domenica 29 novembre 2020

Il vaccino Astrazeneca era pronto, ma ora non è più pronto

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 Il vaccino Astrazeneca era pronto, ma ora non è più pronto

Molti politici, l’indomani dell’annuncio del successo del vaccino britannico della Astrazeneca, si sono espressi a favore del vaccino obbligatorio . Tuttavia, pochi giorni dopo la società farmaceutica ha precisato che ci sono problemi e che lo stesso, mostra un’efficienza del 62% e, pertanto, deve ancora proseguire approfondimenti.

Inoltre, i test sono stati effettuati su un campione di individui sui 50 anni, il che naturalmente alza il livello di riposta immunitaria rispetto alle persone che in realtà più ne avrebbero bisogno, gli anziani ultrasessantacinquenni.

Mentre persistono e insistono le contraddizioni, l’agenzia russa Vesti rivela che “gli sviluppatori del vaccino Sputnik V hanno proposto alla società britannica AstraZeneca di combinare la loro iniezione con un farmaco russo per aumentare l’efficacia in caso di nuovi studi clinici. I creatori della medicina vettoriale a due componenti del Centro Gamaleya ritengono che la combinazione di vaccini potrebbe essere importante.

Si è saputo che la società britannica potrebbe condurre un’altra fase di test del suo farmaco in diversi paesi. Il capo di AstraZeneca ha richiamato l’attenzione sul fatto che questo potrebbe essere un altro studio internazionale, solo su scala minore.

Scienziati nel Regno Unito hanno concluso che quando ai pazienti veniva somministrata metà della dose del vaccino, era efficace al 90%. Con l’introduzione di due dosi, è sceso al 62 percento.
Il Fondo russo per gli investimenti diretti ha affermato in precedenza che l’efficienza dello Sputnik V ha superato il 95 percento.Vesti

Nei giorni scorsi abbiamo visto come la salute pubblica sia mercificata ed addirittura, a volte, rischia di essere subordinata rispetto ai grandi utili delle case farmaceutiche.

Di tanto in tanto la cronaca fornisce la misura di certe contraddizioni. Alcuni giorni fa la casa farmaceutica Pfizer Inc. (52 miliardi di fatturato) il giorno stesso dell’annuncio che il vaccino era quasi pronto , ha venduto il 62% delle proprie azioni realizzando 5,5 miliardi di dollari.  Una capitalizzazione avvenuta ancor prima della vendita del vaccino stesso.

Naturalmente dovrebbe esiste un ‘giusto guadagno’, oltre il quale il guadagno stesso è amorale.

Qui sorge una delle tante domande: perchè per una questione così delicata come la ricerca, la sperimentazione e la vendita dei vaccini, non viene pretesa l’esclusività di ricerca e produzione da parte di organismi sanitari statali? E’ inevitabile che intorno a certe cifre così astronomiche si creino forti interessi di fronte ai quali la vita dell’uomo passa in second’ordine.

In linea, è stupefacente che i governi siano così riottosi ad usare direttamente il vaccino russo Sputnik V (già in distribuzione in Russia ed anche in certe ‘nicchie’ anche in Italia) che non ha tutte le criticità degli ultra tecnologici Astrazeneca e Pfizer,  perchè basato su un normale adenovirus come vettore.

@vietatoparlare – Vp News blog

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