sabato 29 maggio 2021

INTRIGHI DEM ITALIA-USA DIETRO LO SCANDALO UNICEF. Sui milioni di dollari finiti al cognato di Renzi e mai arrivati ai bimbi Africani

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NEGLI ANNI DELLE DONAZIONI AL PARENTE DI RENZI
POLITICI DEM AI VERTICI DEL FONDO PER L’INFANZIA
L’UOMO DI OBAMA, VICINO ALLA CIA, LAKE A NEW YORK.
MILIONI DI DOLLARI PIOVUTI DAGLI USA DOPO IL VIAGGIO
DELL’EX PREMIER PD CON RUTELLI DA HILLARY CLINTON

In copertina il presidente Barack Obama quando nel 2014 incontrò il premier Matteo Renzi in Italia e, nei riquadri, l’ex direttore Unicef di New York Anthony Lake, nominato da Obama, e il giornalista collaboratore CIA Michael Leeden ospitato e pagato dalla Provincia di Firenze per un convegno quando Renzi presiedeva l’ente nel 2006

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

In omaggio alla sempre più stretta collaborazione tra Gospa News e DataBase Italia nell’ambito delle inchieste internazionali su geopolitica, Deep State e intelligence ripubblico una delle più interessanti investigazioni sui retroscena degli intrighi tra Democratici Italia-Usa intorno all’ex premier Matteo Renzi e alla presunta appropriazione indebita sui fondi Unicef costata al cognato Andrea Conticini il processo imminente fissato per l’8 giugno davanti al Tribunale di Firenze.

Fonte originale: inchiesta Gospa News

AGGIORNAMENTO DEL 18 MARZO 2021

Appropriazione indebita, autoriciclaggio e riciclaggio: con queste accuse – a vario titolo – il gup di Firenze ha rinviato a giudizio i fratelli Alessandro, Luca e Andrea Conticini nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Firenze che ipotizza, tra l’altro, la sottrazione di 6,6 milioni di dollari destinati all’assistenza all’infanzia in Africa. Le donazioni oggetto dell’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Luca Turco e dal pm Giuseppina Mione, provenivano da Fondazione Pulitzer tramite Operation Usa, Unicef e altri enti umanitari internazionali. Lo riporta Il Fatto Quotidiano del 18 marzo 2021.

ARTICOLO DEL 23 GENNAIO 2019

Mentre la Procura di Firenze prosegue il suo lavoro per accertare le responsabilità penali della presunta appropriazione indebita sui fondi umanitari per i bambini africani finiti sui conti privati di un parente dell’ex premier Matteo Renzi, ecco la scoperta che le donazioni milionarie da parte dell’Unicef sono avvenute sotto il segno dei democratici.

Già Gospa News, per prima, aveva svelato che un potentissimo senatore Dem americano era nel direttivo di un altro dei munifici donatori, la Fondazione Operation Usa che ha però preso le distanze nei giorni scorsi sporgendo denuncia come parte offesa.

Ora, dopo una meticolosa ricerca sui personaggi e i periodi interessati dall’erogazione targata Unicef (2008-2013), ecco affiorare i nomi di politici Dem di Italia e Stati Uniti d’America che erano al vertice dell’ente in quegli anni e aggiungeranno benzina sul fuoco della polemica innescata dai deputati 5Stelle in merito a presunti favoritismi verso i familiari di Renzi nella rinuncia dell’agenzia Onu per l’infanzia a sporgere querela. Non solo. Anche le date evidenziano molteplici coincidenze tra incarichi, incontri e le elargizioni…

RENZI E SPADAFORA: DUE RUTELLIANI AL GOVERNO

«Guardi tra i miei collaboratori di oggi, tra qualche anno magari li troverà al governo». La profezia dall’ex Sindaco di Roma Francesco Rutelli, fatta nel 2014, è divenuta realtà. Il già vicepremier del Governo Prodi, leader della Margherita e fondatore del Pd la pronunciò alla giornalista Barbara Romano il 3 novembre 2014 in un’intervista per il quotidiano Libero sul suo “discepolo” Matteo Renzi, divenuto pochi mesi prima Presidente del Consiglio.

