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Sono ormai centinaia i musicisti che a livello internazionale hanno preso posizione a sostegno dei diritti del popolo palestinese e deciso boicottare sul piano artistico Israele. Tra questi spiccano Roger Waters, Serj Tankian, Rage Against the Machine, Run the Jewels e Patti Smith.
E’ la storica rivista del settore – Rolling Stone – a far sapere che insieme ad altri 600 musicisti, hanno firmato una lettera aperta per chiedere agli artisti di boicottare i concerti in Israele finché non ci sarà una «Palestina libera».
Tra gli artisti che hanno aderito – i “Musicians for Palestine” – ci sono anche Julian Casablancas, Black Thought e Questlove dei Roots, Godspeed You! Black Emperor, Thurston Moore, Bun-B, Royce Da 5’9’’, Cypress Hill, Talib Kweli, Cypress Hill e molti altri.
“In quanto musicisti non possiamo restare in silenzio. Oggi è essenziale schierarsi con la Palestina. Chiediamo ai nostri colleghi di esprimere pubblicamente la loro solidarietà verso il popolo palestinese. La complicità con i crimini di guerra di Israele si trova nel silenzio, e oggi il silenzio non è un’opzione”, dice la lettera di Musicians For Palestine.
“Oggi parliamo insieme e chiediamo giustizia, dignità e il rispetto del diritto all’autodeterminazione per il popolo palestinese e per tutti quelli che combattono l’esproprio coloniale e la violenza in tutto il pianeta”.
Ma c’è di più anche sul piano dell’assunzione di responsabilità. I musicisti chiedono infatti ai loro colleghi “di rifiutarsi di suonare per le istituzioni culturali israeliane complici, e di sostenere con fermezza il popolo palestinese e il loro diritto alla sovranità e alla libertà. Siamo convinti che sia cruciale vivere in un mondo senza segregazione e apartheid”.
I Rage Against the Machine avevano già commentato il conflitto a Gaza con un post su Instagram. “La violenza e le atrocità di cui siamo testimoni a Sheikh Jarrah e Gaza sono il proseguimento di decenni di apartheid brutale e dell’occupazione violenta della Palestina da parte di Israele”. Nel post hanno dichiarato che “Siamo schierati con il popolo palestinese mentre resiste al terrore coloniale in tutte le sue forme”.
Una domanda corre d’obbligo. Ma tra i musicisti italiani ce n’è qualcuno che trovi lo stesso coraggio politico e coscienza civile sui diritti del popolo palestinese? Se ci sono è tempo che si facciano sentire, al momento il loro silenzio è assordante, e non certo per lo stop ai concerti dovuto alle restrizioni della pandemia.
Per guadagnarsi autorevolezza – e magari anche tante rogne – non bastano le comparsate al concertone del 1 Maggio, serve un pizzico di coraggio in più e la causa palestinese lo merita tutto.
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