mercoledì 25 novembre 2020

Oggi sciopero in sanità, scuola e trasporti locali.

Il 25 novembre scioperano Sanità, Scuola, Servizi educativi e Trasporti locali: investimenti, assunzioni stabili e sicurezza per costruire il futuro.

Dall’inizio della pandemia la Sanità, la Scuola, i Servizi educativi e il Trasporto pubblico locale, già disastrati da decenni di tagli, chiusure e privatizzazioni, funzionano unicamente grazie agli sforzi disumani dei lavoratori e delle lavoratrici.

Dall’inizio della pandemia non un segnale di inversione di tendenza è arrivato dalla politica, dalle amministrazioni e dalle aziende. Si va avanti per sfinimento, con le consuete violente ricette di risparmi, riduzioni di posti e servizi, precariato.

Dall’inizio della pandemia non un piano di sviluppo è stato impostato, facendo leva sull’eccezionalità del momento e della situazione, per garantire ai cittadini e ai lavoratori i basilari diritti costituzionali: salute, istruzione, mobilità, sicurezza, lavoro. La vita, insomma.

Sono tutti questi i motivi alla base dello sciopero nazionale dei quattro settori proclamato dall’Unione Sindacale di Base per mercoledì 25 novembre. Lo sciopero è dell’intera giornata per Sanità, Scuola e Servizi educativi, ed è limitato a 4 ore, stabilite su base territoriale, per il Trasporto Pubblico Locale.

Presidi e manifestazioni, nel rispetto delle norme di sicurezza, si terranno a Roma, Milano, Napoli, Bologna, Genova, Parma e Foggia. Una diretta streaming su www.usb.it e sui canali Facebook e Youtube del sindacato avrà luogo dalle 11 alle 13, con collegamenti dalle piazze e testimonianze dai posti di lavoro.

Quei posti di lavoro di quattro settori strategici strettamente interconnessi soltanto nella lotta. Perché nessuno al governo ha pensato a una pianificazione integrata funzionale all’emergenza sanitaria. Troppo impegnati ad ascoltare le pretese arroganti del padronato o a deliberare sui posti a tavola per il pranzo di Natale.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: Sanità allo stremo, Scuola confinata (per i “fortunati”) nella didattica a distanza, Servizi educativi 0-6 in affanno, Trasporti in perenne emergenza. Per tutti, la sicurezza prevista nei vari Dpcm rimane un miraggio.

USB chiede un’inversione di rotta, che rimetta al centro gli interessi collettivi e cambi le priorità sociali: occorrono diritti, assunzioni stabili, 

Le richieste USB

Sanità

  • assunzioni stabili e massicce di personale;
  • potenziamento della medicina territoriale;
  • potenziamento della prevenzione e delle attività di tracciamento;
  • recupero di posti letto e ripristino delle strutture abbandonate negli anni.

Scuola

  • screening di massa ripetuti nel tempo per mettere al sicuro lavoratori, studenti e famiglie;
  • stabilizzazione dell’organico dei docenti e del personale ATA, con la trasformazione dei posti esistenti di fatto in posti di diritto;
  • interventi massicci sull’edilizia scolastica, al fine di permettere di vivere e lavorare in spazi adeguati;
  • annullamento dei concorsi per il personale docente e l’immediata assunzione, tramite una procedura per titoli e servizi, di tutti i precari che abbiano maturato almeno tre anni di servizio (180×3)

Servizi educativi e scolastici

  • piani assunzionali straordinari per i Nidi e le Scuole dell’Infanzia;
  • finanziamenti per la messa a norma delle strutture educative e scolastiche a gestione diretta degli Enti Locali;
  • rilancio e diffusione di una rete capillare di Servizi Educativi rivolti all’Infanzia per un reale contrasto alla povertà educativa e sociale e alla disoccupazione femminile;
  • reinternalizzazione di tutti i servizi e di tutto il personale educativo-scolastico e ausiliario esternalizzato;
  • riconoscimento del Sistema Integrato 06 come parte integrante del sistema di Istruzione nazionale.

Trasporto Pubblico Locale

  • un sistema di controllo efficace sull’attuazione degli obblighi di legge da parte delle aziende;
  • misure a sostegno dei lavoratori del TPL;
  • ritorno della gestione diretta all’ente pubblico, lasciando i privati che mirano a pubblicizzare le perdite e privatizzare i profitti;
  • un piano nazionale della mobilità.

Unione Sindacale di Base

Nessun commento:

Posta un commento