 L’attuale sottosegretario Vincenzo Spadafora e l’ex premier Matteo Renzi insieme a Firenze nel marzo 2011 per la presentazione dei Meeting Unicef

«Sì, è un mio allievo. Renzi nella Margherita apparteneva alla corrente dei rutelliani. L’ho seguito da quando è diventato presidente della provincia di Firenze e l’ho anche aiutato a diventare sindaco». Ed il vaticinio di quattro anni fa è divenuto realtà: uno dei più stretti collaboratori di Rutelli, l’ex Udeur Vincenzo Spadafora, è ora Sottosegretario di Stato alle Pari Opportunità e ai Giovani, in virtù della sua adesione al Movimento 5Stelle ed al sostegno al suo corregionale campano Luigi Di Maio. I due rutelliani nel 2011 a Firenze si ritrovarono abbracciati nel segno dell’Unicef : Spadafora in qualità di presidente del Comitato Italia dell’United Nation Children’s Fund, Renzi quale Sindaco del capoluogo toscano.

Più avanti (aggiornamento del marzo 2021), Spadafora, dopo essere stato uno dei principali attori nella trattativa per la nascita del nuovo governo M5S e PD, il 4 settembre 2019 viene nominato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte Ministro per le politiche giovanili e dello Sport nel governo Conte II.

La contiguità in quell’importante meeting di 3 giorni basta già a smentire la nota ufficiale con cui la stessa Unicef negò l’esistenza di qualsivoglia rapporto tra l’organizzazione umanitaria e l’ex premier dopo lo scandalo dei fondi destinati all’Africa che, secondo la Procura di Firenze, sarebbero invece finiti sui conti personali di un parente dell’ex segretario del Partito Democratico. Il caso è quello noto dei milioni di dollari donati da Unicef International alla piccola e neonata Play Therapy Africa (PTA) Ltd (ovvero società commerciale a responsabilità limitata con sede nel Regno Unito) di cui era socio e direttore Alessandro Conticini, fratello di Andrea, marito di Matilde Renzi, sorella dell’ex premier.

Se è di per sè curiosa la correlazione politica per cui due rutelliani si ritrovino entrambi ai vertici della politica uniti, anche se temporaneamente, sotto il simbolo Unicef, lo sono ancora di più altre coincidenze tutte all’ombra dei Dem: Spadafora, per sua stessa ammissione disoccupato dopo la sconfitta del ministro Rutelli (per cui lavorava) nella corsa al Campidoglio, diventa presidente di Unicef Italia nel 2008 e l’Unicef di New York, pochi mesi dopo, stipula un contratto con PTA ltd  per erogare in pochi anni 3,8 milioni di dollari a favore di iniziative umanitarie per i bambini africani. Tutto ciò avviene, guardacaso, un mese dopo il viaggio di Renzi negli Usa accompagnato da Rutelli (settembre 2008) per il suo debutto politico nel gotha internazionale democratico e l’incontro con la futura Segretaria di Stato americana Hillary Clinton.

Ebbene è davvero altresì curioso scoprire che quest’ultima in quell’autunno caldo si trovò a lavorare fianco a fianco con un ex consulente di suo marito Bill Clinton, il politico democratico Anthony Lake, nella campagna elettorale vincente di Barack Obama; il quale, divenuto presidente Usa, poi propose con successo lo stesso Lake quale InternationalExecutive Director Unicef, ruolo che ha quindi ricoperto dal 2010 fino al 2017. Proprio negli anni delle cospicue elargizioni alla società del parente di Renzi.

Non va inoltre dimenticato il ruolo strategico internazionale del Fondo Onu per l’infanzia che, secondo i documenti pubblicati da Edward Snowden, l’ex agente di Cia e Nsa che svelò le intercettazioni dei presidenti europei da parte dei servizi segreti americani, era tra gli obiettivi di sorveglianza dell’intelligence britannica (Gchq – Government Communications Headquarters) e americana (Nsa – National Security America).

I FONDI UNICEF FINITI SUI CONTI PRIVATI DEL PARENTE DI RENZI

Se Alessandro Conticini, indagato per appropriazione indebita, tramite i suoi avvocati annuncia querele rispondendo così agli articoli sui vari media sulla denuncia depositata da Operation Usa Foundation, altro ente donatore a favore di Play Therapy Africa, dal sito di PTA è misteriosamente sparito tutto lo “storico” alla voce del menù “about us”: tutte le sottocategorie producono “error”.

