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E’
veramente assurdo e fuori da ogni logica che per ottenere i fondi
necessari a superare la crisi del coronavirus una delle condizioni poste
all’Italia siano proprio i tagli alla sanità, quando è ampiamente
dimostrato che in ogni caso da noi e altrove la cattiva sanità o meglio
la sanità in carenza di fondi ha ucciso più di qualsiasi virus. Ma non
bisogna stupirsene: il caleidoscopio del sistema crea ad ogni momento
illusionismi diversi per confondere e dividere, soprattutto per mettere
sotto il tappeto le ragioni di mercato che sono le uniche, assieme alle
tentazioni egemoniche, cui fa riferimento la Ue. Col tempo e con la
paglia delle acquisizioni editoriali, l’acquisto dei chierici sulle
bancarelle delle occasioni, la “normalizzazione” politicamente corretta
delle accademie si è fatta strada l’ipotesi che l’Europa, nel contesto
del globalismo, rappresentasse la democrazia e il progresso, mentre le
posizioni anti europeiste rappresentassero tout court il nazionalismo
di destra e dunque anche la xenofobia e l’autoritarismo. Si tratta
ovviamente di una confusione di piani perché mentre le oligarchie
europee fanno di tutto per limitare e rendere puramente allegorica la
partecipazione popolare, come se dicesse viva l’Europa, abbasso la
democrazia, le destre sono molto sensibili alle libertà di mercato e
dunque anche alla minimizzazione delle disuguaglianza, quindi non
costituiscono affatto un pericolo mortale per il sistema, ma solo un
incidente di percorso, facilmente domabile attraverso la canna del
fucile finanziario.
Queste tesi indotte miravano a distruggere dall’interno le sinistre
che erano avverse o quantomeno sospettose nei confronti del mercato e
contro il potere delle elites non avevano altra strada che riferirsi al
popolo o comunque alle classi popolari, sia pure dentro un
pervicacissimo leninismo che pare essere l’unica cosa rimasta.
L’inoculazione è riuscita benissimo benissimo in ogni settore a
cominciare dai sindacati che si sono tutti convertiti al “dialogo
sociale”sulle controriforme del lavoro: insomma il partito di Maastricht
se così lo vogliamo chiamare è riuscito a frammentare le diverse
società europee in maniera che esse non fossero in grado di rispondere o
al massimo incanalassero le loro critiche dentro concetti o slogan
assurdamente lontani da ogni realtà Ue, ossia “Europa sociale”, “altra
Europa” o addirittura “Europa della pace” mentre migliaia di uomini
combattono guerre ingiuste, compiono stragi neo coloniali o si riarmano a
suon di miliardi per fronteggiare il nuovo “nemico” cinese servito a la
carte da Washington e/o contro quello russo. Per ricominciare una
storia contro lo sfruttamento capitalistico ormai senza più argini al
punto da riuscire a sfruttare una sindrome influenzale per accelerare
una crisi e uscirne di nuovo vincitore, non si può che ripartire da una
riappropriazione dello stato sociale, del dettato Costituzionale che
impone la drastica riduzione delle disuguaglianze, da una difesa del
diritto di tutti i popoli, da una battaglia per l’ambiente lontana dai
battage pubblicitari delle multinazionali e delle loro Grete: tutte cose
che oggi non possono che essere fatte su base nazionale non fosse altro
che per il fatto che tutte le istanze sovranazionali sono occupate e
sono gestite dall’avversario.
In un certo senso come dice il nuovo manifesto del Polo di rinascita
comunista in Francia la bandiera rossa della Comune va unita con la con
la bandiera tricolore del 1789, per rompere il fronte pre totalitario
sovranazionale che si va preparando nel sostanziale accordo Macron / Le
Pen far saltare tutti i contributi sociali e di cui possiamo avere un
assaggio di fronte alla sceneggiata dei miliardi di questi giorni che
sono l’elemosina per entrare in schiavitù. Capisco che noi poveri
abitanti della penisola non abbiamo né la Comune, né il tricolore della
rivoluzione, abbiamo ben poco da unire e forse la nostra vera ambizione è
quella di essere sotto tutela di qualcuno, che abbiamo i gilet
arancioni di un generale da barzelletta invece dei gilet jaunes, che
insomma tutto è più difficile, ma siamo minacciati più da vicino da una
catastrofe che potrebbe rendere più facile cominciare a strappare il
trompe l’oeil ideologico che ci impedisce di pronunciare finalmente una
parola di verità.
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