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Mentre
gli italiani osservano con comprensibile preoccupazione un Consiglio
Europeo che ha messo in mostra ancora una volta il lato peggiore
dell’Ue, animata da contrasti, egoismi e barriere invalicabili, ci sono
alcune considerazioni che è già possibile fare sul Recovery Fund e sulla
sua possibile attuazione. In attesa di capire se e come Conte riuscirà a
strappare un accordo che pare molto lontano, basta infatti tirare fuori
la calcolatrice e un po’ di buonsenso per capire che il piano di aiuti
in discussione a Bruxelles non è nemmeno questa gran cosa. A partire
dalle tempistiche: tutti danno ormai per scontato che la prima tranche,
10-15 miliardi di euro, sarà in dirittura d’arrivo soltanto nel 2021. Un
po’ tardi, francamente, per dare un mano ad aziende e famiglie finite
in ginocchio a causa della crisi.
Dall’inizio della pandemia l’Ue
non è mai stata celere, come sottolineato anche dalla stampa straniera.
Il Guardian ha ricordato proprio in questi giorni come l’Italia sia
stata sostanzialmente abbandonata a sé stessa per settimane. Sarebbe
stato lecito aspettarsi un cambio di passo anche per farsi perdonare
quel silenzio vergognoso. E invece niente.
Ma a far storcere il naso
sono anche l’ammontare di denaro che dovremmo ricevere e le modalità: si
parla di 153 miliardi destinati all’Italia in totale, frutto della
somma tra gli 81,8 miliardi a fondo perduto e i 71,2 di prestito. Dalle
pagine de La Verità, Paolo Del Debbio sottolinea però come negli stessi
anni (2021-2027) in cui l’Italia si troverà a ricevere 81,8 miliardi a
fondo perduto ne verserà 96,3 a Bruxelles.
Sottraendo dunque ai
soldi ricevuti dall’Europa quelli che partiranno verso la stessa Europa
sotto forma di contributi vari, il saldo si rivela addirittura negativo:
-14, 5 miliardi. Non proprio un grande affare, insomma. E per farlo,
oltretutto, rischiamo di dover chinare il capo e acconsentire alle
riforme che ci verranno imposte nei prossimi anni. A ribadirlo, non
fosse ancora chiaro, è stata la presidente della Bce Christine Lagarde: i
fondi concessi saranno vincolati saldamente a delle solide politiche
strutturali.
Viene da chiedersi: possibile non rendersi conto che
in questo momento serve liquidità immediata per aiutare chi rischia di
chiudere definitivamente i battenti e non riforme da mettere in cantiere
in una delle fasi più drammatiche della storia dell’intero Vecchio
Continente? Si era detto che l’Ue avrebbe controllato soltanto che i
soldi a fondo perduto fossero spesi per affrontare realmente l’emergenza
sanitaria. E invece, ancora una volta, ci si trova a fare i conti con
la miopia di un’Unione che è tale ormai soltanto nel nome. E che
vedendoci a pezzi ci offre soltanto prestiti da restituire tra l’altro
con estremo ritardo.
ilparagone.it
18.07.2020
Link: https://www.ilparagone.it/attualita/i-grandi-aiuti-delleuropa-in-realta-litalia-finira-per-rimetterci-14-miliardi/
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