Non solo: mentre gli avvocati Federico Bagattini e Lorenzo Pellegrini diffondono un comunicato minaccioso contro i giornali «tutto falso, ora basta. Annunciate querele ed azioni giudiziarie a chi ne infanga nome e reputazione» informando che «quereleranno ed agiranno nelle sedi giudiziarie per il risarcimento dei danni contro i giornali (direttori e articolisti) e tutti coloro che in questi giorni li stanno gravemente diffamando attraverso una artata e strumentale torsione dei fatti e mistificazione della verità».

Sempre sull’ormai comatoso sito internet della PTA campeggia solo un annuncio inequivocabile: «Play Therapy International (PTI) ha rimosso l’affiliazione di Play Therapy Africa (PTA), le cui operazioni sono basate in Etiopia. Il PTA non può più accreditare alcuna terapia di gioco o corsi di coaching per giochi di ruolo, precedentemente rilasciati dall’APAC, né rilascia alcun premio nel nome di PTI. Monika Jephcott e Jeff Thomas si sono dimessi da Director of Play Therapy Africa e non hanno alcuna responsabilità per lo svolgimento dei suoi affari. Né PTI né i suoi direttori sono stati coinvolti in richieste di finanziamento presentate da PTA da marzo 2009».

Il disclaimer cita la presidente di Pti Monika Jephcott una tra le prime ad accorgersi delle anomalie ed a segnalarle all’Unicef: anche se l’inchiesta ha preso il via dagli accertamenti del Nucleo di Polizia Economica della Guardia di Finanza di Firenze sulle vorticose movimentazioni bancarie nei conti del già citato Conticini e su quelli della società toscana Eventi 6 di Rignano sull’Arno per acquisti di quote societarie.

Una srl amministrata da Laura Bovoli, madre dell’ex segretario Pd, che rilevò il ramo di azienda di un’altra società di famiglia, la Chil srl, nella quale lo stesso Renzi non solo aveva avuto partecipazioni societarie ma era stato assunto nell’imminenza della sua candidatura a Sindaco di Firenze, cosa che dopo l’elezione gli garantì i contributi pensionistici a carico dello Stato (vedi articolo Il Fatto Quotidiano). La stessa società, dopo aver cambiato nome in Chil Post srl, aver ceduto il ramo d’azienda più lucroso alla Eventi per poche migliaia di euro ed essere stata venduta a un terzo, era anche fallita con la conseguente incriminazione dei manager per bancarotta fraudolenta, tra cui Tiziano Renzi, padre di Matteo, poi prosciolto a differenza dell’altro amministratore indagato.

SCANDALO UNICEF: IL BOOMERANG DEI DEPUTATI CINQUESTELLE

Chiariamo fin da subito che il sottosegretario Vincenzo Spadafora non risulta minimanente implicato in alcuna inchiesta giudiziaria circa i fondi umanitari donati da Unicef International alla Play Therapy Africa la quale, secondo il procuratore aggiunto fiorentino Luca Turco, li avrebbe utilizzati per i bimbi africani solo in parte: secondo i magistrati sono finiti sui conti personali 6,6 milioni di dollari a fronte dei circa 10 ricevuti da PTA.

Ma a chiamarlo in causa sono stati involontariamente i suoi compagni di partito con una polemica a sfondo politico per la mancata querela da parte della stessa Unicef di New York nonostante la rogatoria internazionale ricevuta dalla Procura di Firenze sul presunto ammanco in Pta. Un’aspra reprimenda è scoppiata sui social ed è stata cavalcata dal deputato del Movimento CinqueStelle, Riccardo Olgiati: su Facebook ha creato un post con la dichiarazione sarcastica del compagno e collega alla Camera, Alessandro Di Battista.

