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L’infettivologo pisano Menichetti prende parola contro il Commissario Arcuri. Dall’inizio della pandemia abbiamo denunciato le cause dell’impreparazione del paese al virus.
Oltre dieci anni di tagli a tutto il sistema sanitario pubblico, con la Toscana di Enrico Rossi avanguardia in questa opera di ridimensionamento di posti letto, presidi sanitari, personale medico e infermieristico sono alla base della tragica situazione di questi giorni.
Le statistiche parlano chiaro: in Toscana sono stati tagliati più posti letto che in tutta Italia, manca la sanità di base, mancano ambulanze e personale tecnico, i piccoli ospedali di periferia sono stati ridimensionati, accentrando su quelli grandi una richiesta esorbitante che ora crea l’intasamento su Cisanello, determinando il conseguente taglio di letti per i malati di altre gravi patologie. In questi giorni non si muore solo di covid19!
Il neo presidente Eugenio Giani ora si straccia le vesti per il passaggio della Regione in zona rossa, solo per smarcarsi dalla rabbia di chi è costretto a chiudere e perderà il lavoro a causa del mancato sostegno economico governativo.
Un tragico rimpallo di responsabilità, giocato sulla pelle di chi si ammala e muore per un virus facilmente controllabile, come stanno dimostrando altri Stati del mondo, governati da principi di solidarietà ed umanesimo sconosciuti alle nostre classi dominanti.
Di fronte a questa tragedia in corso, sono sempre di più le voci dissonanti dalla retorica governativa, come l’infettivologo pisano Francesco Menichetti che sulle pagine del Tirreno ha preso la parola contro il commissario nazionale per l’emergenza Domenico Arcuri, il quale ogni giorno a reti unificate rappresenta una realtà sanitaria inesistente, smentita dal silenzioso fronte ospedaliero, dove medici, infermieri e volontari sono costretti a turni massacranti, a causa della cronica assenza di personale in pianta organica. Sull’altare dei tagli imposti dall’Unione Europea, dal pareggio di bilancio in Costituzione e dai ligi governatori regionali alla Rossi oggi contiamo i nostri morti.
Dice Menichetti “Arcuri ci prende per fessi. Temo che la parola d’ordine del governo sia ridimensionare. Ma i 200 ricoverati a Pisa sono malati di terrorismo mediatico o di Covid? Le file al pronto soccorso sono frutto dello spavento? Ed i morti? Ah, quelli sono lo 0,0005% del totale. Ma mi faccia il piacere!”.
Siamo contenti di questa netta presa di posizione, che ci auspichiamo si trasformi in una determinazione ad affrontare alla radice i problemi della sanità pubblica.
Occorre un grande piano sanitario nazionale che veda tutto il personale ospedaliero protagonista di un rilancio complessivo del sistema pubblico di prevenzione e difesa della salute. I miliardi regalati alla sanità privata e ad un sistema industriale nazionale parassitario vanno stornati in un welfare oramai distrutto, senza il quale le società non possono reggere alle sfide del presente e del futuro: pandemie, catastrofi naturali indotte dal cambiamento climatico, inquinamento, terremoti.
Se vogliamo salvarci dalle catastrofi del presente e del futuro è ora di cambiare radicalmente passo, verso quello che noi chiamiamo “Socialismo del XXI Secolo”.
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