sabato 24 ottobre 2020

L’INCUBO LOCKDOWN E LE PROTESTE DEI CITTADINI

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 incubo lockdown

Altro che lockdown a Natale come diceva il parassitologo Andrea Crisanti, l’incubo di una nuova serrata nazionale potrebbe materializzarsi molto prima. I titoli dei giornali ci stanno preparando a questa eventualità devastante per l’economia italiana.

Il pressing delle Regioni

Sono soprattutto le Regioni a pressare il Governo per far adottare misure più drastiche.
In testa c’è sempre Vincenzo De Luca, che chiede un lockdown nazionale e annuncia che “la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo”. In Lombardia Attilio Fontana descrive la situazione come drammatica e valuta come possibile la misura del confinamento se non dovessero registrarsi miglioramenti. In Lazio, il governatore Nicola Zingaretti ha disposto da oggi il divieto di spostamento dalle 24 alle 5 del mattino, motivandolo come necessaria ad evitare il lockdown. Difficile comprendere con gli strumenti della logica e della razionalità come una simile chiusura, durante le ore già normalmente meno affollate, possa servire a qualcosa.

Coprifuoco nazionale e alle 21

Il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte sembra per il momento respingere l’idea di un lockdown generalizzato, ma il timore è che l’ala più moderata del Governo possa cedere di fronte ad un aumento del numero dei positivi, la maggior parte dei quali comunque asintomatici.
Secondo le indiscrezioni l’ipotesi principale al vaglio dell’Esecutivo è l’estensione del coprifuoco su tutto il territorio nazionale, a partire dalle ore 21, la chiusura di palestre, piscine, bar, ristoranti e la serrata dei negozi nel fine settimana. Praticamente si tratterebbe di un “lockdown mascherato” che metterebbe in ginocchio interi settori già duramente colpiti dal confinamento dei mesi scorsi.

Perché non hanno fatto nulla?

Ammesso che la situazione negli ospedali sia particolarmente grave e preoccupante come comunicano le Istituzioni, com’è possibile che in otto mesi nessuno abbia fatto qualcosa per evitarla? Regioni e Governo avrebbero potuto aumentare il numero dei posti nelle terapie intensive, potenziare gli organici ospedalieri e soprattutto incentivare le terapie domiciliari che consentirebbero di diminuire drasticamente gli accessi negli ospedali.

I cittadini scendono in piazza

Intanto il malessere sociale cresce nel Paese. Dopo le manifestazioni a Milano, anche i commercianti, i ristoratori, gli operatori del turismo e gli albergatori napoletani sono scesi in piazza per protestare di fronte la sede della Regione Campania, gridando “vergogna” e “libertà”. “La ristorazione e il turismo sono l’ultima industria in mano alla gente semplice e questo dà fastidio a chi detiene il potere”. “Non è giusto far chiudere un settore che rappresenta il 30% del Pil della nazione”. “Aiutateci, altrimenti non riusciremo più a pagare le tasse”. Sono alcune delle voci che si sono levate durante la protesta destinata a crescere nei prossimi giorni. Questa sera, 23 ottobre, i commercianti partenopei si sono dati appuntamento sul lungomare Mergellina alle ore 21, due ore prima dell’inizio del coprifuoco.

Alcuni segnali preoccupanti

Secondo una segnalazione giunta alla redazione di Byoblu, i benzinai starebbero facendo scorte di carburante come a marzo e insospettisce che Trenitalia e Italo non consentano di prenotare i viaggi dopo la data del 12 dicembre.
In questo scenario il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha convocato per il 27 ottobre il Consiglio supremo della difesa. Sembra un film del terrore in cui regna il caos, ma purtroppo è la realtà che stiamo vivendo.

È in questo momento che gli italiani devono dimostrare di essere un popolo unito.

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