«Dopo alcune settimane di approfondimenti interni Unicef New York ha deciso di non querelare il cognato di Renzi accusato di aver usato a fini personali parte di alcuni fondi arrivati proprio da Unicef ad una sua associazione di solidarietà – riporta AgendPress attribuendo il virgolettato a Di Battista – Dopo aver letto questa cosa ho deciso di fare un giro sul sito di Unicef Italia perché se è vero che è Unicef New York a dover sporgere querela è evidente che dagli USA avranno sentito Paolo Rozera, direttore di Unicef Italia prima di prendere questa decisione. Ebbene ho dato un’occhiata ai componenti del Consiglio Direttivo di Unicef Italia. Sul sito si legge: “il Consiglio è l’organo di indirizzo politico dell’Organizzazione, chiamato a definirne le linee strategiche e programmatiche e a regolarne la vita interna”. Sapete chi ci sta nel Consiglio? Giovanni Malagò, grande amico di Luca Lotti (braccio destro di Renzi) e Walter Veltroni. Malagò, lo sanno tutti, è del PD dalla testa ai piedi ciuffo compreso, e Veltroni è Veltroni insomma».

Ma all’epoca dei fatti Veltroni non c’era nemmeno perché entrato nel direttivo solo nel 2014 (sebbene fu ospite d’onore del meeting a Firenze del 2011). Il contratto tra Play Therapy Africa e Unicef risale ai mesi successivi all’insediamento di Spadafora, anch’egli sicuramente vicino al Partito Democratico in quanto stretto collaboratore di Francesco Rutelli, uno dei 45 fondatori del Pd nel 2007, indicato presidente delle Terme di Agnano dal centrosinistra e poi nominato Garante per l’infanzia sotto il Governo piddino di Monti, ma oggi in quota proprio al Movimento 5Stelle. Non solo: direttore esecutivo internazionale Unicef è stato, dal 2010 al 2017, Anthony Lake, un politico democratico americano nominato da Barack Obama: ecco perché l’insinuazione di un presunto atteggiamento buonista da parte dei vertici dell’agenzia per l’infanzia verso il Pd rimane attuale ma diventa anche un pesantissimo boomerang visto che il presidente Unicef di allora è oggi sottosegretario in quota M5S.

SPADAFORA PRESIDENTE UNICEF 4 MESI PRIMA DEI FONDI A CONTICINI

Onde evitare imprecisioni riportiamo la sospetta coincidenza temporale come viene riferita dalla stessa Unicef nel suo sito ufficiale. «Vincenzo Spadafora è nato ad Afragola (NA) il 12 marzo 1974. Dal giugno 2008 al 30 novembre 2011 ha ricoperto la carica di Presidente del Comitato Italiano per l’Unicef. Dopo un primo mandato di 3 anni, alle elezioni del 18 giugno 2011 il suo mandato è stato rinnovato dall’Assemblea dell’Unicef Italia per altri 3 anni. A fine novembre 2011, a seguito della nomina a Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, si è dimesso da ogni incarico nell’Unicef Italia per assumere il suo nuovo ruolo istituzionale. Spadafora è stato il più giovane Presidente nella storia dell’organizzazione, nella quale si è attivamente impegnato sin da giovanissimo, prima come volontario poi con ruoli e incarichi ufficiali presso i Comitati locali».

 Vincenzo Spadafora, presidente del Comitato Italiano Unicef dal 2008 al 2011

«È stato in missione sul campo numerose volte, visitando paesi come Sierra Leone, Territorio Palestinese Occupato, Indonesia, Guinea Bissau, Ruanda e Libano. Ha maturato una consolidata esperienza in materia di amministrazione, valutazione di progetti e coordinamento delle attività istituzionali, in virtù di significative esperienze professionali in contesti pubblici nazionali e locali».

Orbene a fronte di un così entusiastico curriculum che lo ha visto impegnato in materia di «valutazione di progetti e coordimanento delle attività istituzionali» viene da chiedersi se lo stesso Spadafora sia venuto mai a conoscenza di ciò che accadde al parente di un altro rutelliano a soli quattro mesi dal suo insediamento…

