È quanto emergerebbe da una consulenza fonica disposta dai legali di parte civile dei Vannini sugli audio delle telefonate al 118.
La notte del 17 maggio del 2015, nelle ore drammatiche in cui Marco Vannini moriva ma poteva essere salvato, nella villetta della famiglia Ciontoli a Ladispoli c’erano forse due persone, ancora due “mister X”. Uno accanto a Federico Ciontoli, per suggerirgli cosa dire all’operatrice del 118. Sul ruolo del secondo uomo, invece, ancora un mistero.Le voci dei due sconosciuti, rimaste ignote fino a oggi, scrive il Corriere della Sera, sono state individuate grazie alla consulenza disposta dai legali di parte civile dei Vannini - gli avvocati Franco Coppi e Celestino Gnazi - sugli audio delle chiamate fatte da casa Ciontoli al 118. La relazione è depositata nel processo bis in Corte d’appello, dove i Ciontoli sono imputati di omicidio volontario.
Se confermata, la presenza di due sconosciuti sulla scena del delitto è una novità. Da quanto si è accertato finora, infatti, quella notte nella villetta, oltre alla vittima, c’erano Antonio Ciontoli, sua moglie Maria, i figli Martina e Federico, nonché la fidanzata di quest’ultimo, Viola Giorgini.
Nella telefonata, appena Federico Ciontoli alza la cornetta, prima ancora che parli, si sente lontana una voce: “Non lo muovi”. L’operatrice chiede che succeda, e Federico riferisce che un ragazzo si è sentito male nella vasca da bagno e non respira. A richiesta di chiarimenti, Federico risponde: “Non glielo so spiegare”. Interviene la seconda voce senza nome: ”È un taglio”, dice al 28enne. Federico però è titubante, l’operatrice lo incalza: “Beh, ci provi a spiegare”. Lo sconosciuto suggerisce al giovane: “Spiegaglielo bene”. Ma Federico continua a tergiversare. Intanto in sottofondo si sentono le voci di Martina, della madre, di Antonio e di Viola. Tutte identificate con esattezza. Voci diverse da quelle dei due sconosciuti.
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