, Burioni 26, Brusaferro 21, Pregliasco 14. Poi si scava.
A Roberto Speranza, che ci ha negato le cure domiciliari preferendo imporci "la vigile attesa" (dell'ospedale e della terapia intensiva) va riservato un altro tipo di valutazione.
Buonanotte.
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