NEL 2008 IL CONTRATTO CON LA SOCIETA’ DEL PARENTE DI RENZI

Ecco la ricostruzione dei rapporti con la Play Therapy Africa fatta dalla stessa Unicef nella memoria a giustificazione della mancata querela nell’inchiesta sui fondi africani: «Nell’ottobre 2008 l’Unicef ha stipulato un primo contratto con questa nuova organizzazione, con lo specifico incarico di fornire analisi e servizi di assistenza psicologica tramite approccio ludico ai bambini vittime di traumi. PTA era una nuova realtà nel panorama della cooperazione internazionale, ma era validamente accreditata come branca africana di una nota e stimata ONG internazionale (Play Therapy International).  – si legge nel sito ufficiale dell’ente per la tutela dei diritti dell’infanzia dell’Onu (United Nations Children’s Fund) – All’epoca PTA era diretta da una persona – Alessandro Conticini – che vantava solide esperienze nella cooperazione internazionale allo sviluppo e aveva lavorato per alcuni anni (2005-2008) quale Child Protection Specialist presso l’Unicef Etiopia. Data la buona qualità dei lavori svolti nella prima fase del rapporto, PTA ha esteso la sua collaborazione con l’Unicef a diversi paesi (10 in tutto), anche al di fuori dell’Africa. Successivamente, tuttavia, la qualità delle prestazioni fornite è risultata sempre meno soddisfacente, e nel 2013 l’Unicef ha valutato di interrompere definitivamente il rapporto contrattuale. Da quel momento sono cessati definitivamente i rapporti fra Unicef, Play Therapy Africa e Alessandro Conticini».

Sono invece i legali di quest’ultimo a prendere le sue difese facendo anche netta distinzione tra la PTA e i fratelli del suo direttore come riporta Il Messaggero. Secondo gli avvocati Bagattini e Pellegrini «Andrea Conticini e Luca Conticini non hanno mai preso parte alle attività lavorative del fratello Alessandro» e «gli investimenti fatti da Alessandro Conticini – sui quali la procura fiorentina ha messo una lente – sono stati effettuati coi propri personali guadagni, frutto del proprio lavoro, e risparmi». Inoltre Andrea e Luca Conticini «non hanno mai ricevuto né beneficiato di alcuna retribuzione o remunerazione né da parte di Play Therapy Africa Ltd né di Alessandro Conticini». «Da una parte – quella di Alessandro Conticini -, è un’attività di lavoro seria, corretta, chiara e trasparente, tutta contrattualizzata», «dall’altra parte – quella di Andrea e Luca Conticini -, la completa estraneità dall’attività del fratello e dalle decisioni di quest’ultimo in ordine all’impiego dei propri risparmi e guadagni».

FONDI UNICEF, PRESUNTO AMMANCO  IN PTA E RINUNCIA ALLA QUERELA

Vista la delicatezza dell’argomento ci pare doveroso riportare altri passaggi salienti della nota dell’agenzia umanitaria (testo integrale qui).

«L’Unicef ha subito un ammanco di fondi da parte di PTA o dello stesso Conticini? Assolutamente no. Tutte le somme intercorse tra Unicef e PTA (per un totale di 3,8 milioni di dollari) sono state il corrispettivo di prestazioni d’opera nell’ambito di regolari contratti, nel periodo 2008-2013, in diversi paesi del mondo».

«Se l’Unicef avesse ritenuto di avere subito un ammanco di soldi per mano di PTA, avrebbe immediatamente preso le opportune misure, come avviene in qualsiasi rapporto contrattuale. L’Unicef non può conoscere l’impiego che è stato fatto da Play Therapy Africa, successivamente al rapporto contrattuale, delle somme ricevute da PTA in qualità di implementing partner, e che secondo quanto è dato sapere sull’inchiesta, avrebbero in parte beneficiato società afferenti alla famiglia Conticini-Renzi. Si tratta di eventi estranei e successivi al rapporto tra Unicef e PTA e, sebbene ci sembri assurdo doverlo sottolineare, un committente non può essere chiamato a rispondere di ciò che un fornitore fa con i soldi ricevuti  a seguito di un servizio reso».

