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L’affanno
e l’assoluto dilettantismo con cui il governo sta affrontando la
situazione si infilano come grani di rosario tutti i giorni. Non bastava
l’exploit della ministra Castelli che ha invitato i ristoratori
rovinati, da regole assurde anche dopo la “riapertura”a cambiare
mestiere, cosa del resto assai semplice perché se perfino una come la
Castelli è riuscita a fare la ministra figuriamoci cosa può fare una
persona di normale intelligenza. Adesso è il turno della ministra
dell’agricoltura Bellanova di dire la sua e proporre di dare ai
ristoratori un miliardo purché comprino prodotti italiani. Naturalmente
la proposta non riguarda direttamente la ristorazione di cui anche
questo dicastero se frega altamente, quanto invece la Coldiretti che da
un punto di vista elettorale ha un peso politico molto maggiore di
cittadini che vanno in ordine sparso, ma in ogni caso abbiamo nozze con i
fichi secchi che vengono nascoste da cifre mirabolanti come appunto il
miliardo da concedere a 180 mila ristoratori che alla fine divengono 5
mila euro a testa, un’elemosina del tutto inadeguata a sorreggere un
settore che ha subito perdite gravissime e che alla fine diventa una
inutile distribuzione a pioggia che potrebbe essere presa ad esempio di
come si sprecano i soldi.
Ma anche qui ci sono dei misteri: perché solo 180 mila ristoratori e
non i 330 mila che operano in Italia? Forse la ministra ignora i numeri e
se li inventa, oppure dire 330 mila avrebbe ridotto il contributo ad
appena 2500 euro a testa che sa veramente di presa in giro?
La stessa
Coldiretti, beneficiaria ultima del miliardo della signora Bonaventura,
tanto per riferirsi a quel glorioso Corriere dei Piccoli, sostituito
ahimé da quello dei grandi, dice che la ristorazione ha perso il 40% del
suo fatturato che arrivava a circa 86 miliardi l’anno. Si tratta di una
percentuale di perdita destinata ad alzarsi, con la caduta abissale
del turismo estivo, ma in ogni caso si tratta di 35 miliardi che
mancano, altro che il miliardino del governo: è una cifra che da sola
corrisponde a due anni di prestiti del Recovery Found. Ma c’è anche
un’altra possibile interpretazione dell’errore numerico della ministra:
la possibilità che essa metta in conto la chiusura della metà degli
esercizi di ristorazione e in realtà annunci la catastrofe fingendo un
intervento.
L’impressione è che il rutilare dei miliardi da cui sono frastornati
gli italiani siano un modo per nascondere la rovina a cui va incontro il
Paese, che a differenza degli altri dotati di sovranità monetaria, ma
anche di Francia a Germania, non cerca minimamente di mettere in campo
risorse proprie per cercare una rinascita dopo l’ultima mazzata ricevuta
dalle narrazioni pandemiche e si limita ai pochi spiccioli che presterà
la Ue: se si eccettuano gli 81 miliardi provenienti dal bilancio di
Bruxelles che sono una mera partita di giro, il resto 129 o 127
miliardi, anche queste cifre non sono certe , spalmato su 7 anni sono
una miseria a confronto con una caduta del Pil, che ha già provocato
perdite che in un anno sono già superiori a tutto il prestito. Altro
che ristorazione, di questo passo e con questi inganni sarà un problema
anche il tozzo di pane raffermo.
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