sabato 29 maggio 2021

Si sgretola il mito Fauci: aveva già messo in conto la fuga di un virus

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E’ uno spettacolo deprimente e in qualche modo indecente, lo sgretolarsi di un’icona della pandemia, dei suoi misteri e delle sue nefandezze etiche: il dottor Antony Fauci uno degli autori che ha firmato la sceneggiatura Covid, uno dei consigliori all’origine delle misure di scasso costituzionale, sociale ed economico che sono state fatte passare da provvedimenti sanitari per fermare il virus, rivelatesi inutili e assurdi, si sta smascherando da solo giorno per giorno. Dopo aver ordinato che fosse considerata una fale news qualsiasi ipotesi di costruzione artificiale del virus, visto che in caso contrario lui stesso e il suo  National Institutes of Health  avrebbero potuto essere considerati i responsabili principali e comunque i più sospetti di una creazione virale nel laboratorio di Wuhan, adesso ha cambiato idea e dice che la creazione artificiale non si può affatto escludere. Ma ormai i fantasmi del passato lo inseguono: adesso è saltato fuori che nel 2012 aveva detto che i rischi di un incidente di laboratorio che scatena una pandemia sono superati dai potenziali benefici della manipolazione dei virus. Dunque in un certo senso la cosa era messa in conto e aveva trovato anche  un’autogiustificazione.

Fauci in un documento inviato all’American Society for Microbiology aveva sostenuto “All’interno della comunità di ricerca, molti hanno espresso la preoccupazione che importanti progressi della ricerca possano interrompersi solo per il timore che qualcuno, da qualche parte, possa tentare di replicare questi esperimenti in modo approssimativoQuesta è una preoccupazione valida. Ma i benefici di tali esperimenti e la conoscenza risultante superano i rischi “ In realtà questa era solo un modo di vedere la cosa da parte di un soggetto portatore di forti interessi economi, molto scienziati non erano affatto d’accordo con queste tesi. Per esempio 200 ricercatori tra cui quelli del Cambridge Working Group avevano lanciano un allarme pubblico nel 2014: “I rischi di incidenti con “potenziali agenti patogeni pandemici di nuova creazione sollevano nuove gravi preoccupazioni. La creazione in laboratorio di nuovi ceppi altamente trasmissibili di virus pericolosi, specialmente ma non limitati all’influenza, pone rischi sostanzialmente maggiori.  Un’infezione accidentale in un simile contesto potrebbe innescare epidemie che sarebbero difficili o impossibili da controllare. Storicamente, i nuovi ceppi di influenza, una volta stabilita la trasmissione nella popolazione umana, hanno infettato un quarto o più della popolazione mondiale entro due anni “. E Steven Salzberg, della Johns Hopkins School of Medicine, nel 2015 ha affermato che i benefici di tali ricerche rispetto ai rischi erano “minimi nella migliore delle ipotesi” e potevano “essere ottenuti in modo molto più sicuro attraverso altre vie di ricerca”.

Certo le opinioni di Fauci erano quelle  di uno che per tutta la vita ha campato e anche sontuosamente di manipolazioni virali per le quali è stato uno dei collettori di finanziamenti più che un protagonista dal punto scientifico, ma al cui rischio non ha fatto riscontro alcun vantaggio visto che egli non è mai riuscito a creare il vaccino per l’Hiv da cui tutto questo ha preso le mosse e che nemmeno con il Covd 19 le cose stanno andando troppo bene ad onta delle rassicurazioni ufficiali sui vaccini. Insomma questa conoscenza accumulata è servita a ben poco, mentre è possibile che sia sta essa stessa  sia stata all’origine della pandemia.

Tutto quello che dice Fauci è ben inquadrabile in una concezione ideologica della medicina ossessivamente farmaco centrica, di origine prettamente americana, in cui la cura non tiene in minima considerazione le difese naturali dell’organismo, né i suoi equilibri interni, ma e vista solo come una battaglia tra patogeni e  farmaci in cui il corpo del paziente non è che un passivo terreno di scontro. Cose che erano già state osservate nel lontano 1976 da Ivan Illich nel suo saggio “Nemesi Medica” e che adesso arrivano alle estreme conseguenze, ovvero quello di voler a tutti i costi curare i sani.  E lo dice uno che non ha nessuna inclinazione alla naturopatia o ad altre forme di medicina “magica”, ma nemmeno una fede cieca nello scientismo più volgare .

Ad ogni modo sarebbe interessante capire cosa abbia provocato questa inversione narrativa che Fauci stesso ha inaugurato dopo i forti attacchi subito ad un’udienza senatoriale nel marzo scorso: forse esiste qualche documentazione che potrebbe saltare fuori da un momento all’altro, oppure l’anziano collettore di finanziamenti farmacologici sospetta di essere stato in qualche modo tradito dai suoi compagni di merende o ancora è in vista qualche ripensamento in merito alla conduzione della narrazione pandemica  o ancora si prepara una qualche campagna anticinese? Di certo in questa pandemia c’à ben poco di naturale e di vero.

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