Il lungo e dettagliato comunicato dell’ente per l’infanzia analizza poi il ruolo del «Comitato Italiano per l’Unicef» specificando che «non è mai stato coinvolto nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Firenze, proprio perché i fatti contestati ad Alessandro Conticini (per ciò che riguarda l’Unicef) hanno avuto luogo in Africa e non in Italia. Per questa ragione l’indagine ha sempre ed esclusivamente avuto come referente l’Unicef Internazionale, e mai l’Unicef Italia. Sin dall’inizio dell’indagine, nel 2016, l’Ufficio legale dell’Unicef a New York ha collaborato pienamente con la Procura della Repubblica di Firenze. Per ovvie ragioni di segreto istruttorio, non possiamo fornire dettagli delle informazioni inoltrate agli inquirenti, ma siamo in grado di confermare che non sono mai stati richiesti i contratti firmati con PTA o le corrispondenti relazioni di fine lavori. Nella prima settimana di agosto 2018 è stato reso pubblico tramite i media che la Procura della Repubblica di Firenze avrebbe inviato una rogatoria internazionale all’Unicef. Al momento in cui scriviamo (27-9-18), all’Ufficio legale dell’Unicef Internazionale non è tuttora pervenuta alcuna comunicazione, formale o informale, da parte dei magistrati italiani. Qualora la rogatoria così a lungo attesa arrivasse e contenesse elementi finora inediti e tali da modificare la nostra attuale percezione dei fatti, l’Unicef non avrà alcun problema a considerare eventuali azioni di parte. In assenza di tali elementi, il nostro orientamento rimarrà di non procedere a querela».

La rogatoria poi arrivò e, com’è noto, la sede di New York della United Nations Children’s Fund decise di non sporgere denuncia, contrariamente a quanto fatto nei giorni scorsi dalla fondaziona californiana Operation Usa.

L’UNICEF: “NESSUN RAPPORTO CON LO SCONOSCIUTO RENZI”

«Quali rapporti ha avuto Matteo Renzi con l’Unicef? Nessuno. La parentela tra Alessandro Conticini e l’allora Sindaco di Firenze Renzi (il primo è fratello maggiore del cognato del secondo) era una circostanza del tutto irrilevante nell’ambiente della cooperazione internazionale. Mentre Conticini aveva un’esperienza pluriennale nell’ambito della cooperazione allo sviluppo e Play Therapy International era (ed è tuttora) una nota e rispettabilissima ONG internazionale, all’epoca in cui PTA iniziò a collaborare con l’Unicef Matteo Renzi era un perfetto sconosciuto, più che mai in Africa e per l’Unicef Internazionale».

E’ quanto recita ancora la nota ufficiale settembrina dell’ente per l’aiuto ai bambini soffermandosi sulla figura dell’ex presidente del Consiglio ma arrampicandosi però sul terreno viscido di quella che i latini avrebbero definito “Excusatio non paetita, excusatio manifesta” (scusa non richiesta, scusa manifesta).

Questo adagio medievale compariva già nelle lettere di San Girolamo (Epist. 4) il quale avvertiva: «dum excusare credis, accusas» ovvero mentre “credi di scusarti, ti accusi”… Il testo dell’organizzazione umanitaria non si chiude qui «Creare retroattivamente dei legami mai esistiti tra Renzi e l’Unicef è una meschina strumentalizzazione politica. E affermare, come alcuni fanno, che l’Unicef abbia addirittura finanziato le società di Matteo Renzi è una completa menzogna».

 La cerimonia ufficiale per l’onorificenza al sindaco Matteo Renzi da parte del presidente del comitato fiorentino Unicef Sandra Buyet nel maggio 2012 a Firenze

Se sulla seconda affermazione ritengo di convenire perché non può essere imputabile ad un’istituzione l’eventuale macchinazione occulta di soggetti privati sui propri conti, l’articolo che sto scrivendo serve proprio a smentire la prima asserzione: ovvero le presunte contiguità tra Unicef e Renzi. Gli episodi si sprecano.

Nel maggio 2012 il comitato fiorentino del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia conferì a Matteo Renzi il titolo di ‘sindaco difensore dell’infanzia’, una benemerenza riservata ai primi cittadini particolarmente attivi per i bambini. L’ investitura fu ufficializzata nel corso di una cerimonia svoltasi nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio, alla presenza della presidente del comitato provinciale Unicef di Firenze, Sandra Buyet e dell’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi. Un riconoscimento che giunse esattamente un anno dopo il grando impegno profuso da Renzi per ospitare il Meeting nazionale dei volontari Unicef di Firenze organizzato nel 2011 proprio dall’altro rutelliano Vincenzo Spadafora del quale è interessante analizzare la rapida ascesa politica.

SPADAFORA DA DISOCCUPATO ALL’UNICEF E POI GARANTE PER L’INFANZIA

Spadafora nel 2008, dopo la sconfitta di Rutelli è disperato come risulta dalle intercettazioni dell’inchiesta sulla Cricca dell’imprenditore Diego Anemone in cui peraltro non è mai stato coinvolto né come indagato nè come teste ma nella quale fu condannato a 6 anni Angelo Balducci, l’ex presidente del Consiglio dei lavori pubblici, per gli appalti del G8, che llui in un messaggio telefonico chiamò anche “papi”.

Ad inquadrare le relazioni di allora di Spadafora ci pensa l’articolo di Marco Lillo su Il Fatto Quotidiano del maggio scorso basate proprio sugli SMS del 2008: «All’inizio dell’anno Spadafora è nella segreteria di Francesco Rutellivicepresidente del Consiglio di Prodi e ministro dei Beni Culturali. Balducci è il capo della struttura di missione che gestisce i grandi eventi. Quando Berlusconi vince le elezioni – annota il Ros – “Spadafora chiede (scherzando) a Balducci se è già ad Arcore. Vincenzo dice che finalmente si sono liberati di questo governo”. Pochi giorni dopo, Rutelli perde pure il ballottaggio con Alemanno per la carica di sindaco di Roma. Spadafora vede nero».

Vincenzo Spadafora, in tre anni da disoccupato a Garante dell’Infanzia per lo Stato

«Il 1° maggio chiama Balducci e gli racconta che “ieri sera l’ha chiamato Rutelli e gli ha detto che ha sentito Figliolia (Ettore, capo gabinetto di Rutelli, ndr) per cercare di sistemare gli amici più cari tra i quali lui Vincenzo”. A 34 anni, rischia di restare a spasso – scrive Marco Lillo – Il 9 maggio scrive a Balducci: “Se da te contratto ci può essere parliamone molto concretamente. Altrimenti in queste ore faccio in tempo a parlarne con Rut e Donato (Mosella, capo della segreteria politica di Rutelli appena eletto deputato Pd, ndr) per altre situazioni (…). Ti prego. V”. Il 22 giugno 2008 Spadafora è nominato presidente dell’Unicef in Italia, senza alcuna spinta di Balducci. Evidentemente quella carica all’Unicef non basta per vivere bene a Roma. Il 2 settembre 2008 Spadafora va al sodo: “Giov devo vedere Rut che torna dagli Stati Uniti (il famoso viaggio con Renzi, vedi sotto – ndr). Devo sapere se devo chiedergli un aiuto su altri fronti o se si chiude la cosa con te. Mentre tu giochi con me, IO NON POSSO PIU PERMETTERMI DI NON LAVORARE. V”. Il 19 ottobre Spadafora disperato scrive a Balducci a tarda ora: “Tra tre settimane sono letteralmente in mezzo ad una strada. Ti prego chiamami”. Il Ros, nelle informative, riporterà poi il curriculum pubblicato sul sito Unicef, nel quale Spadafora vantava una consulenza dalla struttura di missione per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Un anno dopo proprio l’Unicef, presieduto da Spadafora, firma un contratto a Filippo Balducci, figlio di Angelo. Balducci jr. descrive così il trattamento ricevuto al suo commercialista Stefano Gazzani, il 19 ottobre 2009: “Un part time a tempo determinato per 18 mesi, terzo livello, 32 ore settimanali”».

Tre anni dopo il presidente Unicef lascerà l’incarico per diventare primo Garante dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia) il 29 novembre 2011: ovvero esattamente 13 giorni dopo l’insediamento del premier Mario Monti per il primo Governo tecnico voluto dal presidente Giorgio Napolitano e sostenuto dal Partito Democratico.

Nonostante il suo orientamento gay-friendly e pro adozione gay – o forse proprio in virtù di quelli – l’ex disoccupato in tre anni assurge ad una nomina statale di prestigio a tutela dell’infanzia conferitagli, come da Legge n. 11 del 12-7-2011, dall’intesa tra i Presidenti di Camera e Senato, ovvero quei Gianfranco Fini e Renato Schifani, che furono tra i primi a scendere dal carro perdente del premier dimissionario Silvio Berlusconi per salire su quello di Napolitano-Monti-Renzi.

RENZI PORTATO DA RUTELLI ALLA CORTE DEI DEMOCRATICI USA

Chiarito il curriculum professionale e il contesto politico nel quale il sedicente disoccupato Spadafora divenne presidente del Comitato italiano dell’organizzazione per l’infanzia analizziamo la “excusatio non paetita” dell’Unicef su Renzi. Con che coraggio si scrive che l’ex premier quando Unicef cominciò la collaborazione con Conticini, ovvero nel 2008, era un perfetto sconosciuto? Era Presidente della Provincia di Firenze nonché candidato alla guida di una delle città d’arte più internazionali d’Italia. Non solo.

L’allora Presidente della Provincia Matteo Renzi, con il ministro e vicepremier Francesco Rutelli e la futura Segretaria di Stato degli Usa Hillary Clinton durante la sua visita a Firenze il 27 giugno 2007

Dai ricordi dell’ex Sindaco di Roma e vicepremier Francesco Rutelli ricostruiti in un articolo de Il Foglio del 2014spicca il debutto nella politica degli States del futuro rottamatore del Pd: «Ricorda (Rutelli – ndr) con lo sguardo orgoglioso e un filo nostalgico quando nel 2008 si portò Renzi a Washington in un viaggio istituzionale per presentargli Hillary Clinton» scrive il giornalista Claudio Cerasa dipingendo “Er Governo Rutelli” in un’intervista dal sottotitolo inequivocabile: «Ministeri, sottogoverno, partito, consiglieri. Ma che ci fanno tutti questi rutelliani a Palazzo Chigi? Colazione pettegola con l’ex sindaco di Roma per sfogliare la Margherita del governo Leopolda».

La Margherita, si sa, perse i petali a causa di un ammanco di 25 milioni di euro dalle casse del partito per il quale l’ex segretario e senatore Luigi Luzi è stato condannato nel 2017 a 7 anni di reclusione per appropriazione indebita e calunnia nei confronti dello stesso Rutelli, accusato di essere destinatario di parte di quei fondi così come Renzi: accuse che non furono mai accertate dalle indagini e pertanto gli costarono anche l’aggravante della calunnia nel processo.

L’ex Sindaco di Roma ha sempre apertamente ammesso il sostegno che diede alla candidatura a Sindaco di Firenze di Renzi che da lì pian piano divenne “pupazzo giocondo” dell’establishment internazionale con la benedizione del Presidente Usa Barack Obama e dalla sua Segretaria di Stato Hillary Clinton, già incontrata dal futuro premier nel capoluogo fiorentino il 27 giugno 2007 insieme allo stesso ministro Rutelli.

RENZI, L’AGENTE CIA E IL DEM USA CHE FINANZIO’ LA PTA DEL PARENTE

Non si sa, invece, se e quali relazioni siano intercorse tra l’ex premier del Governo Pd e un altro potentissimo Dem, il senatore Gary Hart, braccio destro di Obama quale vicepresidente del Comitato di Sicurezza Nazionale, nonché membro del Board of Directors della fondazione Operation Usa che ha contribuito con ben 5,5 milioni di dollari a finanziare la Play Therapy Africa di Alessandro Conticini, salvo procedere nei giorni scorsi con la querela a tutela della trasparenza sulla propria donazione.

 Il giornalista, consulente della Casa Bianca e agente dei servzi segreti Michael Ledeen, ospite ad un convegno di Renzi nel 2006

Si sa, invece, perché risulta dalle fatture della Provincia di Firenze nel dossier sulla Sprecopoli Renziana raccolto dall’ex dipendente del Comune fiorentino Alessandro Maiorano (e per questo querelato da Renzi in un processo pendente), che Renzi fece pagare dall’Ammninistrazione Provinciale da lui presieduta 5.200 euro di rimborso spese per accogliere a Firenze nel 2006 ad un convegno sui Neocoon il giornalista americano Michael Leeden in odore di essere un collaboratore della Central Intelligence Agency, il controspionaggio americano. (prosegue qui).

L’INCHIESTA INTEGRALE CON DOCUMENTI ESCLUSIVI CONTINUA SU GOSPA NEWS

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